giovedì 27 febbraio 2020

Magical B.T.


Apparso in una storia autoconclusiva del 1982, in cui venivano presentati i personaggi e gettate le basi per l'ambientazione, il giovane prestigiatore B.T. riscontrò presso i lettori un certo successo e l'anno successivo ottenne una miniserie tutta sua pubblicata su Shonen Jump. Come per il pilota, e Watson con Sherlock Holmes, è il migliore amico del protagonista Koichi a fungere da narratore selezionando i casi da presentare ai lettori mettendoli in guardia su B.T. definendolo una mente criminale ed un pericolo per la società e dichiarandosi pronto a subire le ritorsioni delle persone coinvolte.
B.T.
Prima lo vedi e dopo non lo vedi più
Aiko. Non è lo stesso personaggio
del pilota
Possiamo vedere fin dal primo episodio la fredda crudeltà di cui è capace quando si vendica di due bulletti senza sporcarsi le mani come farebbero degli inferiori come loro, non esita a mettere in scena piccole truffe per ricattare chi non gli va a genio ed a commettere dei furti. È molto interessante la caratterizzazione che gli da Araki, conscio di essere intelligente è molto sprezzante con chi non giudica al suo livello, estremamente vendicativo è privo di una morale “normale” ed ha due soli “punti deboli”, uno è l'amore verso una ragazza più grande di nome Aiko, da cui non è ricambiato, e l'altro è l'amicizia e fedeltà verso Koichi visto che non lo ha mai tradito od abbandonato. Le avventure del giovane prestigiatore sono autoconclusive, senza un ordine di lettura, slegate fra di loro e vedono i due ragazzini in varie situazioni. Dalle più classiche, con ambientazione scolastiche, alle più surreali, in cui sono presi come ostaggi da due malati di mente che li obbligano a “giocare” con loro. Che siano coinvolti loro malgrado o ci si buttino di propria iniziativa B.T. risolverà i guai improvvisando, soprattutto per i lettori, uno spettacolo di magia con trucchi che Araki spiegherà di volta in volta come funzionano, dai più studiati a quelli più improvvisati.

Inoltre il Maestro c'insegna anche come realizzarne qualcuno per stupire gli amici, d'altronde sono sempre stati una sua passione e li ama al punto che li ha usati come una delle tattiche di
Koichi.

combattimento di Joseph Joestar nella seconda serie de “Le bizzarre avventure di Jojo”. Il comportamento e l'aspetto di B.T. ricordano un po' Dio Brando, i due hanno in comune lo sguardo tagliente, l'assenza di morale e la convinzione di essere migliori degli altri, e Koichi somiglia in modo evidente a Koichi Hirose di “Diamond is umbreakeble” anche se lo stile era ancora lontano da quello che sarebbe divenuto.
In Italia la miniserie venne pubblicata la prima volta in un volume unico su Action nel 2002 e dopo la lunga attesa di diciassette anni, in occasione della presenza del Maestro Araki a Lucca Comics & Games nel 2019, la ripropongono in un nuovo volume dal grande formato ne “Il Bizzarro mondo di Hirohiko Araki” con una nuova traduzione ed una postfazione del Maestro sulla realizzazione del manga.

mercoledì 19 febbraio 2020

Maboroshi Panty


Ormai lo avrete capito che adoro Go Nagai, d'altronde è un punto di riferimento per la mia generazione ed il primo manga che lessi fu proprio il suo "Devilman" pubblicato nel '91 dalla Granata Press. Non solo ha creato personaggi carismatici e specifici generi narrativi ma nella sua carriera ha spaziato con naturalezza dai fumetti più truci a quelli più comici e strampalati.
Come già può suggerire il titolo è in questa categoria che rientra questo fumetto del 1982.
Maboroshi Panty
Uno dei nemici dell'eroina
L'istituto Crimine è una scuola famosa sia per l'alto tasso di studenti ammessi all'università di Tokyio sia per i crimini che si consumano all'interno dell'istituto, per aiutare il padre, capo della polizia interna della scuola, Susumi Fuji decide di denudarsi per amore della giustizia e mascherarsi con un paio di mutandine diventando Maboroshi Panty, le Mutandine dell'Illusione. I vari avversari della nostra eroina sono tutti ispirati a personaggi di altri fumetti degli anni '70 e primi '80 in versione comica demenziale alcuni conosciuti anche in Italia, come Sanpei e Kappei/Gigi la trottola, ed altri completamente inediti da noi.

Ora immagino che ad alcuni verrà subito da dire “Ma questo è Kekko Kamen!”, ed in effetti ci somiglia moltissimo ma ci sono delle sostanziali differenze. Per prima cosa gli avversari di Maboroshi Panty sono studenti e per quanto possa suonare strano è un manga molto più infantile di “Kekko Kamen” sia come tratto utilizzato sia come stile di narrazione, non a caso il primo mistero che sarà chiamata a risolvere la nostra eroina riguarda... la cacca! Ed alcuni personaggi maschili usano il proprio pene come arma, uno di essi sfrutta il prepuzio come una specie di frusta...
Usi creativi per il prepuzio
Una figura minacciosa incombe su Susumi
Comunque scopriremo che la storia si svolge nello stesso mondo di Kekko Kamen e la stessa Susumi dichiarerà di essersi ispirata a lei per iniziare la sua crociata di nudità a favore della giustizia, sappiamo che a Nagai piace giocare con i suoi personaggi e cede facilmente all'auto-celebrazione.
Il fumetto è stato pubblicato in Italia dalla Hikari in tre volumi, purtroppo mancano degli articoli che spieghino nel dettaglio le serie che l'autore parodia limitandosi a semplici note con informazioni essenziali come titolo, nome originale del personaggio e la traduzione del significato con cui è chiamato nel fumetto.
Una misteriosa figura
“Maboroshi Panty”è uno dei fumetti più leggeri e demenziali del Maestro Nagai al punto che non credo si possa nemmeno definire “opera minore”, per quanto abbia creato un personaggio che comunque è divenuto noto fra gli appassionati resta un fumetto che definirei “riempitivo”, di quelli che venivano realizzati per oneri contrattuali o divertimento. Ma ritengo sia comunque interessante vedere i vari aspetti di un autore di quei tempi quando, diversamente dall'impostazione del mercato editoriale odierno, questi realizzava più di un fumetto nella sua carriera portandoli avanti contemporaneamente sottoponendosi a ritmi di lavoro serratissimi.

Nel terzo volume è contenuta una storia auto-conclusiva in tre parti dal titolo “Super Meow”, sempre sul genere comico demenziale che fa parte di quei fumetti “riempitivi” che dicevo poco sopra. Uno yokai gatto un po' porcello difende la ragazza che lo ha accolto in casa, e con cui ci fa il bagno e lo coccola stringendolo al seno, da maniaci ed altre minacce diventando l'eroe Super Meow.

mercoledì 12 febbraio 2020

Gorgeous Irene


Questo volume raccoglie le “vecchie” storie brevi del Maestro Araki apparse negli anni '80 prima che iniziasse la serializzazione di Jojo, pubblicato in Giappone nel 1987 da noi è arrivato per la prima volta nel 2001 per la Star Comics ed è sempre la casa editrice di Perugia che lo ripropone in questa nuova edizione nel 2019 realizzata in occasione della presenza dell'autore a Lucca Comics & Games con nuove traduzioni ed onomatopee non adattate.
I due pistoleri protagonisti
di "Poker Armato"
La raccolta contiene la storia d'esordio di Araki “Poker armato”, un western basato fra una partita a poker tra due criminali tanto abili con la pistola che come giocatori d'azzardo. Pubblicata nel 1981 su Shonen Jump come vincitrice di un concorso il tratto è ad un livello embrionale e grezzo ma la storia è costruita bene sebbene ci fossero dei limiti dovuti all'inesperienza ed anche al fatto che il Maestro era autodidatta e, contrariamente al percorso di ogni esordiente del tempo, non aveva lavorato come assistente presso un mangaka che gli insegnasse il mestiere. Si nota fin da subito la sua passione per la cultura occidentale che sarà la sua influenza principale anche per i lavori futuri, infatti il suo lavoro successivo, del 1982, sarà un altro western autoconclusivo dal titolo “Outlaw Man”. Purtroppo le tavole originali sono andate perdute e sono state usate delle scansioni della pubblicazione originale su rivista, il risultato non è dei migliori ma era un tassello mancante delle pubblicazioni dell'autore che meritava di essere pubblicato nel nostro paese.
A dare il titolo al volume però è la protagonista di due storie realizzate poco dopo “Baoh” pubblicate nel 1985 e 1986, è stata la prima, e per un certo periodo di tempo l'unica, eroina di Araki che al tempo sosteneva di non essere molto portato a disegnare personaggi femminili. Ed è anche una maghetta.
Irene

Criminale degna
 di Panther Claw
Avete letto bene. Irene è una sedicenne capace di trasformarsi in una giovane donna con movenze sensuali ed un fisico procace che risalta strizzandosi nei suoi vestiti di ragazzina, è evidente l'ispirazione alla Cutey Honey di Nagai e proprio come quelle della celebre eroina le nemiche sono donnone crudeli grottesche ed a tratti mostruose con abilità bizzarre (vi aspettavate altro?), come una terza mano o una gomma da masticare che diventa una lama affilata come un rasoio. La cosa interessante è che per trasformarsi o combattere la protagonista non usa strumenti fantascientifici o la magia bensì l'ipnosi realizzandola con lo sguardo ed i movimenti di tutto il corpo, ed è con la suggestione che s'impone con il makeup a “convincersi” a trasformarsi assumendo vari aspetti compresi quello di una vecchia o cambiare etnia.
Questo personaggio mi è piaciuto tantissimo, sarà che adoro Cutey Honey e le maghette guerriere, sarà quel pizzico di malizia nelle movenze della protagonista ma è un vero peccato non abbia ricevuto più attenzione dal suo creatore che si è limitato a due soli episodi. Mi piacerebbe vedere Araki riprenderla con una serie più lunga, magari anche di soli episodi autoconclusivi pubblicati di tanto in tanto, ed inoltre sarebbe materiale per una bella serie animata.
Delle altre storie contenute nel volume “Salutami Virginia” del 1981 è un thriller fantascientifico, unica di questo genere dell'autore, che vede due astronauti, i soli membri dell'equipaggio di una nave da trasporto, obbligati ad un gioco mortale da una figura misteriosa. Storiella carina ma molto semplice con il tipico colpo di scena finale, ed anche qui lo stile del Maestro è ancora molto acerbo sebbene si differenzi da quello usato in “Poker Armato”.

"Salutami Virginia"
L'ultima è a tutti gli effetti il pilota di Magical B.T, pubblicata nel 1982 ha per protagonista un ragazzino delle medie molto abile con i giochi di prestigio ma con un carattere decisamente altezzoso che segue una sua morale personale, il suo migliore amico Koichi, narratore della storia, lo descrive come una mente criminale. B.T., Koichi ci spiega che sono le iniziali poiché il nome non può essere rivelato, risolve un caso di omicidio con la sua abilità per salvare dalle accuse Fuyuko, ragazza più grande di cui è innamorato non corrisposto. Visto il successo di pubblico Araki gli dedicherà una serie di avventure raccolte in un volume e vi parlerò più nel dettaglio in quella recensione.
La nuova edizione è arricchita da una nuova copertina ed un'immagine della protagonista realizzate ex-novo, qualche paginetta a colori e delle informazioni sulle storie con commenti e ricordi di Araki.

mercoledì 5 febbraio 2020

Baoh


Pubblicato nel 1984 su Shonen Jump della Shuesiha “Baoh” non è solo il primo fumetto di Araki serializzato con regolarità ma anche quello che l'ha reso noto al pubblico, la storia era originale ed innovativa essendo uno dei primi manga in cui viene usata la paura della manipolazione genetica e della bioingegneria, parole che al tempo stavano diventando più note. Ispirandosi, se pur in forma blanda, al genere del Body Horror che stava nascendo in quegli anni grazie a registi come David Cronenberg ora la armi erano vive e fatte di carne.
Il baoh
Hikuro e Sumire
L'organizzazione criminale Dres effettua ricerche ed esperimenti di vario tipo, dai sensitivi ad armi biologiche utilizzando cavie animali ed umane tutto si svolge nella più assoluta segretezza. Fra questi esperimenti spicca il Baoh, un parassita vermiforme in grado di fornire capacità combattive all'ospite
quando è in pericolo di vita. Come nel più classico dei casi la cavia umana, il diciassettenne Yukuro Hashizawa, riesce a fuggire assieme ad una sensitiva di nove anni di nome Sumire e l'organizzazione inizia a cacciarli per eliminarli e coprire le loro tracce. La storia è un classico shonen in cui Hikuro e Sumire affrontano combattimenti contro sicari e nemici con una certa attenzione allo splatter, e fin qui non c'era un
granché d'innovativo visto che teste mozzate e sangue era un po' il segno di distinzione di quegli anni per manga ed anime.
Un po' di sano splatter
Il vero colpo di genio era come si attivavano i poteri del protagonista.
Araki mette tutto sul piano scientifico dando una spiegazione ben precisa per quanto fantasiosa, quando l'ospite è in pericolo di vita ed aumenta l'adrenalina il parassita ne prende il controllo aumentandone le prestazioni fisiche spegnendone i sensi e rimanendo cosciente sul mondo esterno solo attraverso un sensore sulla fronte. Le armi sono tutte prodotte dal corpo sfruttando reazioni
Baoh in tutto il suo
splendore
fisiologiche e chimiche, per esempio i capelli possono essere induriti e sparati contro il nemico come dardi che prendono fuoco una volta che vi si sono conficcati e le caratteristiche lame sugli avambracci, vero segno distintivo di Baoh, sono create dal processo d'indurimento dell'epidermide che la metamorfosi rende più spessa e resistente.

Walken
Lo stile è già riconoscibile con quello delle prime due serie di “Jojo”, seppure avrà modo di maturare un po' si notano già degli elementi caratteristici del
Maestro come le pose stravaganti, anche se ben lontane dalle odierne Jojopose, e personaggi grotteschi come nemici.
“Baoh” è stato uno dei primi manga pubblicati dalla Viz Comics in America negli anni '90 e di conseguenza in Italia da Granata Press, che spesso acquisiva i diritti da loro per i fumetti, editandolo ad episodi su Zero dal numero due al tredici, nonostante fosse messo in ombra da “Ken il Guerriero”, contro il quale al tempo nessuno aveva possibilità, e da “Xenon”, disegnato con uno stile più gradevole, riuscì ad ottenere un certo successo ed affezionati lettori.
La Star Comics lo ripubblicò in tre numeri su Action, la collana che ospitava mensilmente le avventure generazionali di “Jojo”, con il senso di lettura originale nel 2001 ed ora, dopo quasi vent'anni, lo ripropongono alle nuove generazioni di lettori in un unico volume della serie “Il Bizzarro universo di Hirohiko Araki” in un formato più grande con nuove traduzioni, onomatopee non adattate e con un intervento dell'autore che racconta dettagli e ricordi legati alla realizzazione.