lunedì 6 aprile 2020

La sensazionale She-Hulk di John Byrne Omnibus


Jennifer Walters, meglio nota come She-Hulk, può vantare non solo la parentela con la star del fumetto Bruce Banner, che le ha valso l'ingresso nel mondo dei supereroi, ma anche due papà d'eccellenza quali Stan Lee e John Buscema, esordì sulla sua testata “Savage She-Hulk” dove ottenne i poteri da una trasfusione di sangue dal cugino ed a differenza di lui poteva controllare le
trasformazioni. La serie non fu fortunata e chiuse dopo soli 25 numeri, invece di cadere nel dimenticatoio, prova che le parentele contano anche nei fumetti, entrò prima nei Vendicatori e dopo le
Riunione fra Jennifer e la editor negli
studi della Marvel Comics
Guerre Segrete sostituì Ben Grimm nei Fantastici Quattro.
Indipendente, moderna e solare con il tempo Jennifer si è liberata dell'ombra dell'illustre parente ritagliandosi giustamente un posto nel cuore di noi Marvel Fan, soprattutto grazie a John Byrne, al tempo scrittore e disegnatore dei Fantastici Quattro, che seppe valorizzare il personaggio dandole ampio spazio nelle storie ed aggiungendo al carattere un'allegra sfacciataggine. Le fece iniziare una relazione con lo storico amico di Johnny Waytt Wingfoot, coppia ancora oggi iconica nonostante si siano presi e lasciati almeno un paio di volte, le dedicò una graphic novel in solitaria e scherzò su di lei con una storia comica sulla pubblicazione di alcune foto di nudo.
Jennifer si lamenta con Byrne
per la scelta dei nemici
Non stupisce quindi che sia stato proprio lui a dedicarle quella che è ad oggi la sua serie più caratteristica nel 1989, appena tornato in Marvel dopo averla abbandonata anni prima per screzi con Jim Shooter, al tempo Editore Capo.
She-Hulk viene ingannata, grazie
agli articoli prodotti da una nota ditta.
In Italia iniziarono a pubblicare la serie su “Super Comics”, una rivista contenitore della MBP che penso ci ricorderemo in pochissimi, e quando i diritti della Marvel furono rilevati per intero da Panini in appendice su “Fantastici Quattro”. Ed ora, sempre per Panini, tutti numeri realizzati da Byrne sono finalmente raccolti in questo omnibus.

Byrne imposta le avventure dell'eroina in un modo che Shooter non avrebbe mai permesso, forse sperimentale non è la definizione giusta ma di sicuro era sopra le righe, le storie hanno un taglio comico e grottesco fin dalla copertina del primo numero in cui She-Hulk parla ai lettori minacciandoli di strappare i loro fumetti degli X-Men se non avessero acquistato l'albo. Infatti
Piccola pausa durante un interludio 
Jennifer è ben conscia di essere un personaggio dei fumetti e parla spesso direttamente ai lettori o a Byrne, protestando per le situazioni in cui la mette o per lo scarso impegno nel lavoro. All'inizio l'autore sembra stabilire un'ambientazione ben precisa facendole iniziare un lavoro per l'ufficio del procuratore distrettuale Tower, vecchia conoscenza di noi Marvel Fan, ed inserendo delle sottotrame che però furono sfruttate da altri quando lasciò la serie per un lungo periodo dal numero 9 al numero 31.

Weezi pensa a tornare in azione con
il suo vecchio costume.
She-Hulk strappa una pagina bianca
Nel quarto numero, ed i Marvel Fan coglieranno la citazione, il suo primo giorno di lavoro She-Hulk incontra e stringe amicizia con Weezi, che sarà la comprimaria principale. Ex-eroina sexy durante la Seconda Guerra Mondiale nota come Blonde Phantom anche lei sa di essere un personaggio dei fumetti, oltre ad insegnarle qualche trucchetto come spostarsi fra le vignette per evitare il traffico le confida di averla proposta per quel lavoro per tornare ad essere pubblicata come comprimaria della serie e magari ringiovanire. In un discorso metanarrativo molto interessante parlerà proprio dell'età dei personaggi dei fumetti, di come finché vengono pubblicati
She-Hulk che salta
la corda era un tormentone
nella pagina della posta
resteranno sempre trentenni per poi subire il corso del tempo una volta che cessano le pubblicazioni. Non fraintendete, nonostante alcuni spunti un po' più seriosi il tono è sempre molto allegro e scanzonato, infatti la protagonista imparerà ben presto a destreggiarsi letteralmente fra le pagine facendosi strada fra annunci e pubblicità per uscire da una situazione scomoda.

Il Dottor Bong
Inoltre Byrne scelse di farle affrontare solo nemici di livello così infimo da essere praticamente sconosciuti, non sono un fan della Marvel della prima ora ma personaggi come gli Uomini Testa ed il Dottor Bong non li conoscevo. Avete letto bene, dottor Bong MA non il bong che pensate, è un tipo che per testa ha una campana ed un battente sulla mano. Sì, è davvero ridicolo. Inoltre per la gioia di tutti noi vecchi appassionati e cultori dei classici della Casa delle Idee ripesca da una vecchia storia degli anni '50 Spragg, la collina vivente, ed anche gli alieni Ovoidi ed i D'bari.
Leggendo si vede quanto Byrne si sia divertito a realizzare questa serie con idee stravaganti e demenziali, come Babbo Natale in un'indagine per incastrare un assassino o riempendo un albo per quasi metà con pin-up di She-Hulk mettendo in quelle pagine solo due o tre vignette dedicate alla storia, ed altre geniali come la storia interattiva, la mia preferita, in cui i lettori possono decidere quale è il nemico che preferiscono in base ai dialoghi.
Waytt Wingfoot. E non si dica
che Byrne non pensi alle lettrici
L'editor di Byrne, Reneè,
che lo rimprovera
Per quanto queste storie siano divertenti e costituiscano senza dubbio una parte importante della vita editoriale della Gigantessa di Giada hanno anche il grande difetto di non aggiungere niente al personaggio in sé, soprattutto considerando che Byrne ha avuto un impatto fondamentale sui personaggi su cui aveva messo mano. Basti pensare alla run sugli X-Men in tandem con Chris Claremont con il
capolavoro della Saga di Fenice Nera e come fu il primo ad accorgersi del potenziale di Wolverine ma soprattutto la sua lunga gestione dei Fantastici Quattro, considerata seconda solo a quella di Kirby, per la Marvel ed al rilancio di Superman per la DC, sono tutti lavori di altissimo livello che hanno segnato per anni le avventure di quei personaggi dando spunti e guide ai team creativi che sono venuti dopo. Obbiettivamente “La sensazionale She-Hulk” non è a questi livelli, è un divertente e riuscitissimo esercizio di stile dell'autore che mostra la sua bravura nel saper giocare con i personaggi ed anche su se stesso scherzando sul suo (noto) pessimo carattere. Per tutti questi motivi mi sentirei di consigliare l'omnibus solo a veri fan di John Byrne e a chi voglia approfondire la conoscenza con un vecchio periodo della Marvel.

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