È il 1977 quando nel campus della Ohio
State University di Columbus sotto la minaccia di un'arma tre
studentesse vengono sequestrate, derubate e violentate. La
collaborazione fra polizia del campus e la Squadra Violenze Sessuali
della polizia conduce a William Milligan, ventiduenne con qualche
precedente rilasciato in libertà vigilata sei mesi prima
identificato grazie a delle impronte parziali di dita e del palmo
sulla portiera dell'auto della terza vittima. Ottenuto il mandato
procedettero con l'arresto, nel suo appartamento oltre ad una pistola
trovarono delle pagine strappate dalle agendine telefoniche delle
vittime e per tutto il tempo Milligan tenne un comportamento quasi
inebetito farfugliando fra se e se dichiarando di non ricordare
quello che ha fatto.
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William Milligan |
Non di essere innocente, di non
ricordare.
Continuò a ripeterlo in centrale ed a
comportarsi in modo strano, quando lo trasferirono alla prigione
mentre era sul furgone riuscì a sfilarsi le manette per poi mostrare
autentica paura verso gli agenti uomini al punto di nascondersi
tremante come un bambino dietro ad una poliziotta quando cercarono di
prendergli le impronte. Ancora spaventato incontrò il suo avvocato
d'ufficio Gary Schweickart e con aria imbarazzata e schiva gli chiese
se poteva essere seguito da una donna, dopo averlo rassicurato l'uomo
gli raccomandò di non parlare con nessuno fino a quando non
avrebbero avuto l'incontro ufficiale fra qualche giorno e tornato in
ufficio affidò il caso alla collega Judy Stevenson. Lo avrebbero
seguito insieme. Durante i colloqui la Stevenson si accorse che
sembrava di parlare con persone diverse, a volte Milligan era schivo
con uno sguardo sfuggente e le spalle curve ed altre espansivo ed
acuto con una postura dritta e sicura. Questo comportamento unito a
tre tentativi di suicidio spinse gli avvocati a chiedere una perizia
psichiatrica per tentare la carta dell'infermità mentale, fu durante
una seduta con la psichiatra dell'accusa Dorothy Turner, che doveva
verificare il referto dei medici della difesa, che emerse la verità:
in Milligan coesistevano altre personalità, ognuna con la sua età,
abilità e ruolo che si alternavano alla guida della coscienza. Prima
di arrivare al processo ne sarebbero emerse dieci.
Sembra la trama di un thriller
psicologico ed invece è la realtà, il caso di William “Billy”
Milligan fu il primo nella storia degli Stati Uniti in cui la
personalità multipla venne riconosciuta come malattia mentale, con
questa diagnosi Milligan venne dichiarato innocente per infermità
mentale per i casi di stupro e ricoverato presso l'Athens Mental
Health Center.
Autore della biografia è Daniel Keyes,
scrittore e laureato in psicologia racconta la storia in
collaborazione con Milligan ricostruendone la vita con dovizia di
particolari tramite documenti ed interviste, l'accordo fra i due
prevedeva che ogni persona e luogo fossero riportati con i nomi veri
fatta eccezione per le vittime dello stupro, altri malati mentali e i
complici dei suoi reati passati che non erano stati incriminati.
Il libro si apre con un elenco
dettagliato di tutte le personalità, fondamentale durante la
lettura. Fra queste spiccano Arthur, un inglese freddo e calcolatore
che si diletta nello studio di biologia e medicina, ed il serbo
Ragen, che parla con un forte accento ed esperto di armi ed arti
marziali. I due si dividono il “controllo” della coscienza a
seconda dell'ambiente in cui si trovano, Arthur domina in quelli
normali e Ragen in quelli ostili. E durante la terapia all'Athens
Mental Health Center emersero altre tredici personalità
raggiungendone così ventitré. Fra le varie personalità esisteva un
patto di sincerità e collaborazione per poter sopravvivere,
impararono presto a rispondere tutti al nome di “Billy”per non
essere giudicati pazzi e l'onestà era indispensabile poiché quando
una assumeva il controllo della coscienza le altre potevano essere
tagliate fuori e soffrire di vuoti di memoria più o meno lunghi. Fu
quando alcune di queste non rispettarono le regole concordate che
Arthur, in accordo con gli altri, le inibì tacciandole come
indesiderabili.
È facile credere che potesse essere
una messa in scena per evitare il carcere e rimane un certo legittimo
scetticismo, però tenete presente che per orchestrare una cosa così
contorta si deve essere molto intelligenti non solo per ingannare
psicologi e psichiatri ma anche per ricordare tutti i dettagli delle
varie personalità. Non solo il modo di parlare ma anche gli accenti,
Arthur per esempio aveva un forte accento inglese, le posture e le
abilità di ognuna di loro, come le conoscenze di elettronica e
l'abilità di escapista di Allen, personalità che più spesso
interagisce con l'esterno. Se fosse stato un simile genio Milligan
non sarebbe stato arrestato così facilmente, e diciamoci la verità:
sarebbe stato molto più credibile se avesse finto in modo più
contenuto.
Comunque sarete voi a giudicare se si
tratti di finzione oppure no quando leggerete la biografia,
pubblicata da noi dalla Editrice Nord e se credete di trovarvi di
fronte ad una noiosa raccolta di interviste e documenti vi sbagliate
poiché l'autore ha mantenuto un ritmo degno dei migliori romanzi.