Dopo l'antologia su Batman del 2021 la DC Comics dedica un progetto identico al Joker, in brevi storie autoconclusive autori di vari paesi realizzano storie ambientate nei propri paesi con alcune libertà creative. Pur spaziando fra vari generi vengono mostrate le varie sfaccettature del personaggio che rappresenta la follia in ogni sua forma, sia che abbia un comportamento un po' più giocherellone sia nei suoi aspetti più efferati. Ovviamente il personaggio rimane fedele a se stesso, non viene trasformato in un antieroe o in un romantico e tormentato criminale.
Come consuetudine per questo tipo di progetti alcune storie sono più riuscite di altre, sia da un punto di vista dell'idea alla base sia da quello puramente dei disegni piuttosto che per i contenuti.
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Il Joker di "Strategia della tensione" |
Quella Sud Coreana, “Imitatore”, di Inpyo Jeon e Jae Kwang Park è forse quella che ho preferito di più e che rappresenta l'essenza del Joker in quanto avatar della follia, un poliziotto indaga sui crimini commessi da emulatori del criminale sparsi per tutta la città di Busan nel distretto di Saha guadagnandosi il nomignolo, fra di loro, di “Batman che parla” catturando la loro attenzione e scavando in profondità nel loro modo di agire.
Due storie ambientate in Sud America mi hanno colpito per i disegni,
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In "Città dei pazzi, cimitero dei vivi" |
Non mancano elementi comici e grotteschi come un casting per scegliere il rappresentante del Joker per il lancio del marchio in tutto il mondo, comprendente nella giuria il pagliaccio originale.
Personalmente ho preferito “Batman il Mondo”, per quanto la lettura mi sia piaciuta e raggiunga un paio di picchi notevoli ve la consiglio solo se siete fan del personaggio e di esperimenti del genere.
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