Rapita da tredicenne Samantha Andretti viene ritrovata dopo quindici anni provata mentalmente e fisicamente dalle sevizie subite durante la lunga prigionia, il detective privato Bruno Genko se ne era occupato senza successo su richiesta dei genitori e vede il ritrovamento come un segno del destino per chiudere un caso irrisolto prima di morire visto che è gravemente malato. Utilizzando metodi discutibili, scavalcando polizia e muovendosi sul bordo della legalità, varcandolo senza porsi tanti problemi, scopre che il rapitore è un sadico che ottiene piacere dal tormentare le proprie vittime non tanto fisicamente, anzi quell'aspetto passa in secondo piano, ma psicologicamente ed emotivamente. Andando avanti vediamo come Donato Carrisi lo caratterizzi in modo grottesco, come se oscurità e malvagità siano qualcosa di fisico che possa essere tramandato fisicamente.
Alle indagini si alternano le sedute in ospedale di Samantha con il dottor Green, profiler professionista che vuole aiutarla a focalizzare i ricordi di quanto le è accaduto per riuscire ad avere informazioni sul rapitore e catturarlo nonostante siano passate solo poche ore dal suo ricovero. Ed è proprio in questi flashback onirici che rivive le terribili esperienze in quello che chiama il Labirinto, luogo in cui era rinchiusa e sottoposta a crudeli giochi per avere cibo, acqua e vestiti ed il lettore viene colpito allo stomaco via via che i ricordi si fanno più nitidi e crudeli.
Pubblicato nel 2017 è considerato il terzo capitolo del ciclo di Mila Vasquez ma solo marginalmente, infatti Genko si rivolgerà al Limbo ed a Simon Berish durante le indagini ed anche se potrebbe essere letto senza conoscere i libri precedenti potrebbe rivelarne dettagli importanti.
Come nella più classica visione dei detective private male in arnese Genko appare come un trasandato bevitore incallito, tutto fa parte del suo codice personale per svolgere il lavoro al meglio come fingersi sprovveduto ed ignorante in alcuni campi e soprattutto non creare nessun legame sebbene faccia un'unica eccezione con Linda, una giovane prostituta transessuale. Ormai sente il peso delle sue scelte, come il non essersi mai costruito una vita e di essersi comportato male con i genitori della ragazza.
Dal libro ne è stato tratto anche un film con Tony Servillo e Antony Hopkins.
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