domenica 20 ottobre 2019

Tezuka secondo me


Inizialmente non avevo idea in che genere rientrasse questo volume pubblicato dalla Kappa Edizioni. Autobiografico? Saggistico? Celebrativo? Leggendolo ho capito che è tutto questo e molto di più.
La notizia della morte di Tezuka
Takao Yaguchi, autore di “Sanpei”, spinto dall'emozione per la scomparsa del Maestro Osamu Tezuka racconta quanto per lui significò il suo lavoro e di come l'avrebbe spinto a diventare fumettista, sebbene con un debutto tardivo rispetto ad altri suoi colleghi.
Il giovane Takao era un normale
bambino energico e vivace che viveva in un isolato villaggio sulle montagne, la madre, figura molto presente nella sua vita, alimentava la sua passione per le storie spingendolo a leggere sapendo bene che era una cosa fondamentale specie nel periodo del dopoguerra, che ci viene mostrato solo marginalmente, ed in cui la scolarizzazione non era molto diffusa. Gli abitanti erano persone semplici e pragmatiche la cui vita era scandita dal moto delle stagioni e ritenevano che scuola e cultura non potevano aiutarli nel lavoro dei campi, Yaguchi racconta di non aver mai visto nessuno nel villaggio leggere un quotidiano o una rivista.
Con l'inizio della scuola elementare continuò a leggere i fumetti e riviste scolastiche che la madre, di tanto in tanto, gli procurava ma sarebbe stato solo quando era in terza elementare nel 1948 che ricevette in dono un volume che cambiò, senza esagerazioni, la sua vita. Era “Il caso aerodinamico” di Tezuka ed era del tutto nuovo sotto ogni aspetto. Il disegno. L'impostazione della tavola. La storia.
Il giovane venne conquistato da quel modo nuovo di concepire il manga, ciò che lo colpì era l'eleganza dei disegni unita ad un dinamismo che non aveva precedenti e l'autore rende quella sensazione nell'unico modo possibile: mostrandocelo.
Takao viene travolto dall'auto in copertina
L'auto in copertina, lanciata direttamente verso il lettore, buca letteralmente la pagina travolgendolo. Come dicevo poco sopra a conquistarlo contribuì si anche la storia, due scuderie automobilistiche in competizione, ma anche gli studi sull'aerodinamica dei protagonisti per conferire all'auto maggior velocità ed aderenza. Fu la prima volta che vide la parola “aerodinamica”, ad appassionarlo era anche il contenuto scientifico reale e corretto che gli permetteva di osservare il mondo che lo circondava con occhi diversi notando le differenze fra un auto da corsa ed i camion che trasportavano legname verso Tokyio dalla montagne, cassoni di legno squadrati che di sicuro non tenevano conto della resistenza dell'aria in fase di progettazione.
Con la lettura di quell'unico volume diventò un grandissimo fan di Tezuka, isolato nel suo villaggio non poteva sapere che con il suo stile innovativo l'autore stava conquistando ogni ragazzino di Tokyo con tantissimi manga, lo avrebbe scoperto solo quando un cugino sarebbe venuto a trovargli per l'estate portando con se una copia di “Metropolis”. Yaguchi parla attraverso il se stesso bambino direttamente al lettore di quanto fu importante per lui “Metropolis”, delle sensazioni che gli dette a livello emotivo ed artistico. Tezuka inseriva spesso tematiche sulla salvaguardia dell'ambiente, sull'importanza della vita, sui limiti che la scienza non dovrebbe superare per non diventare dannosa per l'umanità unendo il tutto ad importanti temi sociali.
Ancora una volta ebbe spunti su cui riflettere appassionandosi alla scienza. E sempre di più al disegno.
L'inizio della scuola elementare
La sua vita non era certo solo letture di fumetti, pur non mancandogli giochi e svaghi studiava con profitto e vediamo come si svolgeva la sua vita in campagna aiutando con i vari compiti che la vita rurale richiedeva come ammontare l'erba in estate per la preparazione del concime ed il trasporto, una volta pronto, al campo in inverno affinché in primavera sarebbe stato pronto all'uso dopo il disgelo. Vediamo com
e l'inverno fosse un grande disagio, ci basti pensare che la neve raggiungeva svariate decine di centimetri d'altezza rendendo difficili gli spostamenti e le giornate noiose. Ricordiamo che erano case di legno prive di comodità come il riscaldamento e l'acqua corrente. Ciò che per noi è oggi scontato per lui era una nuova scoperta, come vedere il mare od un treno durante delle gite scolastiche o assistere alla proiezione di un film ad una fiera estiva di un villaggio vicino con un telo steso fra due alberi come schermo. Vivendo in un villaggio isolato non mancavano le
lunghe camminate per arrivare nel paese più vicino, a valle, dove di tanto in tanto si recava con i genitori e più grande da solo, sempre a piedi o in bicicletta, tutti i mesi per acquistare manga shonen che pubblicavano i fumetti ad episodi di Tezuka con i soldi guadagnati con il duro lavoro, soprattutto per un bambino, del trasporto della corteccia nei cantieri. A piedi ovviamente. Leggendolo mi sono sentito, per certi versi, un bambino privilegiato e mi tornavano alla mente alcuni dei racconti che mi facevano i miei nonni sulla loro vita.
La passione per Tezuka permette all'autore di raccontare anche tanti aneddoti della società in cui viveva e di quei tempi non necessariamente legati direttamente a questa passione, me ne sono rimasti impressi due in modo particolare. Il primo è il metodo di stampa che veniva utilizzato negli anni '40, semplificando al massimo il discorso non tutti gli editori potevano permettersi di stampare in tipografia e quindi alcuni pagavano un operaio che incideva le lamine per la stampa ricalcando la pagina, vedendone il risultato Takao rimase convinto che c'era chi copiava lo stile del suo idolo sfruttandone il nome per fare soldi e la cosa lo fece infuriare.
Il secondo è come di tutti i disegni di Yaguchi, nonostante fosse un disegnatore estremamente prolifico da ragazzo (soprattutto dei personaggi di Tezuka, ovviamente), non ne sia sopravvissuto nessuno perché la carta era riciclata... come carta igienica. Può sembrarci ridicolo e buffo ma poiché utilizzare le foglie era molto scomodo una volta che si erano seccate ogni foglio disponibile finiva in bagno, fossero anche alcuni manga oppure i compiti in classe che gli erano riconsegnati a fine anno. Questo fa riflettere l'autore di come incida l'ambiente di provenienza, i disegni realizzati in giovinezza da Tezuka sono sopravvissuti quasi tutti ed oggi sono giustamente conservati in un museo mentre i suoi...
L'incontro con Tezuka alla premiazione del Premio Kodansha
come miglior manga per ragazzi per "Sanpei" 
Potrei andare avanti con altre cose ma preferisco che lo leggiate, sperando di avervi fatto venire la curiosità e di essere riuscito a trasmettere le sensazioni che si provano a leggere questo volume, a me ha scaldato il cuore con le sue emozioni genuine e non sono un tipo particolarmente sentimentale non uso questo termine con leggerezza.
È quello che ho provato leggendolo ed è per questo che doveva essere il primo articolo in questo mio progetto.

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