mercoledì 21 giugno 2023

Spider-Man - L'ultima caccia di Kraven

 


“L'ultima caccia di Kraven” è a pieno titolo una delle storie più belle dell'Arrampicamuri, realizzata dal duo di veterani J.M. De Matteis e Mike Zeck fu pubblicata in sei parti nel 1987 sulle, al tempo, tre testate dedicate all'eroe.
Kraven
Kraven trasforma la sua rivalità verso Spidey in folle ossessione, in lui vede un'entità oscura che ha infestato tutta la sua vita privandolo dell'onore del suo nobile retaggio quando, dopo la rivoluzione d'ottobre che depose lo Zar, i Kravinoff furono costretti ad abbandonare la Russia ormai poveri.
Per recuperare la sua versione grottesca e distorta di onore vuole dimostrare a se stesso e a quell'entità che chiama il Ragno che non solo è in grado di sconfiggerlo ma anche di essere migliore di lui, il risultato è questa storia drammatica, intensa e toccante sotto ogni punto di vista che ha per protagonisti non solo l'Uomo Ragno e Kraven ma anche Mary Jane, con un ruolo marginale ma molto importante per Peter, e Vermin, personaggio minore creato dagli autori qualche anno prima sulle pagine di Capitan America.
La follia è il punto focale della storia, sicuramente quella di Kraven ma anche di Vermin, ibrido uomo ratto in seguito ad un'avventura precedente in cui si scontra con l'Uomo Ragno e Cap sviluppa verso il Tessiragnatele un terrore primitivo ed istintivo che lo porta ad essere coinvolto nel gioco perverso di Kraven. Per certi versi ricorda Gollum, spaventato dalla luce, reale o artificiale, e costantemente
Vermin
terrorizzato da tutto ciò che lo circonda si sente al sicuro solo nell'oscurità, si prova per lui e la sua vita miserabile sincera pietà nonostante commetta efferati crimini. Anche Peter è spinto al limite, messo di fronte alle sue paure e mortalità rischia di spezzarsi.
Lo storytelling è immersivo e visionario, la narrazione avviene tramite didascalie in cui i pensieri intimi ed istintivi si sovrappongono, in riquadri diversi, a quelli più razionali in un ritmo serratissimo ed estremamente personale.
Onestamente Zeck non mi è mai piaciuto molto come disegnatore, nonostante abbia nel suo curriculum storie molto importi come “Circolo di sangue” del Punitore o il primo “Guerre Segrete” ho sempre trovato il suo stile molto... triste? Non so se è il termine giusto per rendere l'idea ma a me ha sempre passato questa sensazione quando lo leggevo su Capitan America, i suoi personaggi quando sorridevano non mi sembravano naturali. Forse è questo che lo rendeva perfetto per storie più cupe come quelle del
Punitore o questa “Ultima caccia” in cui rende al meglio la follia del cacciatore nelle sue espressioni allucinate. Sinceramente, nonostante le mie riserve, non potrei pensare ad un disegnatore migliore per questa storia in cui un'anima complessa e tormentata come quella di Kraven viene messa a nudo.
Ai tempi in cui la storia fu pubblicata Peter e MJ si erano sposati da poco e leggendola oggi forse va un po' contestualizzata visto che alcuni eventi più recenti potrebbero averne limitato la potenza emotiva ma rimane estremamente intensa colpendo il lettore che assiste non solo alla follia di Karven ma anche a un'evoluzione di Peter, Todd McFarlane collegò il primo arco narrativo della neonata testata “Spider-Man” proprio a questa saga e guardando alcuni elementi sembra proprio che De Matteis abbia anticipato per certi versi il concetto del totem che J. Michael Straczynski avrebbe ideato nella sua gestione quasi vent'anni dopo.
Ve lo consiglio anche se siete nuovi lettori o semplici appassionati del Tessiragnatele, magari avvicinativi dopo i film MCU o quelli animati della Sony. È un'interessantissima finestra su un tipo di fumetto diverso da quello odierno, frutto di quella che oggi viene chiamata la Dark Age dei comics in cui gli autori iniziavano ad esplorare nuovi modi di narrare le storie dei supereroi affrontando temi allora del tutto inediti.


Nessun commento:

Posta un commento