mercoledì 5 maggio 2021

Cinzia

 


Cinzia Otherside appare fin dalla prima storia di Rat-Man nel 1989 ed era solo un personaggio di contorno utilizzata per gag sessuali, ben presto è evoluta diventando uno dei personaggi più amati, forse il più amato, dell'autore.
Uno dei momenti più toccanti
ed introspettivi
Nel corso degli anni Ortolani ne ha riscritto la storia dedicandole sempre più spazio senza però smettere di giocare su luoghi comuni, doppi sensi e le più ricorrenti battute sulla lunghezza del pene tratteggiandola con una personalità romantica con una forza di volontà necessaria per vivere secondo le sue scelte, non proprio
semplici. Non meraviglia che le abbia dedicato un volume intero del tutto slegato dalla serie regolare, pubblicato dalla Bao nel 2018, in cui ne approfondisce la vita mostrandocela forse un po' più più giovane di come sarebbe apparsa in “Rat-Man”. Cinzia cerca il suo posto in una società che non solo non vuole accettarla ma anche pretende di stabilire come dovrebbe vivere, in un misto di malinconia e comicità cerca in tutti i modi di farsi accettare per come è ed avere una vita normale con un lavoro ed un uomo da amare, tutte cose che sembrano esserle negate per il non volersi conformare diventando qualcuno che non è. Nella storia viene messo in evidenza il suo aspetto più intimo e fragile e la profonda introspezione si alterna con momenti di comicità surreale, come un balletto in stile musical sui “trenta centimetri in più”, battute, doppi sensi e gag non-sense. L'autore ci mostra le solitudine e la vulnerabilità del personaggio che per poter attirare l'attenzione dell'uomo di cui è innamorata arriva a fare cose assurde, per esempio lanciare cani surgelati contro la sua macchina (cani che somigliano a Cliff, la mascotte di Bao), e molto stupide come fingersi qualcun' altro per avvicinarsi a lui.
L'uomo che fa 
breccia nel suo cuore
Si ritrova così a lavorare per una società che scoprirà essere impegnata nella salvaguardia dei “valori tradizionali della famiglia” ed attivamente impegnata nella propaganda anti-gender, anti gay ed anti tutto quello che è differente da ciò che ritengono “tradizionale. Quindi tutto ciò che Cinzia rappresenta. La pesantezza e la malinconia sono stemperate dalle battute con cui risponde ai colleghi e soprattutto da Tamara, amica e coinquilina che già è ben nota ai lettori di “Rat-Man”. Tamara ha un approccio molto pragmatico e cinico alla vita, accontentandosi si lavorare su internet con gli show in webcam è protagonista delle gag più divertenti ma non per questo meno amare se si pensa che vede quello come l'unica possibilità lavorativa.
Si può pensare che per il modo apparentemente leggero con cui Ortolani tratta la storia prenda in giro i transessuali ma basta leggere con attenzione, e magari con un po' di apertura mentale, che salta subito all'occhio il completo contrario nonostante sfrutti abbondantemente gli stereotipi per creare gli effetti comici come è sempre stato il suo stile, graffiante e decisamente politicamente scorretto.
In merito a certe sue scelte sono state mosse delle critiche. Una è che per l'autore le donne o sono brutte oppure belle e stupide come la segretaria che cerca di attirare l'attenzione maschili in modo estremamente sfacciato. Un'altra è su come scherza sulla sigla LGBTQ+, aggiungendo iniziali SW includendo i fan di Star Wars come un identità di genere, oppure un paio di gag ricorrenti su le “lesbiche vegane”. Queste scelte, apparentemente poco felici, sono in linea con il modo di fare comicità che Ortolani ha sempre utilizzato nel corso degli anni, estremizzare luoghi comuni e stereotipi per ottenere una comicità sferzante e qui mostra come esista la discriminazione all'interno di categorie discriminate. E se si fosse dedicato ad stata una comicità più tradizionale le accuse, probabilmente, sarebbero state di essersi piegato al politicamente coretto.
C'è anche chi si è lamentato della semplicità con cui rendeva la condizione della protagonista e sicuramente da un punto di vista di chi la vive veramente è un'osservazione veritiera ma Ortolani non voleva dare un'immagine realistica, inoltre una storia semplice, per quanto d'impatto, poteva raggiungere più persone rendendole, magari, più sensibili alla tematica.

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