mercoledì 28 ottobre 2020

Io uccido

 


Il Gran Premio è finito da pochi giorni e la città di Montecarlo è immersa nella sua routine fatta di sole, turisti, bellezza, ricchezza e pulizia quando il deejay di Radio Monte Carlo Jean-Lupe Verdier, dalla carriera lanciatissima per il suo programma notturno “Voices”, riceve in diretta l'inquietante telefonata di uno sconosciuto dalla voce contraffatta. In quello che è quasi un delirante soliloquio si definisce come un fantasma della società, uno e nessuno, un fantasma folle che dichiara di potersi sfogare in un unico modo con un secco e diretto “Io uccido...”, chiudendo la conversazione con un pezzo musicale. Sulle prime liquidato dalla redazione e dagli ascoltatori come uno scherzo di cattivo gusto il giorno dopo la città si risveglia scoprendo i cadaveri del pilota di formula uno Jochen Welder e della compagna Arijane Parker, campionessa di scacchi americana, a bordo della loro barca in un lago di sangue e con le facce asportate. La polizia, guidata dal commissario Nicolas Hulot, non trova nessuna traccia tranne l'inquietante scritta con il sangue “io uccido...” su un tavolo, questo e l'identificazione del brano musicale trasmesso durante la misteriosa telefonata a “Voices”, colonna sonora del film “Un uomo, una donna”, conferma che a chiamare era proprio il killer che forniva un indizio. Questo bagno di sangue, che fa impallidire anche i poliziotti, viene ovviamente accolto con gran clamore dai media del Principato mettendo in cattiva luce la reputazione di efficienza della polizia, ritenuta da sempre la migliore al mondo per il basso tasso di delinquenza, e scatena un gran polverone anche a livello politico.
Con questo romanzo dal titolo così incisivo e d'impatto Giorgio Faletti, artista che si è cimentato nel cabaret e nella musica, inizia la sua carriera di scrittore di gialli nel 2002.
Protagonista principale è il detective Frank Ottobre, agente dell'FBI a riposo in visita a Montecarlo e grande amico del commissario Hulot si dedicherà al caso con grande dedizione vedendo nelle risoluzione un'emancipazione dalle colpe che si porta dentro, colpe che si è attribuito e di cui si obbliga a portarne il peso dopo essere rimasto quasi ucciso in un attentato che gli ha lasciato profonde cicatrici fisiche ed emotive stravolgendo la sua vita privata. Collaborando con la polizia del Principato inizia la caccia al serial killer che i giornali battezzano “Nessuno”, mettono sotto sorveglianza Radio Monte Carlo nell'attesa, e speranza, che richiami per poterlo rintracciare e contano sulla conoscenza enciclopedica sulla musica di Pierrot, un ragazzo mentalmente ritardato che lavora nell'archivio della radio e che prova una vera ammirazione per Jean-Lupe, per riconoscere i brani che utilizza per dare indizi.
A complicare le cose per Frank è l'arrivo del padre di Arijane, un generale dell'esercito degli Stati Uniti molto potente intenzionato a prendere personalmente l'uomo che l'ha uccisa, se sulle prime può sembrare la comprensibile reazione di un padre ci si accorge subito che al generale Parker non importa veramente della figlia bensì è più intenzionato a vendicarsi di chi gli ha rotto qualcosa di sua proprietà, anche se fino a quel momento non gli importava nulla.
Faletti crea dei bei personaggi e colpisce molto come ne descrive lo stato d'animo, la loro frustrazione di non trovare tracce di questo killer così scaltro appare a noi lettori come un'atmosfera plumbea e fredda nonostante il clima estivo, in vari episodi m'immaginavo la pioggia battente su di loro, soprattutto su Frank che ha una personalità molto ombrosa.
L'assassino viene descritto in modo molto interessante, i capitoli dedicati a lui sono scritti con il tempo al presente mostrandoci il suo punto di vista durante gli omicidi, leggendolo immaginavo una camera in soggettiva, e rivelandoci pian piano le sue motivazioni ed alcuni dettagli del suo passato. E come la musica abbia per lui un ruolo molto importante, non solo per inviare messaggi alla polizia fornendo enigmatici indizi ma lo vederemo immerso in essa arrivando ad utilizzarla anche durante un omicidio.
Inoltre i personaggi di Pierrot e sua madre sono un forte contrasto con la tipica immagine che si ha di Montecarlo, un luogo solare e di lusso dove tutti sono ricchi loro vivono dello stipendio da domestica di lei, donna schiva che vive nella costante paura che un giorno le autorità le portino via il figlio ed il suo unico piacere come madre era vederlo felice del suo lavoretto alla radio ottenuto grazie a Jean-Lupe.
Tuttavia ho avuto l'impressione che delle descrizioni fossero poco fluide e l'autore tende un po' a divagare tralasciando alcuni personaggi che magari meriterebbero maggiore spazio, come ad esempio l'ispettore Claude Morelli. Tornando su Frank c'è da dire che il suo carattere tende ad essere un po' altalenante, da quasi nichilista ed ombroso in alcuni casi si dimostra solare ed allegro, certo un personaggio reale ha molte sfaccettature ma un conto è mostrarsi allegri e fare battute con uno dei suoi migliori amici, come Hulot, un altro con chi ha appena incontrato. Questa discrepanza tocca l'apice quando incontra il console degli USA nel Principato, il funzionario lo va a trovare di persona nel suo appartamento per la questione del killer e Frank si presenta davanti al suo ospite a torso nudo mostrando le cicatrici dell'attentato quando Faletti in più di un'occasione specifica che lo mettono a disagio al punto di non guardarsi allo specchio da nudo. Certo, l'autore ci dice che il console gli faccia una buona impressione trovandolo simpatico a pelle ma una riservatezza così profonda ed intima era da mantenere ben presente.

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