mercoledì 29 novembre 2023

Do a Powerbomb!

 


Che vi piaccia oppure no è innegabile che il wrestling sia spettacolare, le evoluzioni degli atleti sono rischiose e per eseguirle mettono a repentaglio la loro salute, se non proprio la vita, con salti ed acrobazie dove sbagliare di poco può portare a gravi infortuni. È proprio con un incidente sul ring che comincia la miniserie in sette numeri creata da Daniel Warren Johnson, autore che ha lavorato sia come

Lona Steelrose in azione
sceneggiatore che disegnatore per Image e Dark Horse oltre che le due major Marvel e DC ed è un omaggio alla New Japan Pro-Wrestling, federazione fondata negli anni '70 da Antonio Inoki (da noi apparve soprattutto nella serie del secondo Uomo Tigre).

Cobrasun
La campionessa dei pesi massimi Yua Steelrose muore per un incidente durante il match per il titolo contro Cobrasun, lottatore mascherato scorretto. Dopo dieci anni sua figlia Lona vuole portarne avanti l'eredità nonostante il padre cerchi, come si può immaginare, di tenerla fuori da quel mondo. Si può credere che la ragazza inizi il suo percorso di lottatrice nonostante le avversità ed il peso del suo nome ed invece la storia prende una piega del tutto inaspettata, Lona viene invitata a partecipare al torneo Vitamorte da un negromante, avete letto bene, contro avversari provenienti da altri pianeti e piani dimensionali ed il
vincitore avrebbe potuto chiedere la resurrezione di una persona. Essendo un torneo a tag match Lona chiede proprio a Cobrasun di fare squadra, essendo molto provato per aver causato la morte dell'avversaria accetta ma purtroppo c'è un piccolo dettaglio: Vitamorte si svolge con combattimenti reali. Niente di costruito, niente di
Il Negromante
preordinato.

La storia molto classica si concentra sulla crescita della protagonista, è veloce e dinamica con alcune riflessioni profonde e molto interessanti e molti colpi di scena, alcuni dei quali davvero originali ed inaspettati. Non solo i due personaggi principali sono ben caratterizzati, per quanto in modi lineare, ma anche gli avversari, molto pittoreschi nell'aspetto ognuno di loro è determinato a riportare indietro qualcuno di caro.

Il punto forte sono i disegni, dinamici e d'impatto che ben rendono uno scontro di wrestling con alcune esagerazioni per rendere al meglio le scene d'azione e le onomatopee diventano parte integrante della narrazione, non un semplice contorno per rendere i suoni. Unico appunto, è troppo breve, meritava almeno due o tre episodi in più per dare il giusto spazio ai personaggi.

mercoledì 22 novembre 2023

The Bird

 


Pubblicato nel 1994 e in Italia nel 2018 dalla Ikari “The Bird” è un'opera minore di Go Nagai, quando l'ho letta la prima volta ero convinto di trovare una lettura leggera ed invece nei due volumetti di cui è composta ci sono diversi temi iconici della narrativa del Maestro.

David Bird

David Bird è un biosoldier, un essere umano nato in laboratorio, ed unisce l'aspetto umano con le caratteristiche di un rapace, creato dalla misteriosa Organizzazione come arma vivente riesce a spezzare il condizionamento mentale che gli impedisce di ribellarsi e fugge arrivando in una città giapponese. Rimando deluso dal mondo che trova fuori da quelle mura reagisce prima con rabbia accanendosi in modo insensato su Lisa Akizuki, una giovane infermiera, per poi ritrovarsi a difenderla dai sicari inviati dall'Organizzazione per riportarlo indietro fra cui Wolf, anche lui frutto dell'ingegneria genetica, che lo odia e non aspettava altro che l'occasione per ucciderlo e Bird inizierà la sua lotta per la propria libertà.

Il comportamento astioso verso gli umani di Bird all'inizio è un aspetto tipico degli eroi di Nagai, che in molti casi rivelano un lato oscuro se non proprio sanguinario. Bird è nato e vissuto solo nell'ambito

Lisa Akizuki

dell'Organizzazione, prigioniero, ed addestrato fin dall'infanzia a diventare un soldato e quel risentimento verso il suo destino sfocia in una rabbia generata dall'invidia per poi dimostrare anche un lato infantile mentre cerca d'integrarsi fra le persone normali e di scoprire il mondo esterno che gli era sempre stato negato.

Come dicevo all'inizio della recensione il manga tocca diversi temi tipicamente nagaiani che vanno dal semplice nudismo a scene dal richiamo sessuale più o meno esplicito, in un'occasione Lisa viene usata come ostaggio e minacciata di stupro e Mary Bee, una biosoldier con le abilità delle api, vuole Bird come suo personale schiavo sessuale utilizzando un mix dei veleni che secerne per fiaccarne la volontà. Oltre a questi aspetti più commerciali vengono toccati i concetti più interessanti ed alti della narrativa tipica dell'autore, il maggiore interesse dell'umanità per lo sviluppo bellico rispetto alla ricerca medica o scientifica, la mancanza di risorse che spingono i paesi più poveri a farsi la guerra e come l'impiego di armi nucleari, batteriologiche e chimiche danneggino il pianeta accelerando così la corsa verso l'estinzione dell'intera razza umana.

Bird contro Mary Bee

Il tutto mischiato ad un po' di body horror, Bird mantiene un aspetto umano a parte le ali nere e gli artigli sulle mani ma gli altri biosoldier si trasformano in modo grottesco. Sul corpo nudo di Mary Bee appaiono elementi insettiformi come gli occhi compositi e degli aculei su tutto il corpo, anche sui seni, non certo disturbanti visto che mantiene delle fattezze comunque sensuali ed un personaggio di nome Jim Lionhead ha sul petto il muso di un leone ma ci sono altri personaggi che sono rappresentati in modo interessante ed originale. A cui purtroppo viene dedicato poco spazio, infatti tutti questi contenuti stanno davvero stretti in due soli volumetti. Meritavano di essere più approfonditi, così “The Bird” sarebbe stato un fumetto molto più incisivo nella carriera di Nagai piuttosto che una lettura riservata ai soli fan.

mercoledì 15 novembre 2023

L'uomo del labirinto

 


Rapita da tredicenne Samantha Andretti viene ritrovata dopo quindici anni provata mentalmente e fisicamente dalle sevizie subite durante la lunga prigionia, il detective privato Bruno Genko se ne era occupato senza successo su richiesta dei genitori e vede il ritrovamento come un segno del destino per chiudere un caso irrisolto prima di morire visto che è gravemente malato. Utilizzando metodi discutibili, scavalcando polizia e muovendosi sul bordo della legalità, varcandolo senza porsi tanti problemi, scopre che il rapitore è un sadico che ottiene piacere dal tormentare le proprie vittime non tanto fisicamente, anzi quell'aspetto passa in secondo piano, ma psicologicamente ed emotivamente. Andando avanti vediamo come Donato Carrisi lo caratterizzi in modo grottesco, come se oscurità e malvagità siano qualcosa di fisico che possa essere tramandato fisicamente.

Alle indagini si alternano le sedute in ospedale di Samantha con il dottor Green, profiler professionista che vuole aiutarla a focalizzare i ricordi di quanto le è accaduto per riuscire ad avere informazioni sul rapitore e catturarlo nonostante siano passate solo poche ore dal suo ricovero. Ed è proprio in questi flashback onirici che rivive le terribili esperienze in quello che chiama il Labirinto, luogo in cui era rinchiusa e sottoposta a crudeli giochi per avere cibo, acqua e vestiti ed il lettore viene colpito allo stomaco via via che i ricordi si fanno più nitidi e crudeli.

Pubblicato nel 2017 è considerato il terzo capitolo del ciclo di Mila Vasquez ma solo marginalmente, infatti Genko si rivolgerà al Limbo ed a Simon Berish durante le indagini ed anche se potrebbe essere letto senza conoscere i libri precedenti potrebbe rivelarne dettagli importanti.

Come nella più classica visione dei detective private male in arnese Genko appare come un trasandato bevitore incallito, tutto fa parte del suo codice personale per svolgere il lavoro al meglio come fingersi sprovveduto ed ignorante in alcuni campi e soprattutto non creare nessun legame sebbene faccia un'unica eccezione con Linda, una giovane prostituta transessuale. Ormai sente il peso delle sue scelte, come il non essersi mai costruito una vita e di essersi comportato male con i genitori della ragazza.

Dal libro ne è stato tratto anche un film con Tony Servillo e Antony Hopkins.

mercoledì 8 novembre 2023

Kaiju Preservation Society

 


Durante la quarantena per il covid Jamie Grey, per sbarcare il lunario, si ritrova a fare il rider per la consegna di cibo a domicilio a New York, il caso gli fa ritrovare Tom un vecchio conoscente dai tempi dell'università che gli offre l'opportunità di lavorare nella ONG per cui lavora anche lui, senza scendere troppo nei dettagli gli dice che si tratta di avere a che fare con animali molto grandi nel loro habitat naturale e che può rivelarsi molto pericoloso seppur ben retribuito. Dopo un breve colloquio e una lunga fila di vaccini inizierà il suo primo turno con la KPS scoprendo che gli animali sono molto più grandi di qualsiasi cosa abbia mai potuto immaginare, infatti la ONG si occupa di creature enormi che raggiungono i cento metri chiamati kaiju in onore al genere cinematografico giapponese anche se estremamente differenti da quelli dei film.

Il romanzo è narrato in prima persona dal protagonista, assieme a lui ed ai suoi tre amici, anche loro novellini, vediamo la loro formazione per diventare membri efficienti della Kaiju Preservation Society e come destreggiarsi in un luogo dove ogni cosa vuole veramente ucciderti. No, non si tratta dell'Australia, dove si trovano, come fanno a raggiungerlo e come tutto rimanga sconosciuto alla società sono cose che lascerò scoprire a voi durante la lettura.

John Scalzi tratteggia con cura i personaggi e l'ambientazione senza essere eccessivamente descrittivo mantenendo un linguaggio semplice ed utilizzando uno stile ironico e scanzonato anche nella maggior parte dei momenti drammatici. Durante la prima missione di Jamie in cui deve assistere il pilota dell'elicottero per la somministrazione di ferormoni per instillare ad un kaiju non propriamente sveglio, e per questo paragonato ai panda, la voglia di accoppiarsi con l'unica femmina della sua specie nella zona la missione viene descritta semplicemente ma in modo estremamente vivido assumendo toni tragicomici. Gli scambi di battute sono brillanti, veloci e frizzanti ed a tratti surreali, e se cercate il nome per la vostra band potreste trovare molti spunti da qualche strano organismo o principio scientifico.

Non mancano temi più importanti e momenti toccanti ma lo stile rimane sempre semplice e scorrevole al punto che il libro può essere una lettura ottima sia per un appassionato di vecchia data della fantascienza (e dei film con i kaiju) sia per chi al genere non ci si è mai avvicinato. Inoltre potrebbe essere un'ottima lettura per i ragazzi delle medie.

Scazi non ci descrive mai i kaiju fisicamente a parte qualche dettaglio qua e là nel libro, letteralmente ricoperti di parassiti sono praticamente degli ecosistemi viventi, in questo modo i lettori possono immaginarseli come preferiscono venendo coinvolti attivamente nella lettura.

mercoledì 1 novembre 2023

Il manga secondo Hirohiko Araki

 


Nel 2018 la Star Comics pubblicò questo libro del Maestro Hirohiko Araki in cui il fumettista illustra il suo metodo di lavoro, maturato nel corso degli anni, come una guida per chi volesse intraprendere il mestiere dell'autore di fumetti. Rivolto principalmente agli aspiranti mangaka, gli esempi si rifanno agli shonen, con i dovuti distinguo può essere applicato ad ogni genere di fumetto ed è molto utile anche per chi è interessato a fare lo sceneggiatore o lo scrittore. Per un appassionato come me, che adora vedere i processi creativi ed il lavoro dietro la realizzazione di un fumetto è praticamente un saggio sul metodo di lavoro di un autore che, nonostante alcuni alti e bassi in alcuni suoi ultimi lavori, è da sempre uno dei miei preferiti.

Mi ha colpito molto il metodo con cui suggerisce di creare i personaggi tramite un attento studio per renderli il più realistici possibili, annota tutti gli aspetti del personaggio su delle schede con numerose voci come dettagli fisici, caratteriali e vita personale comprendendo anche informazioni che non verranno utilizzate nella storia ma che sono indispensabili per caratterizzarlo e renderlo realistico. Le schede contengono sessanta voci e questo procedimento è utilizzato per ogni personaggio, compresi quelli secondari, con un lavoro noioso ma fondamentale per la caratterizzazione. Per evitare che alla lunga porti alla generazione di personaggi uguali è necessario cercare fonti d'ispirazione da film, articoli, libri, riviste e soprattutto dalla vita reale. Per Araki è fondamentale lo studio della realtà in modo da non rappresentare in modo approssimativo o artificioso ciò che disegna, questo vale per personaggi, oggetti di contorno, come armi o cibi e bevande, e soprattutto per l'ambientazione. Per caratterizzarla in modo credibile non è sufficiente fare ricerche su libri od online ma è indispensabile recarsi di persona in quei luoghi per rendersi conto delle emozioni che possono suscitare e riportarle in modo fedele, basti pensare alla scena dell'arrivo in India o del parco con le sculture degli animali a Singapore in “Stardust Crusaders”. Il realismo è sempre stato un punto fermo per la saga di “Jojo”, il Maestro espone con forza questa sua convinzione attraverso il suo alter ego Rohan Kishibe, personaggio della quarta serie che lavora proprio come fumettista e giustamente appare nella copertina assieme al suo creatore.

Non mancano consigli molto pratici su come realizzare effetti specifici, come il fuoco o l'acqua, gestire gli storyboard, sull'anatomia e su come scegliere d'impostare la realizzazione dei disegni a seconda del tipo di storia.

Ci sono anche alcune informazioni sul suo percorso professionale, che danno al libro un tocco autobiografico, su come sia riuscito a trovare uno stile riconoscibile grazie alle sculture e sull'importanza, per lui, di lavorare in analogico.