Il pilota di elicotteri Jim Mackenzie torna dopo molti anni nella sua città natale Flagstaff in Arizona, Navajo da parte di madre, la sua doppia discendenza è sottolineata dall'eterocromia, deve occuparsi del funerale del nonno materno, ed unico parente, Richard Tenachee. Fin da subito ci viene presentato come un personaggio ambiguo, pur di andarsene dalla piccola cittadina di 60000 abitanti ferisce le persone a lui più care per poi tagliare i ponti per i successivi dieci anni. Mentre è in zona scopre il corpo di un suo amico in una stranissima situazione: l'uomo è in una stanza chiusa dall'interno, con le ossa completamente fratturate senza però nessun segno evidente di aggressione. Con le stesse dinamiche nei giorni successivi si consumano altri due omicidi, anche in questo caso nessuna traccia sul corpo delle vittime. Differentemente da quello che si può pensare Jim non sarà coinvolto nelle indagini in prima persona come avviene di solito in questo genere di racconti, è ovviamente interessato a sapere cosa è successo all'amico ma si limiterà alla collaborazione con la polizia in qualità di testimone.
Sinceramente ho trovato questo romanzo
del 2006 di Giorgio Faletti moscio, ha un buon ritmo e la lettura
scorre liscia ma le atmosfere da thriller o noir sono leggere e
diluite nel corso di tutta la narrazione. Probabilmente l'autore
preferiva concentrarsi sui personaggi, ci racconta la vita di Jim con
gli amici di quando era giovane e come si senta colpevole verso April
Thompson, la sua ex-ragazza ed adesso cronista nel quotidiano locale,
ed Alan Weiss, suo migliore amido del tempo e figlio dell'uomo più
ricco e potente della zona, per averli danneggiati con il suo
egoismo. Incontrarli di nuovo apre la strada al tema principale
dell'espiazione e la riconciliazione con se stessi ed il passato,
sarebbe stato molto interessante se non fosse che tutta la parte
investigativa finisce in secondo piano. La storia procede in modo
lento con interi capitoli dedicati alle relazioni fra i protagonisti
cui s'intreccerà una trama secondaria di speculazione edilizia ai
danni dei nativi orchestrata da Cohen Wells, padre di Alan e uomo
d'affari senza scrupoli che vede le persone come oggetti di sua
proprietà, compreso il figlio. L'indagine ingrana lentamente ed in
modo poco coinvolgente per il lettore al punto che la rivelazione
dell'assassino, che dovrebbe essere il vero colpo di scena di tutto
il romanzo, non colpisce.
C'è qualche cliché sulla spiritualità
degli indiani mostrata tramite i personaggi del nonno di Jim e del
suo vecchio amico Charlie Owl Begay, descritto come “un uomo che
non possiede nulla per non sentirsi legato” e che si esprime più
con i silenzi che le parole, che da un sapore di scontato per la
figura del pellerossa pur senza essere offensivo.
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