mercoledì 24 gennaio 2024

La donna dei fiori di carta

 


Pubblicato nel 2012 è il terzo romanzo in ordine di pubblicazione di Donato Carrisi, ambientato nel 1916 durante la Prima Guerra Mondiale è un noir che si rivela essere legato anche alla storia del naufragio del Titanic.

Di stanza sul monte Fumo, sul confine fra Italia ed Austria, il dottor Jacob Roumann è ormai stanco di vedere morire giovani soldati senza riuscire a fare niente se non curarli per poi rimandarli a morire al fronte. Rassegnato e disgustato dalla guerra riceve l'ordine dall'arrogante maggiore, a capo della trincea dopo la cattura del tenente colonnello, d'interrogare un prigioniero italiano che si suppone possa essere un ufficiale ed utile per uno scambio di prigionieri, l'uomo non vuole parlare e siccome il medico conosce l'italiano e non ha l'aspetto di un soldato il maggiore lo sceglie per l'interrogatorio promettendogli riconoscimenti ed encomi. Roumann decide di accettare solo per per avere l'opportunità di poter salvare una vita, per farlo ha tempo fino all'alba quando verrà fucilato con altri prigionieri.

Il medico offre al prigioniero del caffè e da fumare e questi dimostra di aprirsi con lui proponendogli di rivelargli la sua identità alla fine di una storia, fra i due si instaura un rapporto di solidarietà che matura velocemente in amicizia, o qualcosa di molto simile e forse più profondo.

Roumann tramite il racconto dello sconosciuto rimette in discussione tutti gli aspetti della sua vita fino a quel momento, i rapporti fra soldati che, in quella situazione, in realtà invece che cementarsi diventano più rancorosi fra di loro e soprattutto verso se stesso e la donna che ama.

Tutto questo grazie al potere delle storie, non importa che sia vera oppure no finché è avvincente e cattura l'attenzione di chi ascolta. E al fumo. Infatti il dottore attira l'attenzione del prigioniero invogliandolo alla conversazione con il tabacco ed i due consumeranno molte sigarette, il fumare viene quasi elevato ad un'arte oltre che un piacere proibito, un rituale che inizia dall'accensione del fiammifero, che deve essere di uno specifico legno ed avere la capocchia di fosforo bianco per l'odore, piuttosto che un vizio, quindi se siete totalmente contrari al fumo forse il libro non fa per voi.

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