martedì 24 dicembre 2019

La saga della Spada di Ghiaccio


Su “Topolino” sono sempre apparse storie dai generi più disparati a volte divise in più puntate, solitamente due, diventando in alcuni casi delle vere e proprie minisaghe come le storie della macchina del tempo o alcune di Paperinik che anni dopo venivano ripubblicate in raccolte tematiche. Fantascienza, supereroi, avventura, archeologia...
Poteva mancare il fantasy? Ovviamente no.
Fra le storie di questo genere spicca senz'ombra di dubbio la saga della Spada di Ghiaccio, è la mia preferita e la conobbi per caso leggendone un pezzo su un albo mezzo strappato che trovai da qualche parte. Già appassionato di fantasy, anche se al tempo non lo chiamavo così, per anni
rimase una sorta di personale mito fino a quando
non trovai una di queste raccolte tematiche. La prima dedicata a questa saga, nel corso degli anni verrà pubblicata anche in altri formati.
Artefice di questo capolavoro è Massimo De Vita, uno dei più grandi artisti Disney, estremamente prolifico sia come disegnatore che sceneggiatore è proprio in questo duplice ruolo che trasforma Pippo, suo personaggio preferito, in “eroe leggendario” di una saga ispirata alle leggende nordiche.
Le reliquie custodite da Yor.
In una dimensione diversa dalla nostra si trova il continente dell’Argaar, una terra fantastica popolata da svariati popoli e razze tipiche delle leggende come gli elfi (qui mostrati con un aspetto più simile alle fate), i giganti ed i troll. Purtroppo i popoli sono gravati dalla dittatura del Principe delle Nebbie, crudele monarca padrone di oscure arti magiche risorto dopo essere stato sconfitto molti anni prima dal leggendario eroe Alf e della sua Spada di Ghiaccio, che impone gravi tributi soprattutto nel giorno del Natale spingendo gli Uli, un popolo di semplici contadini ormai stremati, a cercare di contattare nuovamente Alf. Il messaggero designato è il sedentario Boz che otterrà l'unico risultato coinvolgere Topolino e Pippo, quest'ultimo decide di spacciarsi per il cugino dell'eroe ed aiutarli. Così, come in ogni saga che si rispetti, i nostri partono alla ricerca della Spada di Ghiaccio, unico artefatto in grado di debellare una volta per tutte il diabolico dittatore, ad accompagnarli nell’impresa il saggio Yor, custode di antiche reliquie tecnologiche di tempi passati, Boz e
Boz viene reclutato per l'avventura
l’agguerrito troll Gunni Helm.
Gunni Helm
La saga inizia nel dicembre 1982 sui numeri 1411/12/13 ed il periodo natalizio diventerà una tradizione per la pubblicazione dei capitoli successivi, gli altri episodi appaiono rispettivamente nel 1983, numeri 1464/65, e 1984 arrivando ad una momentanea conclusione sul numero 1517 fino al 1993 contin
uando sui numeri 1936/37.
Questo primo capitolo, “Topolino e la Spada di Ghiaccio” è senza dubbio il migliore sia per la storia che per le ambientazioni con un'influenza di leggende nordiche e narrativa fantasy molto più marcata rispetto ai successivi. Lungo il viaggio i nostri visiteranno molti luoghi dai nomi pittoreschi ed affascinanti, lo stesso Pippo dichiarerà con aria sognante che sembra d’essere in una fiaba nordica, quasi De Vita volesse parlare attraverso di lui. Infatti tutti i luoghi, alcuni personaggi ed oggetti sono ispirati direttamente dall’Edda, il ciclo delle leggende vichinghe che ha come protagonisti gli dèi norvegesi. Come nell'Edda la regione abitata dai Giganti è chiamata Jotunheim, un lupo ferocissimo legato ad una roccia fa il verso a Fenrir, viene invocato il Niflheim come l’aldilà e viene citata l’avventura vissuta da Thor in uno dei suoi viaggi quando entrò nel guanto di un gigante convinto che fosse una costruzione. Non mancano ovviamente le gag, come ad esempio Pippo che durante una contrattazione offre in pagamento uno yo-yo o il sistema che utilizzano i protagonisti per passare il terribile lupo guardiano della regina di Hel.
Pippo partecipa al Torneo dell'Argaar
Visto il successo i nostri eroi torneranno ad aiutare i loro amici dell'Argaar, come ho già detto, altre tre volte, purtroppo si perdono con il tempo molti dei riferimenti mitologici smorzandone il sapore fantasy. In “Topolino e il Torneo dell’Argaar”appaiono auto volanti e robot al fianco delle classiche ambientazioni medievali e sebbene abbiano un ruolo comunque marginale non sono più relegate a semplici r
eliquie come nel capitolo precedente, in “Il ritorno del Principe delle Nebbie” i toni epici sono quasi accantonanti dando maggior rilievo alla comicità ed alla componente tecnologica, infatti ci sono delle vere e proprie spiegazioni scientifiche sul funzionamento di oggetti che fino a quel momento si potevano definire magici. Rimangono dei riferimenti fantastici classici come il torneo con varie discipline, il vecchio
Il saggio della grotta
saggio depositario di un grande tesoro da donare al prode eroe che riesce a rispondere alle sue domande ed in una tavola Topolino e Pippo appaiono nella volta celeste al fianco di personaggi che seppur mai nominati direttamente sono chiaramente Thor, Odino ed Heimdall.
Pippo arrabbiato con l'autore
Nell'ultimo capitolo “Topolino e la bella addormentata nel cosmo”, pubblicato ben nove anni dopo, De Vita è, ovviamente, sempre il disegnatore e firma la sceneggiatura di questo quarto capitolo a quattro mani con Fabio Michelini, autore di alcune storie di Paperinik e creatore negli anni'80 del surreale Pacuvio, coniglio amico di Pippo che i lettori di “Topolino” di vecchia data ricorderanno bene. La tecnologia è sempre molto presente ma passa in minor rilievo ed il fantastico torna ad essere predominante con animali come talpe o locuste giganti usati come mezzi di viaggio, le citazioni riguardano più la cultura mediterranea che quella nordica ed abbiamo un fiume Stige (che non ha nessuna relazione con l'aldilà) e Pippo che cita Dante. La comicità è troppo pronunciata, Pippo arriva a parlare con l'autore stesso protestando per le situazioni in cui sono stati messi, per quanto sia un fatto di puro gusto personale l'ho trovato molto fuori luogo, infatti negli altri capitoli questo espediente così particolare non è mai stato utilizzato e si crea una spaccatura molto netta.
In apertura dicevo che sono tre le raccolte ed i formati di questa saga. Nel dicembre 1989, casualmente, quando era ancora una trilogia la saga fu raccolta in un volume dal formato di un mega almanacco con il titolo “Trilogia della Spada di Ghiaccio”, potete vedere la copertina in apertura dell'articolo. La quadrilogia venne pubblicata interamente su volume unico per “Gli Albi d’Oro di Repubblica” nel 2004, l'ultima edizione fu della Disneylibri nella Disney Golden Edition in formato di pregio con copertina rigida e sovracoperta, l'ideale per leggersi questa bellissima saga tutta di un fiato.
E chissà che un giorno Massimo De Vita, o qualche altro autore, non decida di tornare a fare visita ai popoli dell'Argaar

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