mercoledì 28 maggio 2025

La casa delle voci

 


Parlare di questo thriller psicologico di Donato Carrisi non è facile senza entrare in dettaglio della storia ma questo significherebbe veramente togliere gran parte dell'impatto che ha sul lettore, non è solo molto introspettiva, cupa ed emotiva ma è anche stratificata.

La lettura principale che si può dare al romanzo è la dipendenza completa dei bambini dai genitori, ciò li può mettere in una situazione di sicurezza e protezione ma anche di pericolo costante a cui gli altri adulti possono non credere o liquidare come bugie.

Il protagonista è il giovane e rinomato psicologo infantile Pietro Gerber che utilizza l'ipnosi come terapia per i suoi piccoli pazienti, mentre è al lavoro su un delicato caso in cui un bambino accusa genitori e nonni di praticare orge pagane per il tribunale dei minori di Firenze riceve una chiamata da una collega dall'Australia che gli chiede aiuto per una paziente adulta. Hanna Hall è convinta di aver ucciso il fratellino quando era molto piccola, vittima di un'amnesia selettiva vorrebbe ricostruire la sua infanzia tramite sedute d'ipnosi e ritrovare pace, Gerber accetta con riluttanza e non nega il suo aiuto alla ragazza, già giunta in Italia mossa della determinazione d'iniziare la terapia con lui. Hanna eserciterà sin da subito uno strano effetto sullo psicologo, la giovane donna sembra conoscere aspetti intimi e personali della sua vita privata che appaiono nei racconti della sua infanzia che fa sotto ipnosi facendo sembrare che sia il terapeuta a rivelare dettagli sulla propria vita piuttosto che la paziente.

Un altro aspetto trattato è come vengano considerati dalla società gli ultimi, in questo caso specifico i malati di mente, Carrisi da una fotografia negativa di come si faccia comodamente finta che non esistano ignorandoli sotto ogni punto do vista, esattamente come i senza tetto o ex-carcerati. L'ospedale di San Salvi a Firenze era una struttura dedicata proprio a questo, in grado di essere indipendente dal resto del mondo per tenere questi “indesiderati” al di fuori della società, ormai è ufficialmente chiusa da anni ma non la troverete fra i luoghi tipici della città rimanendo semi dimenticata dai cittadini esattamente come i suoi “pazienti”.

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