Uno dei temi della serie “Avatar –
The last airbender” è il confronto fra passato e presente, il team
creativo formato da Gene Luen Yang e da Gurihiru lo aveva già
trattato nel primo arco narrativo “La promessa” e lo
approfondiscono in questo terzo volume pubblicato originariamente nel
2014 e da noi nel 2021 dalla Tunuè. Sentendo il peso di essere
l'unico superstite della propria gente Aang vuole far rivivere una
tradizione dei Nomadi dell'Aria e scopre che sul luogo per loro sacro
adesso sorge una
nuova città industriale, frutto della
collaborazione fra il Regno della Terra e la Nazione del Fuoco, ed
una fabbrica che da lavoro a moltissimi operai fra cui alcuni
dominatori che utilizzano la loro capacità per lavorare
all'estrazione di minerali. Tutto ciò rappresenta proprio ciò che
il giovane Avatar sta cercando di costruire dopo la lunga guerra, una
nuova società dove gli abitanti dei vari paesi possano vivere
integrati fra di loro ed anche se ha accettato che il mondo è
cambiato per lui è un duro colpo vedere la trasformazione di quel
posto legato ai suoi ricordi. Toph, che nei capitoli precedenti era
stata lasciata indietro qui ha il ruolo di coprotagonista, giudica in
modo molto duro le usanze dei Nomadi dell'Aria, insofferente alle
tradizioni con le quali è stata costretta a crescere dai genitori lo
metterà di fronte al vero significato che dava alle sue tradizioni e
se per lui fossero state veramente così importanti. Inevitabilmente
il passato viene dimenticato e trasformato con lo scorrere del tempo
a dimostrazione che la vita degli uomini, così breve, è un continuo
mutamento in contrasto con quelle degli spiriti, creature
dall'esistenza quasi immortale e statica nel tempo.
Si può dire che Aang, in qualità di persona che vive fuori da proprio tempo, rappresenta la transazione e lo scorrere del tempo, gli spiriti la tradizione mentre Toph l'innovazione, per vivere nel presente deve comunque esistere un equilibrio perché nonostante il potenziale degli uomini di costruire e creare nuove cose, collegato indissolubilmente alla distruzione del “vecchio”, senza controllo può portare a terribili conseguenze. Io ci ho visto una metafora dell'emergenza ambientale e climatica che stiamo vivendo oggi, lo sfruttamento delle risorse senza la benché minima coscienza degli effetti a lungo termine.
Gli autori si concentrano molto su Toph
ed anche se è sempre stato un personaggio ben definito fin dalla sua
prima apparizione nella serie ne approfondiscono alcuni aspetti come
il rapporto con il padre, che non vedeva dal giorno che partì con il
team Avatar, facendone l'altro tema
del volume. Oltre a confermare che è la dominatrice più forte mai
apparsa.
Inoltre abbiamo modo di approfondire la conoscenza con l'Avatar Yengchen, la dominatrice dell'aria precedente ad Aang, che fin'ora avevamo solo intravisto nella serie qui la vediamo finalmente in azione.
Toph |
Si può dire che Aang, in qualità di persona che vive fuori da proprio tempo, rappresenta la transazione e lo scorrere del tempo, gli spiriti la tradizione mentre Toph l'innovazione, per vivere nel presente deve comunque esistere un equilibrio perché nonostante il potenziale degli uomini di costruire e creare nuove cose, collegato indissolubilmente alla distruzione del “vecchio”, senza controllo può portare a terribili conseguenze. Io ci ho visto una metafora dell'emergenza ambientale e climatica che stiamo vivendo oggi, lo sfruttamento delle risorse senza la benché minima coscienza degli effetti a lungo termine.
Yengchen |
Inoltre abbiamo modo di approfondire la conoscenza con l'Avatar Yengchen, la dominatrice dell'aria precedente ad Aang, che fin'ora avevamo solo intravisto nella serie qui la vediamo finalmente in azione.
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