Il Gran Premio è finito da pochi
giorni e la città di Montecarlo è immersa nella sua routine fatta
di sole, turisti, bellezza, ricchezza e pulizia quando il deejay di
Radio Monte Carlo Jean-Lupe Verdier, dalla carriera lanciatissima per
il suo programma notturno “Voices”, riceve in diretta
l'inquietante telefonata di uno sconosciuto dalla voce contraffatta.
In quello che è quasi un delirante soliloquio si definisce come un
fantasma della società, uno e nessuno, un fantasma folle che
dichiara di potersi sfogare in un unico modo con un secco e diretto
“Io uccido...”, chiudendo la conversazione con un pezzo musicale.
Sulle prime liquidato dalla redazione e dagli ascoltatori come uno
scherzo di cattivo gusto il giorno dopo la città si risveglia
scoprendo i cadaveri del pilota di formula uno Jochen Welder e della
compagna Arijane Parker, campionessa di scacchi americana, a bordo
della loro barca in un lago di sangue e con le facce asportate. La
polizia, guidata dal commissario Nicolas Hulot, non trova nessuna
traccia tranne l'inquietante scritta con il sangue “io uccido...”
su un tavolo, questo e l'identificazione del brano musicale trasmesso
durante la misteriosa telefonata a “Voices”, colonna sonora del
film “Un uomo, una donna”, conferma che a chiamare era proprio il
killer che forniva un indizio. Questo bagno di sangue, che fa
impallidire anche i poliziotti, viene ovviamente accolto con gran
clamore dai media del Principato mettendo in cattiva luce la
reputazione di efficienza della polizia, ritenuta da sempre la
migliore al mondo per il basso tasso di delinquenza, e scatena un
gran polverone anche a livello politico.
Con questo romanzo dal titolo così
incisivo e d'impatto Giorgio Faletti, artista che si è cimentato nel
cabaret e nella musica, inizia la sua carriera di scrittore di gialli
nel 2002.
Protagonista principale è il detective
Frank Ottobre, agente dell'FBI a riposo in visita a Montecarlo e
grande amico del commissario Hulot si dedicherà al caso con grande
dedizione vedendo nelle risoluzione un'emancipazione dalle colpe che
si porta dentro, colpe che si è attribuito e di cui si obbliga a
portarne il peso dopo essere rimasto quasi ucciso in un attentato che
gli ha lasciato profonde cicatrici fisiche ed emotive stravolgendo la
sua vita privata. Collaborando con la polizia del Principato inizia
la caccia al serial killer che i giornali battezzano “Nessuno”,
mettono sotto sorveglianza Radio Monte Carlo nell'attesa, e speranza,
che richiami per poterlo rintracciare e contano sulla conoscenza
enciclopedica sulla musica di Pierrot, un ragazzo mentalmente
ritardato che lavora nell'archivio della radio e che prova una vera
ammirazione per Jean-Lupe, per riconoscere i brani che utilizza per
dare indizi.
A complicare le cose per Frank è
l'arrivo del padre di Arijane, un generale dell'esercito degli Stati
Uniti molto potente intenzionato a prendere personalmente l'uomo che
l'ha uccisa, se sulle prime può sembrare la comprensibile reazione
di un padre ci si accorge subito che al generale Parker non importa
veramente della figlia bensì è più intenzionato a vendicarsi di
chi gli ha rotto qualcosa di sua proprietà, anche se fino a quel
momento non gli importava nulla.
Faletti crea dei bei personaggi e
colpisce molto come ne descrive lo stato d'animo, la loro
frustrazione di non trovare tracce di questo killer così scaltro
appare a noi lettori come un'atmosfera plumbea e fredda nonostante il
clima estivo, in vari episodi m'immaginavo la pioggia battente su di
loro, soprattutto su Frank che ha una personalità molto ombrosa.
L'assassino viene descritto in modo
molto interessante, i capitoli dedicati a lui sono scritti con il
tempo al presente mostrandoci il suo punto di vista durante gli
omicidi, leggendolo immaginavo una camera in soggettiva, e
rivelandoci pian piano le sue motivazioni ed alcuni dettagli del suo
passato. E come la musica abbia per lui un ruolo molto importante,
non solo per inviare messaggi alla polizia fornendo enigmatici indizi
ma lo vederemo immerso in essa arrivando ad utilizzarla anche durante
un omicidio.
Inoltre i personaggi di Pierrot e sua
madre sono un forte contrasto con la tipica immagine che si ha di
Montecarlo, un luogo solare e di lusso dove tutti sono ricchi loro
vivono dello stipendio da domestica di lei, donna schiva che vive
nella costante paura che un giorno le autorità le portino via il
figlio ed il suo unico piacere come madre era vederlo felice del suo
lavoretto alla radio ottenuto grazie a Jean-Lupe.
Tuttavia ho avuto l'impressione che
delle descrizioni fossero poco fluide e l'autore tende un po' a
divagare tralasciando alcuni personaggi che magari meriterebbero
maggiore spazio, come ad esempio l'ispettore Claude Morelli. Tornando
su Frank c'è da dire che il suo carattere tende ad essere un po'
altalenante, da quasi nichilista ed ombroso in alcuni casi si
dimostra solare ed allegro, certo un personaggio reale ha molte
sfaccettature ma un conto è mostrarsi allegri e fare battute con uno
dei suoi migliori amici, come Hulot, un altro con chi ha appena
incontrato. Questa discrepanza tocca l'apice quando incontra il
console degli USA nel Principato, il funzionario lo va a trovare di
persona nel suo appartamento per la questione del killer e Frank si
presenta davanti al suo ospite a torso nudo mostrando le cicatrici
dell'attentato quando Faletti in più di un'occasione specifica che
lo mettono a disagio al punto di non guardarsi allo specchio da nudo.
Certo, l'autore ci dice che il console gli faccia una buona
impressione trovandolo simpatico a pelle ma una riservatezza così
profonda ed intima era da mantenere ben presente.
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