mercoledì 25 ottobre 2023

Il tribunale delle anime

 


“Il tribunale delle anime” è il secondo romanzo di Donato Carrisi, pubblicato nel 2011 è, al momento in cui scrivo, quello che mi è piaciuto di più fra quelli che ho letto finora.

Ambientato a Roma la narrazione segue le storie di due personaggi, Marcus, misterioso uomo vittima di una totale amnesia in seguito ad un colpo di pistola alla testa, e Sandra Vega, fotorivelatrice della scientifica di Milano. Marcus sta indagando sulla sparizione di una ragazza rapita da un serial killer che potrebbe essere ancora viva, Sandra cerca risposte sulla morte del marito, reporter freelance, e parte per la capitale seguendo alcune delle tracce che le ha lasciato, fra cui la foto di un uomo con una cicatrice sulla tempia, in cerca di risposte e forse anche di vendetta.

In una Roma tempestata dal maltempo i protagonisti si muoveranno in quella che si rivelerà la rete del gioco di un sadico che contrappone bene e male in crimini che non sono collegati alla scomparsa della ragazza ma che sembrano essere l'unico modo per riuscire a trovarla, in questi casi si susseguono colpi di scena ad un ritmo veloce ed incalzante. Procedendo con la lettura vengono rivelate cose sull'organizzazione di cui fa parte Marcus, organizzazione che rimane nell'ombra al punto che i suo membri non usano cellulari, per comunicare si appoggiano a caselle telefoniche o cassette della posta in condomini di appartamenti vuoti, e non usano auto a meno che non sia necessario.

La narrazione è molto introspettiva essendo ognuno dei protagonisti più alla ricerca di risposte su loro stessi. Marcus sta cercando di capire chi è e se è rimasto qualcosa di quello che era prima, scoprendo cose che non gli piacciono come per esempio l'essere anche pronto ad uccidere ed appuntando i nebulosi dettagli del momento dello sparo che gli appaiono in sogno sul muro della stanza dove vive. Sandra è ancora aggrappata alla memoria del marito al punto di ascoltare ogni giorno l'ultimo messaggio che le ha lasciato in segretaria per udirne la voce, per quanto determinata a scoprire le cause della morte si rivela anche, sotto alcuni aspetti, vulnerabile.

La storia si svolge nell'arco di cinque giorni intervallati da dei flashback, ambientati un anno prima, che scopriamo essere un approfondimento sul lavoro dell'organizzazione di Marcus in cui un cacciatore insegue intorno al mondo un killer trasformista, continua a vivere le vite delle sue vittime fino a quando non viene scoperto per poi ripartire e trovare un altro bersaglio.

mercoledì 18 ottobre 2023

Fuse Box

 


Questo volume segna il ritorno di Kenichi Sonoda in Italia, oggi si può definire un autore di nicchia ma negli anni '90 è stato molto famoso per il suo il fumetto più conosciuto (e per certi versi controverso) “Gunsmith Cats”, serializzato su Kappa Magazine della Star Comics che purtroppo non ha mai avuto un'edizione in volume completa. Dopo la ristampa in volumetti di “Exaxxion” nel 2010 da parte della GP Publishing, serializzato qualche anno prima sempre su Kappa Magazine, l'autore è sparito dalle nostre fumetterie fino a questo volume della Hikari che spero sia un apripista per il suo ritorno nel nostro paese.

Luffy da "Gall Force"

“Fuse Box” contiene storie autoconclusive principalmente di fantascienza fra cui alcune dedicate a "Gall Force" e "Bubblegum Crisis", serie OVA a cui Sonoda lavorò per la Youmex negli anni '80 e che lo resero famoso in America, per apprezzarle a pieno è indispensabile conoscere almeno un po' gli anime cui sono collegate tuttavia “Private Lives” è comprensibile anche per chi non ha mai visto “Gall Force” ed ha come protagonista il personaggio più iconico della serie Luffy, bionda con una meches verde ed una stella sotto l'occhio l'avrete vista sicuramente almeno una volta se seguivate una qualsiasi rivista di animazione degli anni '90 e primi anni 2000.

“Moonbase 2099” è la storia più lunga, divisa in tre parti, ed osservando lo stile di disegno sembra essere la più vecchia, dopo aver risposto alla richiesta di soccorso di uno scienziato russo un contingente militare giapponese si troverà a dover fronteggiare i sovietici e le loro nuove tecnologie, in puro stile anni '80 i russi sono semplicemente i cattivi ed avrebbe potuto essere un episodio di lancio per una serie più lunga vista l'ambientazione interessante anche se solo accennata. “Le mie adorabili Bonnie” si tratta sempre di fantascienza molto classica , l'esercito americano impegna in una

Le androidi Bonnie
simulazione in una zona urbana due androidi da guerra sperimentali, estremamente versatili riescono ad adeguarsi alle varie situazioni fino a quando non diventano fin troppo efficienti con grande soddisfazione dell'ufficiale a capo del progetto.

I fumetti occupano circa metà del volume, l'altra è dedicata alla raccolta di disegni a colori e in bianco e nero, un'intervista, sketch e studi sui personaggi di “Bubblegum Crisis”, “Gall Force” e “Bean Bandit” e di mezzi militari della Seconda Guerra Mondiale, powersuit e mecha di vario genere molto dettagliati in cui Sonoda mostra la sua meticolosità.

Un grande difetto di questa edizione, parlando dal punto di vista puramente personale, è la mancanza dell'indicazione dell'anno di pubblicazione e la rivista originale dei vari episodi a fumetti, dei disegni ed anche dell'intervista. Dettagli, però li ritengo importanti per potere osservare l'evoluzione artistica di Sonoda.

mercoledì 11 ottobre 2023

Dylan Dog/Batman

 


Il team-up fra Batman e Dylan Dog era molto atteso, sono sempre stato un sostenitore della collaborazione fra Bonelli e DC Comics ed ero estremamente curioso di vedere come avrebbero interagito i loro pesi massimi e purtroppo devo dire che il risultato non mi ha molto entusiasmato. I bellissimi disegni sono realizzati da Werther Dell'Edera con le chine di Gigi Cavenago, che firma anche le copertine, e va riconosciuto che stanno davvero stretti nelle pagine dal formato tipico della SBE, inoltre a differenza degli altri due eventi che erano raccolti in un unico volume più simile ai comics questo è pubblicato in tre numeri.


Roberto Recchioni scrive una storia estremamente semplice in cui Joker decide di lasciare Gotham per liberarsi di Batman e se ne va a Londra assieme a Killer Crock per incontrare il dottor Xabaras con cui scopriamo avere una sorta di rapporto allievo-insegnante, ovviamente l'eroe lo insegue e la sua strada s'incrocia con quella di Dylan ed insieme si troveranno a fronteggiare il clown del crimine impegnato in sperimentazioni folli sul siero di Xabaras unito a quello del suo gas.

Sorvolando su alcune leggerezze, tipo Joker che vuole liberarsi di Batman quando l'ha sempre considerato un compagno di giochi e ben consapevole che lo seguirebbe in capo al mondo, vista la stragrande maggioranza di personaggi DC più che un team-up sembra che Dylan sia un semplice ospite in una storia molto semplice del Pipistrello. Non vengono valorizzate la capacità investigative dei protagonisti, anzi Batman si porta a Londra letteralmente tutta la Batcaverna, compresi Batmobile e Batplano, sembrando più un miliardario che fa il vigilante come passatempo con i suoi giocattoli piuttosto che il più grande detective del mondo. E questa è la cosa che davvero non mi è

Uno degli spunti più interessanti
piaciuta.

Alla storia manca una vera e propria direzione con personaggi che appaiono o scompaiono in modo più o meno casuale, ci sono molti spunti interessanti che vengono liquidati troppo in fretta per lasciare posto a dei veri e propri riempitivi come l'apparizione di Etrigan e la lunga sequenza con John Constantine.

Sia chiaro, in un team-up fra personaggi di case editrici differenti nessuno, nemmeno chi ci lavora, si aspetta un capolavoro da Premio Eisner, queste operazioni sono fini a se stesse e di semplice intrattenimento anche se alcune riescono a lasciare comunque qualcosa al lettore che magari si appassiona al personaggio che conosce meno e vuole approfondirne la conoscenza.


In un team-up di questo tipo ritengo che sia fondamentale che gli aspetti più iconici dei protagonisti vengano ripresi, sia per i fan di vecchia data sia per presentarli a potenziali nuovi lettori, certo si potrebbe dire che Bats e Dylan non ne abbiano bisogno ma non è proprio così se si considera il pubblico americano a cui la Bonelli aspira tramite la collaborazione con la DC.

Vedremo le collaborazioni future cosa riserveranno.

mercoledì 4 ottobre 2023

Die

 


In apparenza “Die” è un dark fantasy ispirato ai classici giochi di ruolo, i protagonisti sono trasportati in un altro mondo vivendo le avventure dei personaggi che interpretano da adolescenti e vi ritornano da adulti ventisette anno dopo, profondamente cambiati dall'esperienza che ne ha segnato in qualche modo le vite. Ma questa non rappresenta nemmeno la sua interpretazione più semplice e superficiale, “Die” è un viaggio ricco di riferimenti, simbolismi, metanarrativa e molto altro. Il primo simbolismo è nel titolo stesso, “die” può anche significare “dado” ed è il nome del mondo in cui si ritrovano i protagonisti che ha appunto la forma di un dado a venti facce, il D20, che è il simbolo per eccellenza dei giochi di ruolo.

L'avventura sta per cominciare  

Kieron Gillen, scrittore britannico che ha lavorato con Marvel ed altre case editrici americane, arriva a costruire non solo l'ambientazione ma anche il sistema di gioco stabilendone meccaniche e regole per replicarle nella storia. Essere appassionati di GDR o Fantasy non è indispensabile per apprezzarlo ma consente di comprendere al meglio le citazioni, i percorsi dei personaggi e tante altre sfumature della scrittura.

L'autore prende le classiche “classi” tipiche dei GDR e le trasforma associandole ognuna ad uno specifico dei dadi utilizzati per Dungeons & Dragons seguendo logica e simbolismi frutto di un'attenta ricerca, per esempio la rivisitazione del chierico è associata al D12 ed invece di pregare le divinità per compiere le magie può contrarre con esse crediti o debiti in un modo in cui la fede non ha molto a che vedere. Le altre interpretazioni sono altrettanto interessanti che rinnovano senza snaturare il materiale originale, la Neo è un'interessante versione tecnologico/cyberpunk del ladro, apparentemente fuori contesto per utilizzare le abilità più avanzate ha bisogno di un certo tipo di oro che però svanisce ad ogni nuova alba e quindi non può essere accumulato.

I sei personaggi sono compagni in questa folle avventura ma non propriamente amici, fin dal primo

E continua dopo ventisette anni
viaggio su Die si scontrano sulle decisioni da prendere e i rapporti fra di loro arrivano ad essere molto conflittuali se non proprio astiosi in alcuni casi peggiorando nel corso della storia, con addosso non solo l'esperienza della precedente avventura ma anche delle proprie vite con alle spalle matrimoni infelici, divorzi e lavori noiosi o odiosi. I protagonisti vengono messi di fronte alle proprie responsabilità e debolezze cercando, se non di risolverle, almeno accettarle anche per le loro vite in quello che si può definire il mondo reale. E questo rappresenta uno degli aspetti più interessanti, infatti Gillen mostra come l'esperienza di gioco possa essere molto intensa al punto di tirare fuori parti del proprio carattere che solitamente rimangono sopite o represse ed aiuti per conoscere meglio se stessi. L'autore si sofferma soprattutto su Ash, voce narrante che nel gioco interpreta un personaggio femminile, e Sol, loro master di fiducia, che li richiama su Die dopo essere stato lasciato indietro quando tornarono a casa la prima volta ma ogni personaggio ha il suo spazio che consente di apprezzarli. O odiarli.

I disegni di Stephanie Hans si possono definire solo meravigliosi, la disegnatrice utilizza stili narrativi e di disegno differenti a seconda che gli eventi si svolgano nel nostro mondo con colori più freddi mentre su Die diventano brillanti e vivi ed anche in questo caso non mancano citazioni letterarie e cinematografiche rese in modo epico dall'intensità dei disegni pittorici.

Ogni faccia di Die è un mondo, o un'ambientazione se preferite, differente fra cui ovviamente ci si può muovere più o meno liberamente, l'autore non ce li mostra tutti ma li ha comunque crearti per l'ambientazione del gioco ispirato al fumetto. Al loro ritorno i protagonisti si ritrovano in un mondo impegnato in una guerra di trincea con soldati molto giovani in plotoni di quattro elementi che affrontano draghi metallici, Ash si sofferma a parlare con l'unico sopravvissuto di uno di questi plotoni che conforta un compagno morente che l'ha salvato nonostante fosse ferito per poi trovarsi di fronte la personificazione di quel luogo, un master locale che lo presiede e di cui è facile intuirne l'identità. Altri incroceranno la loro strada, uno in particolare potrebbe sorprendervi facendovi venire voglia di approfondirne la conoscenza. Gillen gioca con le informazioni storiche su questi personaggi in una sorta di metanarrativa sulla nascita del fantasy moderno e dei giochi di ruolo.

E potrei andare avanti ancora per molto.

In America “Die” è pubblicato dalla Image Comics, in Italia dalla Panini che raccoglie l'intera saga in quattro volumi cartonati comprensivi delle appendici contenuti negli albi originali con articoli di Gillen sul processo creativo e la realizzazione del gioco di ruolo che era in fase di gametest, di Hans ed altri professionisti legati al mondo dei giochi in generale.