mercoledì 11 dicembre 2024

Il Porto Proibito

 


Pubblicato dalla Bao nel 2015 questo gioiello di Teresa Radice e Stefano Turconi è una storia che contiene avventura, mistero, poesia ed un pizzico di comicità sul come vivere la vita se non felici almeno serenamente ed in pace. Gli autori realizzano una fiaba, una leggenda che potrebbe narrare un

mercoledì 4 dicembre 2024

The Grocery

 


Fumetto crudo e violento ambientato in un quartiere di Baltimora in cui gli eventi si svolgono introno ad un grocery, un negozio di alimentari, e la durezza della storia risulta ancora più d'impatto grazie alla scelta efficacissima degli autori di rappresentare tutti i personaggi come dei pupazzi.

mercoledì 27 novembre 2024

Go Nagai Horror

 


Nel 2024 la Hkari raccoglie in due volumi alcune storie brevi di Go Nagai a tema horror pubblicate originariamente fra gli anni '70 e il 2010, per i disegni il Maestro utilizza sia lo stile più stilizzato tipico dei fumetti comici per cui era divenuto famoso all'inizio della sua carriera, creando un bel contrasto con la storia che ne guadagna in efficacia, sia quello più dettagliato e serioso maturato nel corso degli anni. Pur non essendo il tipo di prodotto che definirei “for fans only”, come nel caso di “The Bird” o

mercoledì 13 novembre 2024

L'eredità di Charlie

 


Questo ultimo romanzo di John Scalzi non è una storia di fantascienza, genere a cui viene principalmente associato, bensì una parodia sui film di spionaggio e dei loro cliché raccontato con il suo stile leggero e ricco di dialoghi veloci, brillanti, divertenti ed un po' cinici.

mercoledì 6 novembre 2024

I.L. - La ragazza dai mille volti

 


Interamente raccolto in un unico volume dalla JPop è una delle produzioni più adulte del Maestro Osamu Tezuka, i suoi personaggi classici fanno solo dei piccolissimi cammeo in un paio di vignette e se si esclude una storia non ci sono gag.

mercoledì 30 ottobre 2024

Dungeon Food

 


Sarò onesto, ho scoperto questo fumetto dopo che mi avevano parlato della serie animata su Netflix, che non ho ancora visto, e da appassionato di fantasy e giochi di ruolo non potevo certo farmelo sfuggire. Chi gioca a Dungeons & Dragons, o altre ambientazioni fantasy, si è trovato almeno una volta in una situazione simile, che sia in modo caciarone oppure più serioso, e l'idea mi ha subito intrigato.

Farin

Durante il combattimento in un dungeon contro un drago rosso degli avventurieri vengono quasi sconfitti, prima di essere divorata dal drago la maga Farin riesce con un incantesimo a teletrasportare i compagni in superficie salvando loro la vita con il suo ultimo gesto. Laios, guerriero e fratello di Farin, decide di partire in una missione di soccorso con lo scopo di uccidere il drago ed estrarre il corpo della sorella prima che venga digerita, il tempo è di circa un mese, e resuscitarla. Persi nella fuga parte dell'equipaggiamento e soldi per non perdere tempo a riottenere le risorse necessarie Laios decide di mangiare i mostri del dungeon, seguendo questa idea strampalata lo scassinatore Half Foot Chilchuck e la maga elfa Marcille, grande amica di Farin, decidono di accompagnarlo seppure con qualche riserva. Anzi, molte riserve, soprattutto da parte di Marcille. A loro si aggiunge il nano Senshi, esperto cuoco di mostri che decide di seguirli per aiutarli a nutrirsi bene durante la missione sentendo un po' la responsabilità di non lasciare delle persone senza un valido sostegno per il nutrimento.

L'autrice Ryoko Kui s'ispira molto a Dungeons & Dragons con le classiche razze di Umani, qui 

Laios, Senshi, Chilchuck e Marcille
chiamati Tallman, Elfi e gli halfling, rinominati Half foot, con alcune sostanziali differenze come guerrieri che apprendono magie con una certa semplicità seppur di livello basso. Il dungeon è costituito come un vero ecosistema in cui i vari mostri, sparsi per ogni piano, s'impediscono a vicenda di uscire in superficie, specie a quelli più in profondità e pericolosi. Inoltre intorno al labirinto ruota una florida economia per la città che sorge nei pressi, resa più ricca dagli avventurieri che la frequentano con leggi che ne regolano la professione e la nascita di lavori specifici come gruppi di esploratori che vanno alla ricerca di avventurieri morti da resuscitare in cambio di una quota dei tesori trovati come pagamento.

Laios guarda ai mostri come un bambino guaderebbe gli animali e il mangiarli è per lui un sogno che si avvera, questo unito al suo carattere molto semplice e socievole ( o invadente) porta a dialoghi e situazioni comiche e surreali mentre interagisce con i compagni ed altri personaggi ma nonostante la comicità l'autrice non manca di tratteggiare aspetti più profondi dei protagonisti anche con eventi drammatici pur mantenendo sempre un'aria scanzonata e senza degenerare in niente di troppo cupo. La loro avventura non si limita ad una specie di trip advisor di mostri, la trama si rivela molto più complessa ed articolata, ma ovviamente non vi anticipo nulla, in cui vengono approfonditi anche personaggi al di fuori del gruppo come il guerriero Kabru, che ha altissime aspettative per il futuro del dungeon ma non le capacità di metterle in pratica, e Namari, guerriera Nana ed ex membro del gruppo originale di Laios.

Lo stile è molto semplice ed essenziale ma non è da considerarsi un difetto anzi personalmente mi piace molto proprio per questo, nel corso della storia si arricchirà ma senza troppi dettagli.

Il manga è composto da 14 volumetti, una serie quindi molto corta, ed è pubblicato dalla J-Pop.

mercoledì 23 ottobre 2024

L'ascesa di Kyoshi

 


“L'ascesa di Kyoshi” è il primo romanzo dedicato all'Avatar del regno della Terra di due generazioni precedenti Aang, scritto F. C. Yee con la supervisione di Michael Dante DiMartino, uno dei creatori della serie, ed è molto avvincente, può sembrare strano visto che sappiamo benissimo che non le succederà niente poiché sappiamo delle sue azioni mostrate nella prima serie animata ma ciò non rende la lettura meno interessante nel vedere il suo cammino nel diventare quella che è l' Avatar più forte e grintosa conosciuta.

Il mondo sta scivolando

mercoledì 16 ottobre 2024

Joker il Mondo

 


Dopo l'antologia su Batman del 2021 la DC Comics dedica un progetto identico al Joker, in brevi storie autoconclusive autori di vari paesi realizzano storie ambientate nei propri paesi con alcune libertà creative. Pur spaziando fra vari generi vengono mostrate le varie sfaccettature del personaggio che rappresenta la follia in ogni sua forma, sia che abbia un comportamento un po' più giocherellone sia nei suoi aspetti più efferati. Ovviamente il personaggio rimane fedele a se stesso, non viene trasformato in un antieroe o in un romantico e tormentato criminale.

Come consuetudine per questo tipo di progetti alcune storie sono più riuscite di altre, sia da un punto di vista dell'idea alla base sia da quello puramente dei disegni piuttosto che per i contenuti.

Il Joker di "Strategia
 della tensione"
Inizio con un piccolo tocco di etnocentrismo, “Strategia della tensione” è realizzata da Enrico Brizzi, Paolo Bacilieri e Vincenzo Filosa, autori affermati che hanno lavorato per Bonelli ed altri editori spaziando in vari generi, ed è ambientata a Bologna durante gli anni di piombo. Joker è presentato come un professore universitario di un corso sul teatro al DAMS ed assiste agli scontri sempre più violenti fra gli studenti ed i poliziotti, divertendosi in quel caos quasi ne fosse un rappresentate.

Quella Sud Coreana, “Imitatore”, di Inpyo Jeon e Jae Kwang Park è forse quella che ho preferito di più e che rappresenta l'essenza del Joker in quanto avatar della follia, un poliziotto indaga sui crimini commessi da emulatori del criminale sparsi per tutta la città di Busan nel distretto di Saha guadagnandosi il nomignolo, fra di loro, di “Batman che parla” catturando la loro attenzione e scavando in profondità nel loro modo di agire.

Due storie ambientate in Sud America mi hanno colpito per i disegni,

In "Città dei pazzi,
cimitero dei vivi"
“Città dei pazzi, cimitero dei vivi” dei brasiliani Felipe Castilho e Tainan Rocha e “Il lottatore” di Alvaro Fong Varela e Oscar Pinto ambientato in Messico. La prima ha uno stile estremamente particolare, d'impatto ed astratto decisamente molto originale, del tutto diverso quello del disegnatore messicano che ne utilizza uno molto pittorico.

Non mancano elementi comici e grotteschi come un casting per scegliere il rappresentante del Joker per il lancio del marchio in tutto il mondo, comprendente nella giuria il pagliaccio originale.

Personalmente ho preferito “Batman il Mondo”, per quanto la lettura mi sia piaciuta e raggiunga un paio di picchi notevoli ve la consiglio solo se siete fan del personaggio e di esperimenti del genere.

mercoledì 9 ottobre 2024

L'uomo immaginario

 


Al Ewing è un affermato sceneggiatore di fumetti, nel 2018 rilanciò il Golia Verde con la testata “Immortal Hulk” ma si è occupato anche di altri personaggi come gli Avengers e i Guardiani della Galassia, si è dedicato ovviamente anche alla prosa e “L'uomo immaginario”, pubblicato nel 2013, è il suo primo romanzo ad arrivare nel nostro paese.

In questo mondo i personaggi di film e serie televisive non sono attori ma persone create geneticamente specificatamente per interpretare quel personaggio, non solo fisicamente ma anche caratterialmente e psicologicamente che sia un adattamento di un libro, un fumetto oppure una creazione originale. Sono chiamati Immaginari, ed in caso di proprietà intellettuali i cui diritti sono decaduti ne possono esistere diverse incarnazioni, le case di produzione possono crearne proprie versioni mantenendo alcune differenze in modo che venga rispettato il copyright. Tenuti sotto regolare contratto vengono poi lasciati liberi di vivere le loro vite una volta che questi scadono o i progetti per cui erano creati fallivano, con qualche problema d'integrazione. A Los Angeles gli Immaginari sono una vera comunità, una minoranza non sempre visti di buon occhio dai cittadini alcuni dei quali si definiscono Realisti che non li considerano veri esseri viventi anche per il fatto che non invecchiano, almeno all'apparenza. Questo porta ad una serie di considerazioni sul significato di umanità ed identità che richiamano il lavoro di Dick, le analogie sono evidenti ma è principalmente una marcata parodia del mercato cinematografico hollywoodiano, come gli attori vengano sfruttati dalle case di produzione fino a quando non ne hanno più bisogno, come solo una piccola parte di loro riescano a diventare famosi e lo sfruttamento all'inverosimile delle proprietà intellettuali di cui le varie versioni di Sherlock Holmes ne sono un ottimo esempio.

Non a caso il protagonista è Niles Golan, scrittore di thriller con un'altissima considerazione di se e del proprio lavoro, senza riuscire a celare troppo, neanche con se stesso, la sua avversione per gli Immaginari nonostante li frequenti abitualmente. È il classico esempio dell'aspirante scrittore per il cinema che pensa di sovvertire il sistema con la sua sola presenza ed invece ne è completamente asservito, è insicuro e si fa molti viaggi mentali in cui si costruisce scenari in cui risulta vincente. Frequenta gli Immaginari per sentirsi comunque migliore di loro, il suo sogno è di partecipare alla creazione di uno di essi per potersi sentire appagato dall'aver “creato” una vita.

La parodia è cinica e amara, d'altronde Ewing è inglese, e comprende il modo in cui fan e creativi vedano le varie opere con occhi molto diversi e ciò che alcuni considerano un capolavoro per altri è qualcosa di mediocre.

“L'uomo immaginario” non è ambientato in un lontano futuro ma nel 2013, a parte la creazione degli Immaginari la tecnologia non è particolarmente avanzata ma si può dire che l'autore è stato, per certi versi, profetico, oggi le Intelligenze Artificiali sono molto all'avanguardia e fra qualche anno potrebbero essere impiegate proprio per creare personaggi ideali senza bisogno di attori.

mercoledì 2 ottobre 2024

Demon Wars

 


Questa miniserie è il seguito diretto di “Demon days”, pubblicata l'anno successivo è sempre realizzata interamente da Peach Momoko che costruisce una storia con una visione più ampia coinvolgendo un maggior numero di personaggi.

Mariko e gli yokai
Mariko continua la sua vita come se l'avventura vissuta sul monte Kirisaki non fosse mai accaduta, sua nonna e la domestica non ne parlano e lei stessa stenterebbe a crederci se non fosse che da allora vede gli yokai che si muovono invisibili nel mondo degli umani, separati da una barriera molto sottile che lei riesce a varcare con le sue percezioni. Se si escludono queste apparizioni ed occasionali scosse di terremoto la sua vita prosegue normalmente fino a quando la ragazza non viene attirata nel mondo degli yokai scoprendo che assieme a quello degli umani è minacciato dell'oni Kigandoshi, decapitato molto tempo fa e come rivelato nella miserie precedente è legato a Mariko. L'oni si è
Yamato
risvegliato dal suo sonno e le scosse di terremoto ne sono l'effetto collaterale, lei è l'unica in grado di farle cessare rendendolo di nuovo integro risvegliandolo completamente tuttavia ci sono yokai che credono che risvegliarlo sia pericoloso in quanto non è sicuro che possa dimostrarsi amichevole e se fosse ostile non riuscirebbero a contenerlo una volta integro. La ragazza si troverà al centro di un conflitto fra due fazioni in uno dei più classici cliché della Marvel, super eroi che si fanno la guerra per poi allearsi oppure appacificarsi subito dopo.

La storia ha toni onirici evidenziati dalla colorazione, nel mondo degli umani sono smorti mentre in quello degli yokai diventano più vividi lasciandoci in sospeso su quale dei due sia reale.

Anche in questo caso i personaggi sono, per la maggior parte, perfettamente riconoscibili grazie a delle finezze grafiche, un bonzo con il volto coperto abbigliato in blu e rosso con l'ideogramma della “a” che spicca al centro del cappello che gli copre il viso ed uno yokai con motivi rotondi concentrici bianchi e rossi sul kimono di nome Yamato sono un riferimento estremamente evidente ad un certo supersoldato. Segnalo anche un'armatura stregata color oro e rosso, diretto rivale di Yamato, ed un gatto antropomorfo nero, ovviamente, con due code.

Come per “Demon Days” la storia è molto influenzata dallo stile giapponese in cui vengono lasciate aperte questioni e senza dare vere risposte lasciando in sospeso il lettore su alcuni punti della trama.

mercoledì 25 settembre 2024

Demon Days

 


Peach Momoko è un'autrice giapponese che ha saputo conquistarsi un nutrito seguito di estimatori in America prima con storie brevi e copertine per le principali case editrici di comics fino a firmare un contratto in esclusiva con la Marvel, nella miniserie del 2021 “Demon Days”, di cui è autrice completa, reimmagina alcuni personaggi della Casa delle Idee come appartenenti al folklore giapponese.

Mariko

La storia ha un impronta molto classica in cui la giovane Mariko Yashida, nome ben noto ai Marvel Fan, deve scoprire se stessa tramite il classico “cammino dell'eroe”, con il pezzo di un'armatura mascellare ed un tanto, un pugnale lungo, consegnatele dalla nonna adottiva parte alla volta del monte Kirisaki, luogo interdetto agli esseri umani. Nel suo cammino Mariko s'imbatterà in avversari soprannaturali ed alleati, come il lupo Logan legato ad una donna samurai cacciatrice di mostri vissuta secoli prima, e la maschera ed il tanto risveglieranno in lei poteri per combattere assieme ricordi sopiti che le rivelano, man mano che procede, chi è realmente.

Come vedete quindi ricco di cliché, c'è da tenere presente però che il target di riferimento è principalmente un pubblico di giovani che magari non hanno mai letto comics e questo potrebbe essere un nuovo modo per avvicinarli a personaggi che probabilmente
conoscono solo tramite film e serie animate.

La cosa molto interessante è il vedere la reinterpretazione dei personaggi dell'autrice, ben riconoscibili anche al lettore meno esperto, che integra nell'immaginario nipponico trasformandoli in yokai, anche se non in accezione completamente negativa sarebbero mostri come i tipici oni, gli orchi giapponesi, e i kami, spiriti che vengono adorati come divinità. Ma il punto fondamentale è lo stile di Peach Momoko, con bellissimi acquerelli realizza disegni eleganti arrivando ad ispirarsi, in alcuni casi, ai disegni di artisti storici nipponici.


Alcuni potranno trovare questa miniserie qualcosa d'inconciliabile fra le due tipologie di fumetto ma io trovo sempre interessanti esperimenti simili, l'autrice modifica l'aspetto dei personaggi in modo che siano sì riconoscibili ma anche ben integrati con l'immaginario nipponico rivelando la loro identità con oggetti che indossano o anche i nomi, con una minimale conoscenza di alcuni termini, appresi ovviamente grazie ad anime e manga, si possono cogliere diverse citazioni.

mercoledì 18 settembre 2024

Conversazioni sul fumetto

 


Se siete appassionati di fumetti quando vi ritrovate con i vostri amici per una serata la conversazione verterà sicuramente sulle vostre storie preferite, sugli autori che amate (o odiate) e perfino sul linguaggio utilizzato da certi scrittori e su come sia invecchiato oppure ancora attuale. Ecco, immaginate una conversazione simile fra due giganti del fumetto quali Will Eisner e Frank Miller. Il primo ha lavorato nell'ambiente fin dagli anni '30 ed è riconosciuto come uno dei più influenti autori che a contribuito a creare l'industria, il secondo è stato un grande innovatore del linguaggio del fumetto non solo rilanciando personaggi classici quali Daredevil (Devil, se preferite) e Batman ma anche con opere personali che sono entrate nell'Olimpo dei fumetti.

Non è una specie di doppia intervista ma è proprio una lunga chiacchierata fra i due maestri,

registrata nel 2002 e pubblicata nel 2005 poco dopo la morte di Eisner, in cui parlano di argomenti molto interessanti, suddivisi in capitoli per rendere la lettura più pratica, che vanno dal loro metodo di lavoro all'immagine professionale del fumettista. Questo tema ricorrerà spesso nelle loro conversazioni, quello dell'autore di fumetti è sempre stato visto come il fanalino di coda dell'editoria e questo fino a qualche anno fa quando il lavoro di ottimi professionisti, fra cui loro, non l'hanno portato ad un livello più alto. Se negli anni '30 a lavorare nei comics erano principalmente ebrei il motivo era proprio che erano considerati il settore più infimo dell'editoria e dell'illustrazione ed a causa delle discriminazioni razziali chi voleva lavorare in quel campo non aveva altra scelta.

Contiene un sacco di aneddoti sul mondo del fumetto vissuti dagli autori, le lotte per il giusto riconoscimento del proprio lavoro, anche a livello economico, e la possibilità di creare un sindacato di disegnatori, ognuno dei due con approcci completamente diversi, e il tentativo fallimentare di Eisner di creare un salotto di fumettisti come in Europa in cui potessero confrontarsi su idee e progetti.

Si confrontano sul loro metodo di narrazione così diverso, Eisner associa il suo al teatro e Miller al cinema ed è una considerazione molto interessante che rispecchia benissimo il loro metodo di narrare le storie.

Un volume ricco di notizie interessanti che servono anche per apprezzare o almeno conoscere il metodo di lavoro di questi mostri sacri del fumetto.

mercoledì 11 settembre 2024

Cose fragili

 


Antologia in cui sono raccolte alcune poesie e racconti in prosa di Neil Gaiman in cui spazia fra vari generi, onestamente ne ho trovati alcuni più riusciti di altri.

Quello con le premesse più originali è senza dubbio “Uno studio in smeraldo”, un'interessante quanto curiosa fusione fra le ambientazioni di Sherlock Holmes e quella del mito di Cthulhu di Lovecratf e nonostante le premesse davvero poco convincenti funziona alla grande integrando ed amalgamando i due universi narrativi in uno completamente nuovo e del tutto credibile. Come il titolo lascia intendere è una rivisitazione de “Uno studio in rosso”, primissima storia di Doyle su Sherlok Holmes, ma con lacune sostanziali differenze che i fan del detective più famoso della letteratura noteranno sicuramente. All'interno sono citati altri riferimenti ai romanzi classici di fine XIX secolo come simpatici articoli pubblicitari.

La storia che mi è piaciuta più di tutte, però, è “Il sovrano del Glen”, con protagonista Shadow è un piccolo sequel di “American Gods” ed ovviamente per apprezzarlo bisogna averlo letto. Sono passati due anni dagli eventi del libro e continuando il suo viaggio per il mondo senza meta Shadow arriva in Scozia dove viene reclutato per un lavoro da un viscido dottore, si tratta di fare il buttafuori ad una festa privata che si svolgerà nel week-end scoprendo di essere stato coinvolto in un rituale di sangue. Quelli che, secondo Wendsday, sono i più potenti. Si mantengono le atmosfere di “American Gods” in cui simbologie, sogni, folklore e religione si fondono e Shadow deve capire chi è in base al suo retaggio di sangue.

Gaiman affronta anche il genere della fantascienza con “Golia”, un racconto realizzato su commissione per l'uscita del primissimo capitolo di “Matrix” al cinema e pubblicato sul sito del film poche settimane prima dell'arrivo nelle sale ed il protagonista racconta della sua esperienza in cui tempo e realtà iniziano a sfaldarsi intorno a lui. Ci sono alcune libertà sulla storia ma va tenuto conto che non poteva fare troppi spoiler per lasciare i lettori con la curiosità, inoltre era di molto precedente all'evoluzione successiva del franchise.

Molto carino è il racconto scritto dall'autore come regalo per la figlia maggiore, e pubblicato nelle antologie con il suo permesso, intitolato “L'uccello del sole”, per protagonisti ha i membri dell'Epicurean Club, uno di quei circoli esclusivi in cui i ricchi membri si divertono a gustare animali esotici e strani. I personaggi sono caratterizzati in modo buffo ed ironico e satirizzano i comportamenti dei tipici ricconi annoiati, colpevoli dell'estinzione degli unicorni si lamentano di non aver più ormai prelibatezze da gustare nonostante la gran quantità di coleotteri ed insetti conosciti ed ancora da scoprire. Uno dei membri, il più vecchio e male in arnese, gli rivela l'esistenza dell'uccello del sole di Suntown, vicino a Il Cairo, e nonostante alcune riserve gli convince a partire in una storia in bilico fra il comico, il satirico ed un po' di sano mistero.

Molto interessante il progetto ancora in corso d'opera de “I tarocchi vampiri”, brevi raccontini, anche di poche righe, legati ognuno ad una figura degli Arcani Maggiori con tema centrale appunto i vampiri. Per completare le 22 figure ne mancano sette, il progetto prevede che poi le carte vengano illustrati da Rick Berry, illustratore e pittore che ha realizzato carte per Magic e la primissima copertina in arte digitale nel 1985 per “Neuromante” di William Gibson.

Nell'introduzione Gaiman racconta degli aneddoti sulla realizzazione dei vari racconti inserendo un breve racconto inedito che era stato realizzato per essere inserito in “American Gods” ma rimasto escluso, l'autore lo ha però utilizzato in modo originale.

mercoledì 4 settembre 2024

Silver Surfer - Parabola

 


Galactus arriva sulla Terra presentandosi alla razza umana dichiarando di essere giunto dallo spazio per affrancarla dalla loro condizione terrena invitandoli a vivere seguendo i loro impulsi, questo scatena il caos in tutto il mondo e il predicatore televisivo Colton Candell approfitta della situazione per autoproclamarsi profeta di quello che appare all'umanità come un vero e proprio dio per ottenere maggior potere sulle masse dei credenti ma Silver Surfer, antico araldo del Divoratore di Mondi, comprende che il suo vecchio padrone ha in mente qualcosa per potersi nutrire dell'energia del pianeta senza però infrangere la sua promessa di non distruggere la razza umana.

“Parabola” è stata la prima collaborazione fra autori con concezioni del fumetto diametralmente opposte fra loro, Moebius, autore icona del fumetto europeo, collabora con Stan Lee per la realizzazione di una storia sul un personaggio di un fumetto americano, decisamente più mainstream e lontano dai suoi lavori precedenti. Oggi non è una novità ma al tempo fu un vero evento.

Il Sorridente realizza una storia seguendo il “metodo Marvel” che l'ha reso famoso scrivendo la trama e lasciando a Moebius la piena libertà per le impostazioni delle vignette ed il ritmo della storia, pubblicata nel 1988 sembra essere ambientata in un prossimo futuro slegata dal Marvel Universe tradizionale in cui non esistono i supereroi oppure in un periodo in cui sono scomparsi, ma non è fondamentale per la storia.

I due personaggi principali vengano rappresentati come divinità, fin dalla loro prima apparizione negli anni '60 erano associati a creature ultraterrene soprattutto Galactus, sempre dipinto come privo di emozioni volto a nutrirsi per sopravvivere nonostante la distruzione che porta. D'altronde le linee guida che Jack Kirby ricevette da Stan Lee per la realizzazione del numero fu “I FQ affrontano Dio”, e seguendo queste semplici parole il Re creò il Divoratore di Mondi ed il suo araldo argentato. Come lascia ben intendere anche il titolo ci sono molti riferimenti alla religione, purtroppo la storia risulta un po' datata sotto alcuni aspetti quindi non è una lettura che mi sentirei di consigliare a chi si sta approcciando da poco al personaggio, a meno che non ne siate veri fan, oppure abbiate una conoscenza del Marvel Universe e del periodo in cui fu pubblicata la prima volta.

I disegni... bè, che si può dire dei disegni? È Moebius. E questo già basterebbe. Mi limito a dire che ha

reso Galactus granitico, regale e più freddo che mai verso i mortali senza però sembrare qualcosa di già già visto negli anni precedenti, ed alla solidità di Galactus contrappone l'eleganza e la morbidezza di Surfer anche mentre è semplicemente in piedi sulla sua asse.

La storia è stata stampata da noi varie volte nel corso degli anni, più recentemente nella linea dei “Marvel Must Have” della Panini ma vi consiglio di cercare l'edizione sempre della Panini del 2014 che ha un formato più grande del classico comic book e permette di apprezzare meglio i disegni.

mercoledì 27 marzo 2024

Il cacciatore del buio

 


Secondo libro del ciclo dedicato a Marcus e Sandra Vega, sono trascorsi tre anni dal loro incontro ed in questo lasso di tempo Marcus ha continuato nel suo lavoro d'investigazione maturando un certo malcontento verso i misteriosi capi di cui non sa nulla e che si rifiutano anche solo di parlargli direttamente dandogli istruzioni tramite Clemente. La cosa è aggravata dalla sensazione che lo intralcino deliberatamente negandogli risposte e risorse per proseguire le indagini su un caso di omicidio efferato che loro stessi gli avevano incaricato di risolvere nel più assoluto riserbo, questo alimenta la sua frustrazione e senso d'impotenza risvegliando in lui un lato aggressivo verso i criminali nel tentativo di riuscire a fare qualcosa. Marcus continua a domandarsi cosa fare della sua vita, privo di un passato per l'amnesia l'unica persona che conosce al di fuori di Clemente è Sandra, che rappresenta la vera prova della sua esistenza e che il suo operato conta qualcosa. La donna si è trasferita proprio a Roma iniziando una nuova vita, continuando il suo lavoro di fotorilevatrice per la polizia con nuovi colleghi e un compagno. Durante un sopralluogo per indagini personali sul luogo dell'omicidio di una coppia s'imbatte in Marcus che decide di aiutarla nelle indagini, in realtà la stava seguendo ma riceverà l'ordine d'indagare sullo stesso assassino che per il modus operandi in un successivo omicidio la stampa chiamerà il mostro di Roma.

Carrisi approfondisce molto il personaggio di Marcus, per quanto sia un investigatore esperto capace d'immedesimarsi con una persona per ricostruirne sensazioni e azioni su una scena del crimine il seguire Sandra senza mai rivelarsi, non riuscire a dare un nome ne tanto meno ad esternare quello che prova per lei è un aspetto infantile che però acquista un senso molto profondo se si considera quello che l'autore ci ha rivelato su di lui nel precedente libro.

Indagando i protagonisti rivelano una rete di protezione intorno all'assassino creata da quella che in apparenza sembra una setta religiosa ma che celebra il peccato, il peccato è il tema principale del romanzo ed a sottolinearlo è un misterioso personaggio che dimostra una conoscenza quasi soprannaturale dei peccati anche della persona più integerrima ricattandola per farsi rivelare dettagli sul caso.

mercoledì 13 marzo 2024

Superman Red Son

 


Anni '50, in piena Guerra Fredda gli Stati Uniti sono scossi dalla notizia delle incredibili imprese di un uomo avvistato in Unione Sovietica capace di volare e dotato di una forza prodigiosa, man mano che scoprono maggiori informazioni nei cittadini cresce la consapevolezza che ormai ogni loro arma e risorsa è ormai obsoleta. Il presidente degli Stati Uniti affida il compito di trovare un'arma in grado di contrastare questo Superman sovietico al più grande scienziato del paese Lex Luthor che fin da subito lo trasforma in una questione personale mettendo la distruzione di Superman davanti a tutto, compreso il suo matrimonio con la giornalista Lois Lane.


Questo Elseworld del 2003 in tre parti è ritenuto uno dei migliori, l'anno successivo ebbe la nomination come miglior serie limitata all'Eisner Award, lo scrittore Mark Millar fonde fatti e personaggi storici, come appunto la Guerra Fredda e Stalin, ed elementi supereroistici in cui la presenza di Superman spezza il precario equilibrio fra le superpotenze spingendo i vari paesi del mondo a cercare alleanze ed accordi con il Cremlino a discapito degli Stati Uniti che vedono la propria influenza crollare assieme alla sua economia.

La cosa riuscita della storia è che i personaggi restano fedeli alle loro nature, non abbiamo un Superman comunista cattivo ed un Lex Luthor capitalista buono, Superman ha sinceramente a cuore l'incolumità delle persone di tutto il mondo e Luthor è il classico arrogante e borioso megalomane che vede nell'Uomo d'Acciaio un rivale al suo ego smisurato.

In “Red Son” abbiamo probabilmente una delle versioni più divine di Superman in quanto sembra veramente onnipotente e niente possa fermarlo, forza, intelligenza e resistenza appaiono infinite e lo si associa veramente ad una divinità.

Ovviamente non mancano altri personaggi, Jimmy Olsen è un agente della CIA e diretto collaboratore di Luthor e ci sono anche Lana Lang e Pete Ross modificati per integrarsi nell'ambientazione. In qualità di rappresentate di temisciria, alleata dell'Unione Sovietica, Wonder Woman diventa una collaboratrice stretta dell'Uomo d'Acciaio che, anche in questo caso, rappresenta l'ordine e l'autorità con la missione autoimposta di rendere il mondo un posto migliore per l'umanità intera senza usare la forza ma comunque metodi estremi solo in apparenza meno violenti ma altrettanto discutibili. Ed ovviamente c'è Batman, che rappresenta la lotta al potere ed è il simbolo dei dissidenti.

In chiusura dalla recensione una piccola considerazione, che non va minimamente ad incidere sulla qualità dell'opera, al tempo della realizzazione della miniserie Mark Millar era uno stretto collaboratore di Grant Morrison e la sua influenza è molto evidente, si nota soprattutto nel finale ma anche nella visione divina di Superman che lo scrittore di Glasgow darà in “All Star Superman” che uscirà l'anno successivo.

mercoledì 6 marzo 2024

Superman annienta il klan

 


Pubblicata originariamente nel 2019 questa miniserie in tre episodi è la riproposta di un celebre arco narrativo del radiodramma di Superman degli anni '40 in cui l'eroe affrontava e sgominava il Klan della Kroce Ardente, un ovvio riferimento al Ku Kluz Klan, e ne riprende anche l'originale ambientazione nel 1946.

I Lee, famiglia cinoamericana, si trasferiscono da Chinatown nei sobborghi di Metropolis subito imbattendosi in comportamenti razzisti da parte di alcuni membri della comunità, sia velati, con allusioni sulla loro fortuna a trovare una bella casa, sia veri e propri insulti fino ad entrare nelle mire del klan che li minacciano in modo sempre più violento per scacciarli affinché la loro purezza non venga minacciata da altre razze, credi e religioni.

Superman assieme a Roberta e suo
fratello Tommy
Vera protagonista della storia è Roberta, la figlia minore dei Lee, che a differenza del fratello fatica ad integrarsi, un po' per timidezza un po' sentendosi fuori posto nel nuovo ambiente, e questo costituirà un parallelismo con Superman che anche lui si sente diverso dalle persone che ha intorno e teme che un giorno possano aver para di lui per questo. Il Superman della storia è quello agli albori della sua vita, non volava e si spostava saltando oppure correndo molto velocemente ed era privo di molti dei suoi poteri caratteristici, come la vista termica o a raggi x, riprendendo quello delle origini in cui era “solo”forte ed a prova di proiettile dando alla miniserie un tocco di metanarrativa, ma non vi svelo il come lasciandovelo scoprire leggendolo. La S su campo nero, come nei cartoni dello studio Fleischer, è una piccola chicca per gli appassionati.

I testi sono di Gene Luen Yang, autore dei fumetti dedicati alla serie “Avatar – The last Airbender” oltre che altri titoli per la DC ed anche la Marvel, che da alla storia un misto di semplicità e realismo

Jimmy e Lois

raccontando il razzismo nelle sue sfumature, da quello fanatico, in cui qualcuno si ritiene migliore in base a preconcetti su razza e religione, a quello in cui è sfruttato come buisness. Sinceramente non comprendo il motivo di ambientare la storia negli anni '40, per come vanno le cose potrebbe essere benissimo ambientata ai giorni nostri.

I disegni sono dello studio Gurihiru, professioniste che hanno lavorato assieme a Yang sulle miniserie dedicate all'Avatar Aang. Il loro stile è quello tipico dei manga e sebbene in altri contesti mi sia piaciuto onestamente trovo che si sposi poco bene con quello dei supereroi, Superman e Lois Lane sono degli adulti ed appaiono con un aspetto che li fa sembrare poco più che adolescenti ma essendo un fumetto dedicato ai più giovani è una scelta comprensibile. Infatti sono proprio i bambini quelli a cui è affidato il futuro e il compito di andare oltre le differenze e l'odio e costruire un domani migliore.

mercoledì 28 febbraio 2024

Batman - Harley & Ivy

 


L'idea di rendere Harley Quinn e Poison Ivy amiche e complici nasce in “Batman The Animated Series”, dove debuttò la stessa Harley, ed il volume raccoglie storie pubblicate fra il1995 ed il 2014 ambientate proprio in quell'universo tutte scritte da Paul Dini. A dare il titolo alla raccolta, che è anche quello originale dell'episodio dove le due hanno iniziato la loro collaborazione, è la miniserie del 2004 in tre parti disegnata da Bruce Timm in cui le criminali partono alla ricerca di una radice che Ivy vuole usare per i suoi veleni e ricattare Gotham. Dopo una piccola discussione con Batman ed una sosta ad

Arkham prima Pamela e Harleen si ritrovano a partire per Costa Verde in America Centrale in quella che è una storia canonica per il genere dei supereroi per poi finire ad intromettersi nella realizzazione del film che le vede protagoniste. Dini caratterizza il rapporto fra le due con una specie di odio/amore, più odio da parte di Ivy e più amore da Harley in verità, nello stile classico delle coppie speculari in cui l'elemento più serio, in questo caso Ivy con la sua visione estremista e distorta della salvaguardia ambientale, deve sopportare le stramberie di quello comico, e con il suo carattere gioviale ed istintivo di stramberie Harley è una vera esperta.

Timm realizza i disegni solo della miniserie e partecipa alla realizzazione di alcune delle storie brevi illustrate da altri professionisti con uno stile simile a quello della serie animata, quindi molto cartoonesco, senza però risultare una copia di quello di Timm. Vi segnalo “Imprevisto di Natale” che vede Harley collaborare con Batgirl per salvare Ivy, disegnata da Rick Burchett, e “Modelli di vita”che è anche la più recente in cui viene usato uno stile più tradizionale dei comics e per questo apparentemente non legato all'universo della serie animata. Viene riproposta “La scommessa”, pubblicata su “Batman bianco e nero” e ricolorata per la pubblicazione, il che è strano se si considera che la storia che vi dicevo sopra è proprio in bianco e nero.

Oggi i personaggi sono diversi, non sono più solo un duo criminale ma una coppia vera e propria, per


un nuovo lettore potrebbe essere interessante vedere come nacque il loro rapporto ed ad un vecchio lettore farebbe sicuramente piacere rileggere queste vecchie storie (e non dimentichiamoci i disegni di Timm, che sono sempre meravigliosi). Inoltre Dini fa saltare all'occhio un altro aspetto della nostra pazzerella preferita e cioè che l'affetto che prova per Ivy nasca non tanto perché sia un'amica ma in quanto la sua unica amica, una sorta di punto fermo nella sua relazione con Joker e questo potrebbe mettere tutto il loro rapporto sotto una nuova luce.

mercoledì 21 febbraio 2024

Il gioco del suggeritore

 


Mila Vasquez si è lasciata alle spalle la carriera da poliziotta chiudendo definitivamente con quella vita per trasferirsi in un luogo isolato e vivere in pace per poter crescere la figlia Alice, che ormai ha dieci anni. Purtroppo i suoi vecchi capi hanno altri piani e la contattano per avere una consulenza per scoprire l'identità di Enigma, soprannominato così dalla stampa per i numeri tatuati su letteralmente ogni parte del corpo, arrestato dopo la strage di una famiglia che si rifiuta di parlare. La rivelazione che l'uomo ha tatuato addosso anche il suo nome la spinge ad accettare e dedicare dodici ore al caso, tornata in città rivede il vecchio amico Simon Berish, ormai a capo del Limbo, risentito per il fatto che abbia deciso di tornare, seppur per poco, cedendo ai giochi politici dei loro capi che intendono usarla come capro espiatorio in caso di fallimento. Mila riesce a strappare alcune informazioni ad Enigma, capendo anche l'impiego dei numeri tatuati, ma scaduto il tempo che aveva concesso all'indagine riparte verso casa ma si ritroverà intrappolata nella rete tessuta dal killer attorno a lei.

Al centro della storia è il rapporto di Mila con la figlia, molto problematico sia per la mancanza di empatia della protagonista, da cui la bambina non fa eccezione, ed il timore che l'oscurità dentro di lei ed il padre possa aver in qualche modo contaminato Alice che fin da piccola manifesta comportamenti che preoccupano la protagonista. Questa è la parte più avvincente del libro in cui si approfondisce il personaggio di Mila nel suo tentativo di essere una madre e dare alla figlia qualcosa che forse non è in grado sia per la sua incapacità di provare empatia sia un po' per paura di aprirsi, ne è un esempio che Alice la chiama raramente “mamma” ed in più di un'occasione Mila esterna la sua perplessità su aver avuto una figlia, cosa che credo ogni genitore, anche il più amorevole, si sia domandato almeno una volta nella vita. Solo che lei lo fa con una schiettezza che colpisce in faccia il lettore.

Una cosa che non mi è molto piaciuta è Due, chiamato anche Altrove è un gioco openworld realizzato alla fine del XX secolo per analizzare il comportamento umano in una perfetta, per l'epoca, riproduzione dell'intero pianeta a cui si accede inserendo le coordinate geografiche del luogo d'accesso e che, scopriamo, diventa un ritrovo di persone borderline che sfogano le peggiori pulsioni aumentando l'intensità dell'esperienza con una droga sintetica. Per quanto sia vero che in rete, soprattutto nei social, l'anonimato rende una persona normale libera di sfogare tutta la propria frustrazione ed aggressività certa che non ne pagherà le conseguenze, basta vedere i commenti a qualsiasi notizia di cronaca in cui ci sarà sempre chi patteggerà per il criminale pensando addirittura di emularlo, ma per come è descritta nel romanzo sembra la classica chiosa de “i videogiochi fanno diventare violenti” degli anni '90 e primi 2000. Ovviamente ritengo che tutta questa cattiveria mista a bullismo che si trova online sia un problema serio ma qui viene trattato con molta, anzi troppa leggerezza in cui sembra bastare un giro su Altrove per diventare, se non un assassino, almeno un criminale liquidando uno spunto molto interessante con troppa facilità. Forse è per questo che è stato il libro di Carrisi che mi è piaciuto di meno di quelli che letto finora, ammetto però che visto il titolo e i precedenti romanzi dedicati alla protagonista mi aspettavo qualcosa di molto diverso. Ma è una lettura da fare visto che comporta un'evoluzione del personaggio di Mila con spunti estremamente interessanti sul suo futuro per altri libri successivi.

mercoledì 7 febbraio 2024

Eroi, mutanti, mostri & meraviglie

 


La storia della Marvel è molto lunga e nel corso dei decenni ha accompagnato milioni di lettori, soprattutto ragazzini, con storie e personaggi che s'intrecciavano in un vero e proprio mondo che nel corso degli anni si è ingrandito. Il critico musicale e letterario Douglas Wolk definisce quell'Universo come una montagna percorsa da sentieri e cunicoli in superfice e soprattutto in profondità, per percorrerli attraverso gli anni '60, ed anche un po' prima, fino ad oggi (circa) si è letto più di ventisettemila albi a fumetti. Lo scrivo in numero per rendere meglio l'idea: 27000. E non sono nemmeno tutti, l'autore ha scartato dalla sua selezione adattamenti cinematografici, serie biografiche e fumetti su licenza, tipo Conan, realizzando uno spaccato attraverso i decenni di successi, flop, idee geniali, idee pessime, riscritture, sperimentazioni, rilanci ottimi e meno buoni. Ovviamente non parla di TUTTA l'epopea Marvel, altrimenti sarebbe servita una quantità di volumi pari alla Treccani, si limita a quelli che ritiene più interessanti scusandosi con il lettore per aver lasciato fuori il “suo fumetto preferito”. Senza essere preso dalla nostalgia da una visione delle storie usando un modo molto colloquiale e per niente pesante, anzi in alcuni casi sembra di dialogare con un vecchio amico che ti racconta dei fumetti che gli sono piaciuti e che si confronta con te su quelli che avete letto. Wolk precisa che si tratti di un appassionato di vecchia data oppure un semplice fruitore occasionale per un lettore la cosa fondamentale è divertirsi, e che non esista un punto di partenza ideale per iniziare a seguire una testata, anzi la sensazione di spaesamento può spingere alla scoperta di sentieri ancora sconosciuti di quella montagna. Ed io mi trovo decisamente d'accordo con lui.

Pur elogiando alcuni fumetti ne evidenzia i difetti soprattutto se è passato molto tempo dalla prima pubblicazione come per esempio lo stile usato da Chris Claremont sugli X-Men, sono un grande fan della sua lunga gestione dei mutanti ma riconosco che era molto prolisso e se oggi fanno uno strano effetto a qualcuno che ci è cresciuto posso immaginare come reagirebbe un ragazzo a cui, magari, sono stati consigliati come fondamentali magari senza avere una buona conoscenza di personaggi e contesto in cui furono realizzati. Ovviamente non mancano serie interessanti ed innovative odierne, come la Ms Marvel di Kamala Khan, che paragona a Spider-Man per la costruzione del personaggio ed il suo impatto, e quella dedicata a Squirrel Girl, in cui il personaggio non era più una macchietta di cui si rideva ma pur mantenendo un tono comico ed allegro risultava molto innovativo al punto che l'autore rivela di essersi commosso leggendo l'ultimo numero.

Approfondisce in capitoli dedicati alcuni argomenti e periodi della Casa delle Idee, ovviamente uno è dedicato alla collaborazione fra Stan Lee con Jack Kirby e Steve Ditko ma ce ne sono anche su periodi precedenti all'uscita di “Fantastic Four 1” e su come gli autori trattarono la guerra del Vietnam nelle storie.

Con questo saggio Wolk ha vinto, per la seconda volta, il premio Eisner per la saggistica.

mercoledì 31 gennaio 2024

Il club dei delitti del giovedì

 


In una tranquilla comunità di pensionati della campagna inglese della contea del Kent quattro arzilli vecchietti si ritrovano ogni giovedì non per giocare a carte o altri passatempi che si associano normalmente alla pensione, guidati dall'inarrestabile Elizabeth l'ex-sidacalista Ron, il terapeuta appassionato di liste ed algoritmi Ibrahim e l'ex-infermiera Joyce, l'ultima aggiunta al gruppo, studiano vecchi casi irrisolti della polizia per scovarne i colpevoli. Quando il socio del proprietario della tenuta viene assassinato nella sua casa i quattro decidono d'indagare più spinti dall'eccitazione dell'evento che per un senso di giustizia, grazie alla loro tenacia ed intelligenza riescono a procedere nelle indagini ma anche per il fatto che vengono sottovalutati o visti come non “pericolosi” a causa dell'età e dell'aspetto. E soprattutto grazie alla grinta di Elizabeth, di cui abbiamo solo qualche accenno del suo lavoro senza che venga mai rivelato esplicitamente, che con le sue conoscenze e sotterfugi riesce ad entrare in possesso di informazioni ed alleanze con la polizia per ottenere informazioni confidenziali che, altrimenti, come civili non otterrebbero.

Ogni capitolo è dal punto di vista di un personaggio diverso a cui si alternano pagine del diario privato di Joyce, che a differenza degli altri è in prima persona e con alcune digressioni e piccole divagazioni sulla sua vita passata e quella che vive nella comunità con rapporti fra gli altri residenti e la figlia.

Il linguaggio è semplice e nonostante le descrizioni dettagliate non risulta mai pesante e i capitoli brevi danno alla narrazione un ritmo molto veloce, i vecchietti hanno un modo di parlare non conforme alle espressioni odierne, anche se questa può essere considerata una sorta di gag o caratterizzazione. Pur mantenendo una narrazione ed un tono abbastanza leggero non mancano momenti toccanti come il fatto che il marito di Elizabeth stia ormai cedendo alla vecchiaia e lei, più per egoismo e tenerlo vicino a se, lo cura per conto proprio tenendolo principalmente sedato. Oppure Elizabeth che per tenere sotto controllo la propria memoria ogni giorno risponde a una domanda che si appunta su un'agenda due settimane prima, in modo da sapere prima di chiunque altro se la memoria inizia a non funzionare più.

L'autore Richard Osman è un comico e presentatore televisivo, pubblicato nel 2019 in Inghilterra “Il club degli omicidi del giovedì” è stato il suo debutto come scrittore.

mercoledì 24 gennaio 2024

La donna dei fiori di carta

 


Pubblicato nel 2012 è il terzo romanzo in ordine di pubblicazione di Donato Carrisi, ambientato nel 1916 durante la Prima Guerra Mondiale è un noir che si rivela essere legato anche alla storia del naufragio del Titanic.

Di stanza sul monte Fumo, sul confine fra Italia ed Austria, il dottor Jacob Roumann è ormai stanco di vedere morire giovani soldati senza riuscire a fare niente se non curarli per poi rimandarli a morire al fronte. Rassegnato e disgustato dalla guerra riceve l'ordine dall'arrogante maggiore, a capo della trincea dopo la cattura del tenente colonnello, d'interrogare un prigioniero italiano che si suppone possa essere un ufficiale ed utile per uno scambio di prigionieri, l'uomo non vuole parlare e siccome il medico conosce l'italiano e non ha l'aspetto di un soldato il maggiore lo sceglie per l'interrogatorio promettendogli riconoscimenti ed encomi. Roumann decide di accettare solo per per avere l'opportunità di poter salvare una vita, per farlo ha tempo fino all'alba quando verrà fucilato con altri prigionieri.

Il medico offre al prigioniero del caffè e da fumare e questi dimostra di aprirsi con lui proponendogli di rivelargli la sua identità alla fine di una storia, fra i due si instaura un rapporto di solidarietà che matura velocemente in amicizia, o qualcosa di molto simile e forse più profondo.

Roumann tramite il racconto dello sconosciuto rimette in discussione tutti gli aspetti della sua vita fino a quel momento, i rapporti fra soldati che, in quella situazione, in realtà invece che cementarsi diventano più rancorosi fra di loro e soprattutto verso se stesso e la donna che ama.

Tutto questo grazie al potere delle storie, non importa che sia vera oppure no finché è avvincente e cattura l'attenzione di chi ascolta. E al fumo. Infatti il dottore attira l'attenzione del prigioniero invogliandolo alla conversazione con il tabacco ed i due consumeranno molte sigarette, il fumare viene quasi elevato ad un'arte oltre che un piacere proibito, un rituale che inizia dall'accensione del fiammifero, che deve essere di uno specifico legno ed avere la capocchia di fosforo bianco per l'odore, piuttosto che un vizio, quindi se siete totalmente contrari al fumo forse il libro non fa per voi.

mercoledì 17 gennaio 2024

Alien - Un perfetto organismo

 


Dall'uscita del primo film di Ridley Scott nel 1979 il franchise di “Alien” ha conquistato milioni di appassionati, nel corso degli anni gli sono stati dedicati libri, fumetti e videogiochi che aggiungevano tasselli a quell'universo narrativo che però spesso si contraddicevano fra di loro. Privi di una linea guida da seguire gli autori aggiungevano dettagli ed eventi liberamente, come per esempio l'origine di una Regina spiegata nel videogioco “Alien Vs Predator”, che però finivano per cozzare con quanto raccontato da altre parti, soprattutto con i film che uscivano successivamente.

Francesco Tedeschi, scrittore e fumettista che ha all'attivo altri testi di saggistica su argomenti nerd, realizza una sorta di guida per destreggiarsi in quello che definisce lo Xenouniverse fra continuity ufficiale, stabilita tramite quello narrato nei sei film che compongono la saga, e le espansioni degli altri media che ne rientrano anche parzialmente.

L'ho trovata una lettura molto interessante sia per i fan più ferrati che quelli meno preparati, l'autore divide il saggio in varie parti, in una analizza le varie tipologie di xenomorfi apparse nel canone ufficiale, o parzialmente apocrifo, in un'altra le teorie che nei film non sono state approfondite lasciando alcune cose all'interpretazione dei fan. Ad esempio alcuni comportamenti dell'alieno che si scatena a bordo della Nostromo nel primo capitolo della saga che non hanno una spiegazione evidente nel film, oppure che invece d'impiantare il parassita nel corpo dell'ospite il facehugger lo crei direttamente utilizzandone i tessuti.

Tedeschi stila una cronologia canonica che comprende anche altri media che non sono stati dichiarati apocrifi, almeno per ora, ed analizza alcune simbologie, la più evidente è quella sessuale, vista la caratterizzazione data da H.G. Giger, e si sofferma sul significato del termine “xeno” che risulta più stratificato di quanto si può immaginare.