lunedì 18 novembre 2019

Arkham Asylum, una seria casa su un serio suolo


Ogni appassionato sa quanto fondamentali furono gli anni '80 per il fumetto statunitense, con l'arrivo alla DC Comics di talentuosi scrittori europei, primo dei quali fu Alan Moore, che seppero infondervi nuova linfa vitale creando, grazie ad un differente bagaglio culturale, personaggi e storie atipiche che tramite la grande distribuzione raggiunsero il pubblico adulto riscuotendo grandissimo successo di vendite e critica. Fra questi c'era lo scozzese Grant Morrison che appena arrivato iniziò un lavoro su alcuni personaggi secondari definibile solo come “sperimentale”, al classico supereroismo mischiava elementi che andavano dal vero e proprio esoterismo al metatestuale mostrando il suo estro creativo con uno stile narrativo mai lineare
e con più di un livello di lettura.
Nel 1989 raggiunse uno dei suoi picchi con “Arkham Asylum, una seria casa su un serio suolo”, un horror psicologico in cui Batman affronta i suoi avversari in un mondo d'incalzante follia nell'unico teatro possibile: il Manicomio Criminale di Arkham.
Dennis O'Neil lo creò nel 1974 ma a coglierne gli aspetti più oscuri sarebbe stato Len Wein che ne definì le atmosfere gotiche e cupe creando la tragica storia di Amedeus Arkham, ed è proprio a questa che Morrison si è ispirato arricchendola di dettagli ancora più inquietanti riempiendola di simbolismi culturali ed esoterici unendoci una rilettura allucinata di “Alice nel paese delle meraviglie”.
Nella notte del primo di aprile i criminali rinchiusi ad Arkham prendendo in ostaggio il personale ed alla polizia chiedono solo una cosa: Batman. Costretto a consegnarsi entra nel manicomio trovando all'interno la psicoterapeuta Ruth Adams ed il dottor Cavendish, l'amministratore, che sentendo la responsabilità della salvaguardia di pazienti e struttura decidono di restare.
Rinchiuso con i suoi peggiori nemici l'Uomo Pipistrello è obbligato a partecipare ad una letale versione del gioco di guardie e ladri, fino alla mezzanotte dovrà semplicemente scappare e sopravvivere.
Fin qui sembra la semplice contrapposizione fra nemici, il più semplice dei cliché sfruttato milioni di volte, ma Morrison v'infonde svariati livelli di lettura uno più complesso dell'altro di cui questo è solo il più immediato.
Un'altra chiave di lettura è vedere come l'autore sperimenti narrativamente per approfondire la psicologia dell'eroe mettendone in dubbio non solo la sanità mentale quanto il buon senso e la lucidità delle sue azioni, come lui stesso confiderà al commissario Gordon prima di recarsi ad Arkham. Il Joker vuole che il suo avversario, la sua nemesi, capisca che non è meno folle di tutti loro che ha fatto rinchiudere fra quelle mura e che la sua missione di lotta al crimine avrà la sola ed inevitabile conclusione di portare anche lui, in un modo o nell'altro, ad essere rinchiuso assieme a loro.
Oggi scherzare sul fatto che Batman sia uno psicopatico è una cosa normale ma era la prima volta che ci si approcciava al personaggio in quel modo, è vero che qualche anno prima Miller l'aveva già messa in discussione ma in quel caso sembrava più dovuto ad un'esasperazione dovuta al degenero della situazione politica e sociale unita ad una certa dose di fatalismo. Qui abbiamo un Batman molto diverso rispetto a quello cui siamo abituati, ci tornerò più avanti su questo aspetto in modo più approfondito per ora basti dire che nonostante ostenti la tipica sicurezza del personaggio è in verità più vulnerabile ed instabile al punto che perderà il controllo quando viene sottoposto al test dell'associazione delle parole, ripensando alla morte dei genitori il suo autocontrollo sarà minato al punto che avrà bisogno di trafiggersi una mano con una scheggia di vetro per tornare lucido.
Morrison intreccia la storia di Batman con quella di Amadeus Arkham che più di ottant'anni prima, fin da bambino, si occupava della madre malata di mente nel castello di famiglia, la donna è ossessionata da una presenza malefica dalla forma di pipistrello che permane per tutto il volume e sembra infestare l'edificio stesso.
Uno dei simbolismi della graphic novel
Da adulto diventa psichiatra e lavorando con persone gravemente disturbate matura l'idea di trasformare il castello, ormai vuoto dopo il recente suicidio della madre, in una struttura che possa aiutare e recuperare quelle anime prive di controllo, come l'efferato pluriomicida Mad Dog. Sarà proprio Mad Dog, scappato di prigione, ad uccidere sua moglie e la loro bambina mutilandone orribilmente i corpi, con lo sgretolarsi del suo mondo anche la sua sanità mentale inizia a vacillare rivelandosi più fragile di quanto egli stesso credesse. Questo si ricollega direttamente alla chiave di lettura più profonda ed intrigante della graphic novel, che la follia sia addirittura un'entità VIVA capace di contaminare e corrompere tutto ciò che tocca prendendo infine forma nel castello stesso!
Sopra ho citato “Alice nel paese delle meraviglie”, questo compone un'altra chiave di lettura della graphic novel portandoci in un mondo onirico simile per certi versi a quello di Alice,a differenza della bambina del romanzo di Carroll Batman si dovrà muovere in un sogno di follia, la stessa follia che lo accomuna ai suoi nemici.
Questa oniricità è favorita da una ricchezza di simbolismi esoterici/religiosi, psicologici e culturali come il sale misteriosamente sparso fuori dal manicomio, che come è noto ha la proprietà di scacciare il maligno, o l'Entità Pipistrello che ricorre in continuazione e che sembra possedere il castello apparendo anche nelle macchie di Rorschach o i continui riferimenti ai Tarocchi. Persino il giorno in cui si svolgono gli eventi non è lasciato al caso, il primo di aprile è il giorno in cui la famiglia di Arkham viene massacrata ma richiama anche il simbolismo del “pesce” riferito sia al segno zodiacale sia all'ermafroditismo di alcune specie, come il pesce pagliaccio.
Dave McKean crea un'atmosfera onirica e distorta utilizzando tecniche che vanno dal disegno, alla pittura e la composizione grafica unendo il tutto ad un'impostazione della tavola mai regolare e con sensi di lettura che si susseguono dal verticale all'orizzontale che si può considerare azzardata e di forte impatto ancora oggi, a trent'anni dalla prima pubblicazione, quando ormai si pensa di aver visto ogni tipo d'impostazione o griglia di vignette.
L'inquietante Joker di McKean
E non mancano dettagli apparentemente insignificanti ma fondamentali come baloon e lettering specifici per alcuni personaggi, Batman ha un suggestivo lettering bianco su nero ed il Joker un graffiante font rosso libero che evocano voci personali ed inconfondibile con un tono esistente solo nei sogni.
Ogni personaggio rappresenta fobie, patologie e alcuni aspetti della psichiatria al punto di essere modificato caratterialmente e fisicamente, alcuni anche in modo radicale, che li trasforma più in delle figure disgraziate e quasi disturbanti come ci si aspetterebbe di trovare in un vero manicomio mettendo ogni altro aspetto in secondo piano. Il Cappellaio Matto appare per poco ma è forse la scena più allucinata della graphic novel, viene sovrapposto al personaggio letterario cui s'ispira e a Carrol stesso mostrando le tendenze pedofile dello scrittore, Clayface invece di essere l'energumeno cui siamo abituati è una creatura emaciata e repellente ed il Joker è dipinto come affetto da una patologia che lo spinge a ricreasi cambiando comportamento e follie trasformandosi di volta in volta da un simpatico malandrino ad uno spietato ed efferato psicopatico.
Clayface
Il Batman di Arkham Asylum
E Batman non fa eccezione! rispetto al giustiziere che siamo abituati a vedere è più vulnerabile emotivamente al punto da reagire come una ragazzina quando il Joker, con fare fra l'equivoco e lo scherzoso, gli palpa il culo e si agita quando lo stuzzica con battutine allusive su Robin mostrando una sessualità repressa ed è messo a disagio dalle donne e la freddezza con cui le tratta sembra attingere direttamente alle insinuazioni sulla sua omosessualità che l'accompagnano dagli anni '50.
Tornando sul personaggio come dicevo più o meno a metà dell'articolo, appare più che mai disturbato ed affetto da psicosi. Sempre disegnato di spalle o in controluce al punto da sembrare formato da ombre viventi,
La perfetta sinergia dei testi di Morrison e le illustrazioni di Mac Kean rendono“Arkham Asylum, una seria casa su un serio suolo” un prodotto innovativo ed una delle storie di Batman più originali ed adulte, proprio perché rivolto a questo tipo di pubblico la DC non censurò le frecciate su Robin del Joker che potevano anche rifarsi all'assassinio di Jason Todd sebbene durante la lavorazione della graphic novel non era ancora noto quale sarebbe stata la decisione presa dai lettori sul suo destino.
Purtroppo i grandi pregi sono anche i difetti. L'immagine disturbante dei personaggi può non essere apprezzata da tutti, soprattutto vedere un eroe evidentemente fragile e vulnerabile emotivamente. Inoltre non è una lettura facile, oggi come allora è lontana dagli standard delle storie di Batman sotto ogni punto di vista e proprio per questo non mi sentirei mai di consigliarla a chi si è avvicinato al personaggio recentemente, magari tramite gli ultimi film o videogiochi dove appare il Cavaliere Oscuro, ma solo a lettori più “scafati” e smaliziati già in possesso di una certa “cultura batmaniana”.
Questa graphic novel è stata la più venduta della DC Comics per moltissimo tempo ed ancora oggi viene ristampata ciclicamente, nel nostro paese è stata pubblicata da Play Press, Planeta De Agostini e la RW Lion. La prima pubblicò un'edizione brossurata molto semplice, tipica della casa editrice, le altre due invece pubblicarono quella del 2004 realizzata in occasione del quindicesimo anno di pubblicazione, un cartonato di grande formato che conteneva anche la sceneggiatura con note a margine ed osservazioni realizzate appositamente da Morrison per quell'edizione celebrativa.
L'edizione comprende anche alcuni storyboard di prova realizzati da Morrison in cui appariva anche Robin, qui vestito con un trench, che doveva indagare sulla storia della famiglia Arkham ma poi tolto sia perché ancora non sapevano se sarebbe stato ucciso dai lettori sia perché al tempo era il portatore del colore nella vita di Batman e in questa storia era totalmente fuori posto... oltre al fatto che Mac Kean non voleva disegnarlo.

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