Pubblicato nel 1984 su Shonen Jump
della Shuesiha “Baoh” non è solo il primo fumetto di Araki
serializzato con regolarità ma anche quello che l'ha reso noto al
pubblico, la storia era originale ed innovativa essendo uno dei primi
manga in cui viene usata la paura della manipolazione genetica e
della bioingegneria, parole che al tempo stavano diventando più
note. Ispirandosi, se pur in forma blanda, al genere del Body Horror
che stava nascendo in quegli anni grazie a registi come David
Cronenberg ora la armi erano vive e fatte di carne.
Il baoh |
Hikuro e Sumire |
L'organizzazione criminale Dres
effettua ricerche ed esperimenti di vario tipo, dai sensitivi ad armi
biologiche utilizzando cavie animali ed umane tutto si svolge nella
più assoluta segretezza. Fra questi esperimenti spicca il Baoh, un
parassita vermiforme in grado di fornire capacità combattive
all'ospite
quando è in pericolo di vita. Come nel più classico dei
casi la cavia umana, il diciassettenne Yukuro Hashizawa, riesce a
fuggire assieme ad una sensitiva di nove anni di nome Sumire e
l'organizzazione inizia a cacciarli per eliminarli e coprire le loro
tracce. La storia è un classico shonen in cui Hikuro e Sumire
affrontano combattimenti contro sicari e nemici con una certa
attenzione allo splatter, e fin qui non c'era un granché d'innovativo visto che teste mozzate e sangue era un po' il segno di distinzione di quegli anni per manga ed anime.
Un po' di sano splatter |
Il vero colpo di genio era come si
attivavano i poteri del protagonista.
Araki mette tutto sul piano scientifico
dando una spiegazione ben precisa per quanto fantasiosa, quando
l'ospite è in pericolo di vita ed aumenta l'adrenalina il parassita
ne prende il controllo aumentandone le prestazioni fisiche
spegnendone i sensi e rimanendo cosciente sul mondo esterno solo
attraverso un sensore sulla fronte. Le armi sono tutte prodotte dal
corpo sfruttando reazioni
Baoh in tutto il suo splendore |
Walken |
Lo stile è già riconoscibile con
quello delle prime due serie di “Jojo”, seppure avrà modo di
maturare un po' si notano già degli elementi caratteristici del
Maestro come le pose stravaganti, anche se ben lontane dalle odierne
Jojopose, e personaggi grotteschi come nemici.
“Baoh” è stato uno dei primi manga
pubblicati dalla Viz Comics in America negli anni '90 e di
conseguenza in Italia da Granata Press, che spesso acquisiva i
diritti da loro per i fumetti, editandolo ad episodi su Zero dal
numero due al tredici, nonostante fosse messo in ombra da “Ken il
Guerriero”, contro il quale al tempo nessuno aveva possibilità, e
da “Xenon”, disegnato con uno stile più gradevole, riuscì ad
ottenere un certo successo ed affezionati lettori.
La Star Comics lo ripubblicò in tre
numeri su Action, la collana che ospitava mensilmente le avventure
generazionali di “Jojo”, con il senso di lettura originale nel
2001 ed ora, dopo quasi vent'anni, lo ripropongono alle nuove
generazioni di lettori in un unico volume della serie “Il Bizzarro
universo di Hirohiko Araki” in un formato più grande con nuove
traduzioni, onomatopee non adattate e con un intervento dell'autore
che racconta dettagli e ricordi legati alla realizzazione.
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