mercoledì 3 marzo 2021

Svegliatevi, dormienti

 


Titolo, anche un po' discutibile, dell'edizione italiana del romanzo “The crack in space” del 1966, uno dei meno riusciti della ricca bibliografia di un autore come Phillip K.Dick. L'inizio è molto interessante, nel 2080 l'America è gravemente sovrappopolata anche a causa dell'allungamento della vita media, la differenza fra ricchi e poveri e marcatissima ed ormai da molti anni il governo non riesce a trovare una soluzione migliore di ibernare i cittadini in esubero in attesa di tempi migliori per ricollocarli. Facendo parte delle classi sociali più povere composte per la maggioranza dai “colorati”, abbreviati in “col” ed identificativo di ogni cittadino dalla pelle di colore scuro, sono loro stessi a chiedere di essere messi a dormire. D'altronde se l'alternativa è l'indigenza e una vita di stenti non sembra una cosa così brutta, se si è disperati addormentarsi senza la preoccupazione di come riempire il piatto o pagare l'affitto non è la peggiore delle prospettive ma questo si rivela solo un rinvio per un problema che nel corso degli anni viene solo rimandato da ogni governo facendoli accumulare anno dopo anno. Questa è sicuramente la cosa che mi ha colpito di più ed offriva un'infinità di spunti narrativi che però l'autore ha solo iniziato a sfruttare senza approfondirli, tutto il romanzo è pieno di idee molto interessanti che però si perdono lungo la narrazione quasi ne avesse perso di vista l'insieme.
La ricollocazione dei dormienti è il punto principale del Repubblicano-Liberale Jim Briskin, primo candidato afroamericano, o col se preferite, alla presidenza degli Stati Uniti e la possibilità gli viene data dalla scoperta di un nuovo e misterioso pianeta poco popolato e ricco di risorse. A vivere su questo pianeta sono delle creature simili all'uomo dall'aspetto decisamente grottesco, nonostante siano di un livello tecnologico estremamente basso hanno sviluppato mezzi di trasporto volanti con una curiosa turbina azionata dal ghiaccio e tutto costruito in legno, idea anche questa molto intrigante ma che purtroppo non viene minimamente approfondita. Il direttore della campagna elettorale di Briskin Sal Heim, dalla visione decisamente più cinica e pragmatica rispetto a quella del candidato che è così onesto da rasentare in alcuni casi l'ingenuità, spinge affinché chiuda la questione dell'emigrazione spaventato dall'idea che quelle creature si mischino loro, richiedendo diritti sulle questioni che riguardavano il proprio pianeta con il voto e che contaminassero la cultura americana con tanto di matrimoni misti. Il candidato rimarrà ben solido nelle sue posizioni, conscio che quello degli inerti è un problema che non può più essere rimandato e che può essere la carta decisiva per l'elezione. Ed anche questa trovata così interessante viene chiusa in modo approssimativo senza la giusta attenzione, sembra che Dick non avesse un'idea molto chiara di come andare avanti con le idee che ci aveva buttato dentro oppure si ritrovò a dover chiudere il romanzo velocemente al punto di tralasciare personaggi e spunti che dovevano essere approfonditi.
Per caratterizzare questo mondo Dick inverte alcune usanze dei tempi, rimanere incinte è un tabù e gli aborti sono ormai una pratica così comune da superare le nascite ed i rapporti sessuali con la moglie sono sconvenienti visto che possono portare a delle gravidanze quindi quasi ogni uomo approfitta della Porta d'Oro, un bordello costruito su un satellite artificiale con più di 5000 ragazze. E per un americano degli anni '60 dovevano essere fantascienza pura.
Capo dell'impero commerciale del sesso della Porta d'Oro, e legato alla criminalità, è un singolare e molto originale personaggio, si tratta di gemelli siamesi uniti per la testa che rispondono al nome George Walt ed ognuno domina un lobo del cervello annunciando all'interlocutore quale dei due sta parlando, i corpi attaccati alla base del collo creano un'immagine decisamente grottesca.

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