Nel 2002 la DC Comics inizia la pubblicazione della miniserie in tre numeri de “Il Cavaliere Oscuro colpisce ancora” scritto e disegnato da Frank Miller come seguito dell'acclamato “Il Ritorno del Cavaliere Oscuro”, mentre lo leggevo sentivo la mia stima e passione per Miller sgretolarsi pagina dopo pagina.
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Ne avrei tante, tantissime da dire al punto che l'articolo diventerebbe una specie di riassunto, una cosa che ho sempre odiato, quindi mi limiterò all'essenziale. E parto con l'aspetto più evidente: il disegno. Deludente sotto ogni aspetto, Miller estremizza il suo stile accentuando le sproporzioni delle anatomie e dei visi al punto di diventare un'imitazione di se stesso rendendo, onestamente, i personaggi anche un po' ridicoli. La narrazione sequenziale è il contrario de “Il Ritorno”, quando avevamo un ritmo serrato di piccole vignette che si susseguivano per andare a formare l'azione qui c'è un'abbondanza di splash page, singole e doppie, con grandi vignette, soprattutto quelle dove appaiono i personaggi principali. Senza nemmeno provare a cercare di ricreare quella narrazione veloce ed incalzante l'autore ottiene il solo risultato di creare un effetto “riempitivo” come a scuola quando scrivevamo in grande per far sembrare il tema più lungo, oltre a realizzare le perfette tavole per una vendita redditizia.
Se non fosse stato Miller a disegnare queste anatomie le avrebbero cestinate |
Passiamo ai personaggi, appaiono diversi eroi classici nella versione di questo futuro alternativo ed alcuni sono tenuti prigionieri per vari motivi, Barry Allen, Flash, è utilizzato come fonte d'energia correndo su una ruota come un criceto su minaccia di morte della moglie Iris e quando viene salvato lo rassicurano dicendogli che è già al sicuro ma non è MAI fatta vedere o anche solo citata una volta sola nemmeno dal caro maritino che per atteggiamenti e mentalità sembra più un ragazzino e assieme al nuovo costume, una ridicola variante di quello classico di colore nero iperaderente con maniche e calzoni corti, sembra uno di quei vecchietti che vogliono sembrare giovanili. Ed a proposito di vecchietti, Freccia Verde è RINGIOVANITO, forse con una cura intensiva di botox in omaggio al braccio meccanico, e la sua particolare caratterizzazione di contestatore del sistema viene estremizzato al punto di diventare comica, giusto per fare un po' di buffa
Kingpin o Lex? |
retorica ideologica con Question, che arriva a livelli che vanno oltre la comicità. Superman passa da una divinità solare ad un mero fantoccio incapace di far fronte ai ricatti dei suoi nemici, un essere in grado di piegare l'acciaio, incenerire con lo sguardo e resistere ad un'esplosione atomica non è in grado di reagire a dei nemici che lo ricattano! C'è anche Wonder Woman che forse è l'unica riuscita almeno graficamente, in uno slancio di grande originalità è la compagna di Superman e la scena dell'amplesso volante, che vorrebbe mostrare due divinità che si uniscono nei cieli, è solo ridicola.
E Batman? Lui è una vera chicca. Impegnato ad addestrare il suo esercito contro il crimine con l'aiuto di Carry, che ora si fa chiamare Catgirl, li allena con una disciplina ferrea e non esita a punirli quando sbagliano, quando causano la morte di guardie innocenti, persone con mogli e figli che svolgono solo il loro lavoro, vengono puniti con la massima punizione: pulire i bagni per un mese. Non sto scherzando. Inoltre viene completamente stravolto il suo rapporto con Dick Grayson, che non si salva dall'essere ridicolizzato.
Se non fosse stato realizzato da Frank Miller, nome che da vent'anni era sempre stato sinonimo di qualità ed innovazione, dubito che un editor qualsiasi avrebbe dato l'autorizzazione per la pubblicazione di quello che è la trasformazione in una macchietta ridicola di tutto ciò che c'era di geniale in “Il Ritorno del Cavaliere Oscuro”. Per me da questo punto inizia il declino di Frank Miller come artista e preferisco considerare questo scempio non il seguito di un capolavoro bensì la storia immaginaria di una storia immaginaria.
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