mercoledì 10 giugno 2020

Bar Sport


Stefano Benni non ha certo bisogno di presentazioni, giornalista, drammaturgo, regista e scrittore è senza dubbio uno dei più importanti autori contemporanei. Esordì scrivendo sulla rivista “Il Mago” della Arnoldo Mondadori Editore iniziando a pubblicare delle storie comiche dedicate al bar poi divenute il suo primo libro una volta raccolte in questa antologia, pubblicato per la prima volta nel 1976 da Arnoldo Mondadori Editore oggi “Bar Sport” fa parte del catalogo di Feltrinelli.
In questo classico della narrativa comica tramite capitoli autoconclusivi viene descritto con grande comicità il bar, luogo tipico dell'incontro sociale dove confluiscono vari tipi di personaggi e situazioni. L'autore prende gli stereotipi di tutto quello che compone il microcosmo che gravita intorno e gli estremizza con una comicità un po' grottesca, esagerata e surreale.
Il libro si apre con una piccola panoramica sulla storia del bar partendo dagli albori della razza umana, delle difficoltà dell'uomo primitivo costretto ad affrontare la dura giornata senza il caffè ed accontentarsi di guardare le pitture rupestri al posto di partite o programmi tv, arrivando all'impero romano e la Grecia antica rivelandoci il passato di cameriere in un'osteria di Giulio Cesare e come Pitagora creò la sua famosa tavola per non essere imbrogliato sui conti della birra.
Dopo questa breve introduzione ogni capitolo è un divertente episodio ispirato a clienti, dipendenti, eventi ed oggetti senza trascurare nulla. E parte con quella che è diventata una delle figure più iconiche del libro al punto di meritarsi, giustamente, l'onore della copertina dell'edizione Feltrinelli (che ho usato in apertura dell'articolo), nota come Luisona è la pasta decorativa presente in vetrina da anni ed utilizzata dai clienti più esperti per le previsioni del tempo a seconda del colore che assume la glassa, decorata con granella in duralluminio.
Fra i personaggi spiccano il classico “tecnico”, che ha come missione dire la sua su ogni argomento, sia politica che sport, attendendo pazientemente come un predatore il momento d'intervenire in una conversazione fra altri clienti senza essere interpellato; il bambino che vuole il gelato arrivando ad infilarsi quasi completamente nel freezer alla ricerca di marche e gusti sconosciuti al barista, e dobbiamo ammettere che almeno una volta nella vita tutti noi siamo stati quel bambino; il sempre presente nonno da bar, in giacca e cravatta e toscano che lancia poderosi sputi in giro per il locale facendo scappare i clienti e piangere il barista.
Purtroppo alcune cose sono fuori tempo per essere comprese appieno, ad esempio la parte dedicata al vecchio telefono a gettoni, ormai così lontano da essere un ricordo sbiadito anche per noi che premevamo quel pulsante rosso nella speranza di ottenere il gettone dimenticato, o il fattorino che in bici consegnava il vassoio con le ordinazioni in qualche ufficio oppure l'effetto del flipper sui clienti ed i giocatori abituali che vi scrivevano il punteggio con il pennarello, spesso ingigantendolo inventando record e testimoni.
Molti capitoli vanno quindi contestualizzati al tempo in cui è ambientato il libro ma altrettanti sono sempre attuali come il biliardo con i suoi gradi di usura e tutti i tipi di giocatori e i vari esperti di calcio, ciclismo, politica, pesca e filosofia e delle loro grottesche e talvolta deliranti chiacchiere.

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