mercoledì 2 ottobre 2024

Demon Wars

 


Questa miniserie è il seguito diretto di “Demon days”, pubblicata l'anno successivo è sempre realizzata interamente da Peach Momoko che costruisce una storia con una visione più ampia coinvolgendo un maggior numero di personaggi.

Mariko e gli yokai
Mariko continua la sua vita come se l'avventura vissuta sul monte Kirisaki non fosse mai accaduta, sua nonna e la domestica non ne parlano e lei stessa stenterebbe a crederci se non fosse che da allora vede gli yokai che si muovono invisibili nel mondo degli umani, separati da una barriera molto sottile che lei riesce a varcare con le sue percezioni. Se si escludono queste apparizioni ed occasionali scosse di terremoto la sua vita prosegue normalmente fino a quando la ragazza non viene attirata nel mondo degli yokai scoprendo che assieme a quello degli umani è minacciato dell'oni Kigandoshi, decapitato molto tempo fa e come rivelato nella miserie precedente è legato a Mariko. L'oni si è
Yamato
risvegliato dal suo sonno e le scosse di terremoto ne sono l'effetto collaterale, lei è l'unica in grado di farle cessare rendendolo di nuovo integro risvegliandolo completamente tuttavia ci sono yokai che credono che risvegliarlo sia pericoloso in quanto non è sicuro che possa dimostrarsi amichevole e se fosse ostile non riuscirebbero a contenerlo una volta integro. La ragazza si troverà al centro di un conflitto fra due fazioni in uno dei più classici cliché della Marvel, super eroi che si fanno la guerra per poi allearsi oppure appacificarsi subito dopo.

La storia ha toni onirici evidenziati dalla colorazione, nel mondo degli umani sono smorti mentre in quello degli yokai diventano più vividi lasciandoci in sospeso su quale dei due sia reale.

Anche in questo caso i personaggi sono, per la maggior parte, perfettamente riconoscibili grazie a delle finezze grafiche, un bonzo con il volto coperto abbigliato in blu e rosso con l'ideogramma della “a” che spicca al centro del cappello che gli copre il viso ed uno yokai con motivi rotondi concentrici bianchi e rossi sul kimono di nome Yamato sono un riferimento estremamente evidente ad un certo supersoldato. Segnalo anche un'armatura stregata color oro e rosso, diretto rivale di Yamato, ed un gatto antropomorfo nero, ovviamente, con due code.

Come per “Demon Days” la storia è molto influenzata dallo stile giapponese in cui vengono lasciate aperte questioni e senza dare vere risposte lasciando in sospeso il lettore su alcuni punti della trama.