mercoledì 2 giugno 2021

Fuori da un evidente destino




Il pilota di elicotteri Jim Mackenzie torna dopo molti anni nella sua città natale Flagstaff in Arizona, Navajo da parte di madre, la sua doppia discendenza è sottolineata dall'eterocromia, deve occuparsi del funerale del nonno materno, ed unico parente, Richard Tenachee. Fin da subito ci viene presentato come un personaggio ambiguo, pur di andarsene dalla piccola cittadina di 60000 abitanti ferisce le persone a lui più care per poi tagliare i ponti per i successivi dieci anni. Mentre è in zona scopre il corpo di un suo amico in una stranissima situazione: l'uomo è in una stanza chiusa dall'interno, con le ossa completamente fratturate senza però nessun segno evidente di aggressione. Con le stesse dinamiche nei giorni successivi si consumano altri due omicidi, anche in questo caso nessuna traccia sul corpo delle vittime. Differentemente da quello che si può pensare Jim non sarà coinvolto nelle indagini in prima persona come avviene di solito in questo genere di racconti, è ovviamente interessato a sapere cosa è successo all'amico ma si limiterà alla collaborazione con la polizia in qualità di testimone.
Sinceramente ho trovato questo romanzo del 2006 di Giorgio Faletti moscio, ha un buon ritmo e la lettura scorre liscia ma le atmosfere da thriller o noir sono leggere e diluite nel corso di tutta la narrazione. Probabilmente l'autore preferiva concentrarsi sui personaggi, ci racconta la vita di Jim con gli amici di quando era giovane e come si senta colpevole verso April Thompson, la sua ex-ragazza ed adesso cronista nel quotidiano locale, ed Alan Weiss, suo migliore amido del tempo e figlio dell'uomo più ricco e potente della zona, per averli danneggiati con il suo egoismo. Incontrarli di nuovo apre la strada al tema principale dell'espiazione e la riconciliazione con se stessi ed il passato, sarebbe stato molto interessante se non fosse che tutta la parte investigativa finisce in secondo piano. La storia procede in modo lento con interi capitoli dedicati alle relazioni fra i protagonisti cui s'intreccerà una trama secondaria di speculazione edilizia ai danni dei nativi orchestrata da Cohen Wells, padre di Alan e uomo d'affari senza scrupoli che vede le persone come oggetti di sua proprietà, compreso il figlio. L'indagine ingrana lentamente ed in modo poco coinvolgente per il lettore al punto che la rivelazione dell'assassino, che dovrebbe essere il vero colpo di scena di tutto il romanzo, non colpisce.
C'è qualche cliché sulla spiritualità degli indiani mostrata tramite i personaggi del nonno di Jim e del suo vecchio amico Charlie Owl Begay, descritto come “un uomo che non possiede nulla per non sentirsi legato” e che si esprime più con i silenzi che le parole, che da un sapore di scontato per la figura del pellerossa pur senza essere offensivo.

Nessun commento:

Posta un commento