Ho scoperto Walter Leoni abbastanza recentemente tramite i social dove pubblicava le strisce e promuoveva i suoi lavori, l'autore è attivo fin dal 2012 come illustratore e vignettista per vari periodici, come Linus, e collabora con Comics e Science. La Becco Giallo raccoglie in questo volume alcune di
quelle strisce in cui utilizza la sua vita professionale e familiare per raccontarci l'approccio alla crescita del figlio, i confronti con la moglie ed anche con il bambino, che come nelle classiche strip il modo di pensare semplice e diretto è spesso in netto contrasto con le varie contraddizioni degli adulti. Principalmente le storie riguardano le interazioni con il figlioletto, molto speso lo vediamo giocare con lui lasciando in dietro il lavoro, non solo coinvolto ma anche condividendo le fantasie del piccolo per esempio vestendosi da Batman e Robin o da pirati oppure facendolo vincere quando giocano a pallone o fanno qualche gara in un modo quasi toccante nella sua semplice comicità. Fra leggergli un libro quando è al gabinetto, perché sa fare le vocine, oppure vederlo preferire i lego ai playmobil ci racconta le sue paure ed ansie come genitore in modo molto semplice ma efficace e divertente, ed anche il confronto con la moglie che dipinge come la parte razionale della coppia.Non mancano episodi al di fuori l'ambito familiare, risponde al Piccolo Principe ed alle sue insistenti richieste sul disegnarli una pecora e considerazioni sulla propria crescita personale, anche se la descrive principalmente come vecchiaia. Ma soprattutto, come si può intendere dal titolo del volume, riflette sui dubbi e le paure sulla vita che aspetta al figlio e se come genitore sia in grado di prepararlo, cosa che sicuramente tocca ogni genitore degno di questo nome.
Leoni narra le sue storie con comicità e semplicità anche nei temi più delicati, senza essere pesante e pure con un tocco di metanarativa, come quando trasforma la famiglia in orsi, divertendosi a citare due titoli famosissimi come i “Peanuts” e soprattutto “Calvin e Hobbes” di Bill Watterson, una delle quali la potete notare anche nella copertina.
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