mercoledì 27 settembre 2023

Barbara

 


Pubblicato nel 1973 “Barbara” rientra nella produzione più adulta di Osamu Tezuka, al centro della storia è il rapporto fra il famoso scrittore Yosuke Mikura ed una giovane senzatetto alcolizzata di nome Barbara che accoglie in casa dopo averla notata accucciata in un angolo della stazione di Shinjuku ma non agisce per altruismo. Colpito dal fascino dannato della ragazza, che nonostante l'aspetto è colta e

Mikura e Barbara

cita Verlaine, ritiene di trarne ispirazione. Ricco e bello lo scrittore è considerato un raffinato esteta con uomini d'affari e politici di rilievo che vogliono fargli sposare le proprie figlie per ottenere vantaggi sfruttandone la parentela, ha il timore che venga rivelata al pubblico la sua fissazione per il sesso facendogli perdere la rispettabilità di cui tanto si vanta. Il rapporto fra i due è turbolento, dal carattere volubile Barbara passa il suo tempo a bere e non fare niente e con i suoi comportamenti scatena spesso le ire dello scrittore al punto che se ne andrà per essere, in un modo o nell'altro, riaccolta come se niente fosse.

All'inizio i due vivono strane storie autoconclusive dalle atmosfere oniriche, in alcuni casi con un po' di black humor, in cui lo scrittore viene salvato da Barbara da avventure con donne non propriamente normali ed in un caso gli salva anche direttamente la vita. Mikura scoprirà alcune cose sul conto della ragazza con la visita del collega scrittore ed amico Lussalka, con l'aspetto di una ragazza nera aveva passato del tempo nella sua a casa esattamente come


stava facendo con Mikura rendendolo estremamente prolifico e creativo fino a quando non se ne è andata quando l'uomo, convinto che sia una musa ispiratrice, si è buttato in politica.

Da quel momento per lo scrittore si apre letteralmente un nuovo capitolo della sua vita, toccherà l'apice della carriera per iniziare una parabola discendente diventando ossessionato da Barbara e la storia prende una direzione del tutto inaspettata toccando elementi soprannaturali.

In questo volume si vede un Tezuka molto oscuro, visionario ed a tratti anche crudele al punto che gli eventi prendono il lettore alla sprovvista. Pubblicato in un unico volume dalla J-Pop in fondo ci sono delle note utili che spiegano luoghi ed aspetti non solo del Giappone del tempo ma anche moderno.

mercoledì 20 settembre 2023

L'ipotesi del male

 


Pubblicato nel 2013 da Longanesi “L'ipotesi del male” di Donato Carrisi è il secondo romanzo che ha come protagonista la detective Mila Vasquez, sono trascorsi sette anni dagli eventi de “Il suggeritore” ed adesso è un'agente federale nella sezione persone scomparse chiamato “il Limbo”. Come sempre incapace di provare empatia viene comunque molto toccata dalla scomparsa del suo collega, il detective Vincenti, che non reggendo più lo stress del lavoro è sparito ormai da qualche anno. Un giorno il suo vecchio amico Klaus Boris, conosciuto durante il caso del Suggeritore, le chiede aiuto per indagare su l'omicidio di una famiglia commesso da un uomo scomparso diciassette anni prima e riapparso per compiere la strage. I federali iniziano ad indagare per capire cosa muove il killer e prenderlo prima che colpisca ancora seguendo la metodologia dei killer definiti “mass murder”, sarà Mila a capire che il delitto è legato ad altre persone scomparse collegate ad un caso archiviato vent'anni prima. Per ottenere maggiori informazioni si affiderà all'aiuto del collega federale Simon Berish, esperto d'interrogatori vent'anni prima aveva indagato proprio su quelle sparizioni che secondo i media avevano un unico responsabile. Pur trovando una testimone che fornì un identikit di un sospetto ed un nome, Kairus, arrivati ad un punto morto archiviarono il caso ma Berish era convinto, e lo è ancora, che questo responsabile esistesse veramente e non abbia mai smesso di far sparire persone.

La suspance è sapientemente dosata rimanendo un po' in secondo piano rispetto ad una maggiore introspezione dei personaggi, risalta maggiormente l'indole solitaria ed autodistruttiva di Mila, spinta verso l'oscurità dall'incapacità di resistere al richiamo del pericolo, ed il coprotagonista Simon Berish è ancora ossessionato dagli eventi di vent'anni prima al punto di accettare la nomea di reietto dai colleghi del dipartimento per punirsi di qualcosa di cui solo lui si ritiene responsabile.

L'approfondimento non riguarda solo i protagonisti ma anche le persone scomparse su cui indagano e i motivi che gli hanno spinti a sparire e se dopo le loro vite sono state davvero, in un modo o nell'altro, migliori di quelle che hanno abbandonato. Dando alle azioni di Kairus una nuova prospettiva, forse non sono stati rapiti ma liberati da vite in cui si sentivano imprigionati in un ciclo continuo in cui dal male nasce il bene e viceversa.

mercoledì 13 settembre 2023

Punisher - Bentornato, Frank

 


Verso la fine degli anni '90 la Marvel decise di uccidere il Punitore per rilanciarlo in una nuova versione di cacciatore di demoni per conto del Paradiso, sì l'idea non era delle migliori e come si può immaginare non ebbe gran successo. Nel 2000 il personaggio fu rilanciato da Garth Ennis e Steve Dillon in questa serie di dodici numeri, la quinta ad intitolarsi “Punisher”, liquidando la precedente versione con un piccolo monologo in un paio di vignette per poi fare finta, giustamente, che non sia mai esistita.

Il Punitore è tornato
Polizia e criminalità di New York sono in subbuglio per la notizia del secolo, il Punitore è tornato ed è più agguerrito che mai nella sua lotta al crimine scegliendo come bersaglio la famiglia mafiosa Gnucci, guidata dalla vendicativa matriarca Ma' Gnucci. I due autori, che già avevano realizzato “Preacher” per l'etichetta Vertigo della DC Comics, rilanciano il Punitore creando per lui una nuova ambientazione, armi e mezzi limitati realistici al posto di quelle hi-tech che spesso utilizzava negli anni passati, una vita in incognito senza creare nessun tipo di legame con il prossimo e pronto a cambiare nascondiglio non appena si sente compromesso. Senza nessuna connessione, o quasi, al Marvel Universe ufficiale, non viene mai citato nemmeno in modo velato Kingpin e gli X-Men vengono nominati solo come il film con l'eccezione di un'apparizione di Daredevil (Devil, per i vecchi lettori) in cui la concezione di giustizia dell'eroe si scontra con la versione spietata di Castle.

L'approccio di Ennis è semplice e molto simile a quello di “Preacher”, personaggi sopra le righe e violenza estrema spinta al punto di assumere un aspetto grottesco e quasi comico.

Il detective Soap è un ottimo esempio dei comprimari, sfigato in ogni aspetto della sua vita ed odiato

Il Russo

dai colleghi viene incaricato di arrestare il Punitore con zero risorse a disposizione causando il suicido di un collega per una semplice ed educata osservazione sul suo lavoro, oppure il Russo, mercenario dalla forza erculea che vede il proprio lavoro più come un divertimento e grandissimo fan dei supereroi americani.

Ma soprattutto Ennis spoglia il personaggio di quell'alone di giustiziere romantico, non c'è niente di moralmente giusto o anche solo accettabile in quello che fa Frank Castle anzi la morte di moglie e figli per lui è solo una scusa, una liberazione, che ha permesso al suo vero io uscire allo scoperto, segue un suo codice d'onore in cui gli innocenti non devono essere coinvolti ma a parte questo lo dipinge come un folle a cui piace uccidere e per farlo si è creato una guerra su misura.

Oggi il personaggio è nuovamente cambiato, non è più un reduce del Vietnam ma un veterano dell'Afghanistan, tornando, da un certo punto di vista, più simile alle origini ma questa serie è stata, e lo è ancora, un punto fondamentale del personaggio dandone la caratterizzazione più onesta e, se vogliamo, più realistica. Per questo la ritengo una lettura necessaria, se non indispensabile, anche per chi ha avuto modo di conoscerlo nelle sue incarnazioni più recenti o tramite la serie Netflix con Jon Bernthal. Oltre che dannatamente divertente da leggere.

mercoledì 6 settembre 2023

Wolverine - Arma X

 


“Arma X” è senza dubbio un grande classico della storia di Wolverine, pubblicata nel 1991 dal numero 72 al 84 su Marvel Comics Presents in episodi di otto pagine, tranne l'ultimo a cui era dedicata l'intera rivista, ne svelava il grande mistero dello scheletro e gli artigli di adamantio.

Logan è la cavia di una misteriosa organizzazione per un progetto mirato alla creazione di un soldato potenziato con ossa rivestite del metallo più resistente del mondo, nonostante lo shock porti in superficie il suo lato più bestiale l'enigmatico Professore, il capo del progetto, dopo aver scoperto che è un mutante con la straordinaria capacità di guarire lo vede come la potenziale macchina assassina perfetta e cerca di renderlo controllabile.

Questo capolavoro è frutto del lavoro di Barry Windsor-Smith, reso celebre per storie realizzate su Conan abbandonò il mondo dei comics nella prima metà degli anni '70 perché stufo di sopportare le serrate date di scadenza nel settore dedicandosi a progetti più personali maturando artisticamente. Sarebbe tornato alla Marvel quasi un decennio dopo, nonostante fosse ambito come disegnatore regolare delle testate più importanti si limitò a progetti che gli permettevano di mantenere l'altissima qualità del suo lavoro come storie autoconclusive, lo troviamo in alcune degli X-Men, e cover oppure lavorandoci con un grande anticipo. Infatti “Arma X” fu realizzato interamente prima di iniziare la serializzazione e Windsor-Smith si occupò non solo di storia e disegni, in cui tocca elementi visionari ed onirici, ma anche della colorazione.

Brutale è l'unica parola con cui si può descrivere.

Sangue e artigli 

Collegato a strumenti che possono accenderlo e spegnerlo a piacimento abbiamo la versione più selvaggia di Logan, non dice praticamente una parola, sempre nudo ed i capelli lunghi a ricordare una criniera la nudità ne evidenzia anche la vulnerabilità, è una semplice cavia per un esperimento senza nessun potere sulla sua vita ed il suo destino se non quello di essere usato, magari ammaestrato come una bestia da circo. E gli artigli, escono lentamente dalle mani coperti del suo stesso sangue dando l'idea del dolore dei tagli che lasciano al punto che lo sente anche il lettore.


Sinceramente non credo di aver mai visto tanto sangue in un fumetto di supereroi, nemmeno nel Punitore.

Ogni pagina è una vera opera d'arte ricca di dettagli meticolosi in ogni vignetta in cui cavi, tubi ed altre strumentazioni avvolgono e quasi sommergono Logan assieme alla sua umanità.