Volume pubblicato dalla J-Pop nel
febbraio del 2020 raccoglie una serie di storie brevi pubblicate da
Osamu Tezuka fra il 1968 ed il 1973, i racconti spaziano in vari
generi e per stile e temi fanno parte della produzione più adulta
del Dio dei Manga.
A dare il titolo al volume è una storia di 60 pagine molto particolare, la cittadina di Inatake, arroccata in mezzo alle montagne, si trova di punto in bianco esclusa dal mondo esterno, televisori e radio non ricevono segnali e l'unico quotidiano che ancora viene consegnato, il solo contatto rimasto con l'esterno, spiega che la città è irraggiungibile a causa del crollo del ponte che collegava ferrovia ed autostrada. I
cittadini accettano
la situazione attendendo la risoluzione dei problemi continuando con
le loro vite, però il protagonista Yusaku Shirakawa si accorge che i
suoi colleghi e la gran parte dei concittadini si comportano in modo
strano. Dimenticano le cose, si fanno sempre più apatici e vanno
avanti meccanicamente giorno per giorno senza fare caso ai disagi
dell'isolamento, ciò lo spingerà ad indagare nonostante
l'ostruzionismo delle autorità. Leggendo sembra di trovarsi in
un'atmosfera strana, inquietante e surreale degna di un episodio di
“Ai confini della realtà”, ed è proprio qui che la storia
colpisce evolvendosi in modo del tutto inaspettato.
Mi voglio soffermare principalmente su altre due storie del volume, completamente prive di ogni tipo di caricaturalità che a volte l'autore utilizza per enfatizzare emozioni o situazioni. La prima è “Yellow Dust”, ambientata nel 1972 degli operai giapponesi da sempre impiegati presso una base americana in Giappone, inviati anche in Vietnam durante il conflitto, prendono in ostaggio un autobus pieno di bambini figli dei militari americani con l'autista e la maestra barricandosi in un vecchio rifugio con delle provviste sottratte alla base. Tezuka racconta questa storia con una violenza cruda e diretta, dalla maestra che si concede ai rapitori per ottenere la libertà dei bambini fino alle azioni crudelmente gratuite dei criminali, in un'escalation di violenza che colpisce allo stomaco come un pugno. L'autore critica certi aspetti dell'esercito degli USA ma anche del suo paese, convinti che basti un'offerta in denaro per risolvere un problema. L'altra è “sipario diabolico” che si rifà ai moti di contestazione studentesca degli anni '70. Realizzata con uno stile del tutto diverso rispetto agli standard di Tezuka: secco, duro ed asciutto. Ambientato in un Giappone dove vige la legge marziale e la contestazione è repressa con le armi i dissidenti politici vivono e si radunano in segreto, attraverso il protagonista viviamo in quel mondo di cospirazioni e di continui colpi alle spalle.
Piccola panoramica sulle altre che spaziano da vari temi, dalla fantascienza al thriller. In quest'ultima tipologia è “Notte sulla strada” che la gioca sull'incontro causale di due uomini che dichiarano all'altro di aver commesso un reato senza però che noi lettori se ne abbia la reale prova.
La “Gestazione della Santa” e “I
reduci” rientrano nel genere di fantascienza e sono molto diverse
fra di loro. La prima vede un ricercatore che vive su Marte da solo
con la sua androide domestica, i due s'innamorano fino a sposarsi.
Purtroppo la casa viene assalita de criminali che lo uccidono, si
stabiliscono lì e sfruttano l'androide come domestica notando con il
passare del tempo che sembra incita. Dalle atmosfere oniriche
potrebbe benissimo essere stata scritta da Phillip K. Dick. La
seconda è una storia di denuncia contro la cupidigia e l'egoismo di
cui il contesto fantascientifico fa solo da sfondo.
In “L'esecuzione si concluse alle tre” un ufficiale delle SS al comando di un campo di concentramento viene condannato a morte dagli alleati quando liberano i prigionieri, l'uomo ricorda di come ogni giorno decidesse della vita degli uomini e delle donne rinchiusi e dello scienziato ebreo che realizza un farmaco con il quale è sicuro di potersi salvare.
In fine, di tutte le storie “La cisti” mi ha colpito meno, Tezuka riutilizza in un contesto di storia romantica una delle idee apparse sulle pagine di Black Jack per questo ha un senso di già visto.
I grandi autori come Tezuka sono sempre in grado di stupire i lettori anche a distanza di decenni dimostrando di essere sempre attuali ed avanti per i loro tempi, ovviamente ci sono alcune cose che vanno contestualizzate, è fisiologico che racconti realizzati quaranta o cinquanta anni fa siano legati al proprio contesto storico ma è innegabile la grande capacità di quest'autore nel raccontare storie. Ammetto di non essere imparziale, provo un grande rispetto per un autore come Tezuka, capace d'influenzare generazioni di lettori di tutto il mondo ancora oggi a trent'anni dalla morte.
A dare il titolo al volume è una storia di 60 pagine molto particolare, la cittadina di Inatake, arroccata in mezzo alle montagne, si trova di punto in bianco esclusa dal mondo esterno, televisori e radio non ricevono segnali e l'unico quotidiano che ancora viene consegnato, il solo contatto rimasto con l'esterno, spiega che la città è irraggiungibile a causa del crollo del ponte che collegava ferrovia ed autostrada. I
Yusaku Shirakawa |
Mi voglio soffermare principalmente su altre due storie del volume, completamente prive di ogni tipo di caricaturalità che a volte l'autore utilizza per enfatizzare emozioni o situazioni. La prima è “Yellow Dust”, ambientata nel 1972 degli operai giapponesi da sempre impiegati presso una base americana in Giappone, inviati anche in Vietnam durante il conflitto, prendono in ostaggio un autobus pieno di bambini figli dei militari americani con l'autista e la maestra barricandosi in un vecchio rifugio con delle provviste sottratte alla base. Tezuka racconta questa storia con una violenza cruda e diretta, dalla maestra che si concede ai rapitori per ottenere la libertà dei bambini fino alle azioni crudelmente gratuite dei criminali, in un'escalation di violenza che colpisce allo stomaco come un pugno. L'autore critica certi aspetti dell'esercito degli USA ma anche del suo paese, convinti che basti un'offerta in denaro per risolvere un problema. L'altra è “sipario diabolico” che si rifà ai moti di contestazione studentesca degli anni '70. Realizzata con uno stile del tutto diverso rispetto agli standard di Tezuka: secco, duro ed asciutto. Ambientato in un Giappone dove vige la legge marziale e la contestazione è repressa con le armi i dissidenti politici vivono e si radunano in segreto, attraverso il protagonista viviamo in quel mondo di cospirazioni e di continui colpi alle spalle.
Piccola panoramica sulle altre che spaziano da vari temi, dalla fantascienza al thriller. In quest'ultima tipologia è “Notte sulla strada” che la gioca sull'incontro causale di due uomini che dichiarano all'altro di aver commesso un reato senza però che noi lettori se ne abbia la reale prova.
I protagonisti di "notte sulla strada" |
I due protagonisti de "La gestazione della santa" |
In “L'esecuzione si concluse alle tre” un ufficiale delle SS al comando di un campo di concentramento viene condannato a morte dagli alleati quando liberano i prigionieri, l'uomo ricorda di come ogni giorno decidesse della vita degli uomini e delle donne rinchiusi e dello scienziato ebreo che realizza un farmaco con il quale è sicuro di potersi salvare.
In fine, di tutte le storie “La cisti” mi ha colpito meno, Tezuka riutilizza in un contesto di storia romantica una delle idee apparse sulle pagine di Black Jack per questo ha un senso di già visto.
I grandi autori come Tezuka sono sempre in grado di stupire i lettori anche a distanza di decenni dimostrando di essere sempre attuali ed avanti per i loro tempi, ovviamente ci sono alcune cose che vanno contestualizzate, è fisiologico che racconti realizzati quaranta o cinquanta anni fa siano legati al proprio contesto storico ma è innegabile la grande capacità di quest'autore nel raccontare storie. Ammetto di non essere imparziale, provo un grande rispetto per un autore come Tezuka, capace d'influenzare generazioni di lettori di tutto il mondo ancora oggi a trent'anni dalla morte.
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