mercoledì 7 luglio 2021

Spider-Man Linea di sangue

 


Nel 2019 ebbe grande risalto l'annuncio della miniserie dell'Uomo Ragno scritta da J.J. Abrams, assieme al figlio Henry, e disegnata da Sara Pichelli, ed è ben comprensibile visto che questi autori non hanno certo bisogno di presentazioni (anche se sul figlio non ho trovato nessuna informazione sul curriculum di sceneggiatore).

Nonostante fosse stato detto fin da subito che non sarebbe stata ambientata nella continuity ufficiale l'aspettativa era comunque molto alta, d'altronde non si può mai sapere cosa può succedere ed un personaggio potrebbe riscuotere così tanto successo da essere, in un modo o nell'altro, inserito nella continuity ufficiale, Miles Morales ne è un esempio. Forse le aspettative erano troppo alte ma con autori di questo livello c'erano tutte le premesse per essere una lettura quantomeno interessante, purtroppo il risultato finale è abbastanza mediocre e privo del ritmo indispensabile per una miniserie di cinque numeri.

Discussione fra Ben e Peter
Cadaverico
Come lascia intendere il titolo il fulcro della storia è la famiglia, anche se alcuni sono trattati in modo sbrigativo toccano argomenti come il confronto generazionale e la trasmissione di un retaggio. Peter ha abbandonato costume e ruolo di Uomo Ragno dopo che il cyborg chiamato Cadaverico ha attaccato New York con il suo esercito
cibernetico uccidendo MJ davanti ai suoi occhi, ferito gravemente lascia gli Stati Uniti come inviato all'estero per il Daily Bugle affidando il figlio Ben a May, che in questo modo risulta essere il vero legame della famiglia, senza influire nella sua vita per dodici anni. Questo era uno spunto molto interessante e nel primo numero, che è anche quello riuscito meglio, vediamo Ben amareggiato verso il genitore proprio per il fatto che fra loro non esista nessun rapporto e sono solo due sconosciuti. Come se non bastasse inizia a manifestare i poteri di ragno ereditati dal padre senza riuscire a gestirli, a questo punto ci si aspetterebbe di vederlo alle prese con l'accettazione dei poteri e le responsabilità che comportano prendendoci dimestichezza invece si dimostra già padrone delle sue abilità e capace di compiere evoluzioni con le ragnatele già la prima volta che si ritrova ad usarli. Oltre al fatto di non mostrare un approfondimento di Ben da questo punto di vista alcuni eventi fondamentali della storia sembrano solo
Ben incontra Fey Ito
accennati per soffermarsi troppo su aspetti di contorno, quasi superflui se vogliamo, come l'incontro con un Tony Stark che vive come un eremita ubriacone ma che si comporta più come affetto da demenza senile. E c'è un grande buco di sceneggiatura di cui non vi dico nulla perché legato ad un colpo di scena importante ma più che stupire fa esclamare “ma che cosa?” al lettore, una volta letta la sceneggiatura complessiva della miniserie l'editor sarebbe dovuto intervenire e riprendere un errore simile.
Se non fosse per i bellissimi disegni di Sara Pichelli la mini sarebbe solo uno di quei cicli di storie che fungevano da riempitivo e che nel nostro paese erano pubblicati per fare spessore in riviste contenitore, come Star Magazine, o in appendice a qualche testata regolare. Mi dispiace per Cadaverico ed il suo esercito, che graficamente sono molto ben riusciti, e per la graffitista Feye Ito, amica di Ben, che è un personaggio simpatico con la verve di voler cambiare il mondo in meglio ma che una volta coinvolta nella storia va detto reagisce con estrema naturalezza alla situazione.

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