mercoledì 10 marzo 2021

1F - Diario di Fukushima

 


La centrale nucleare di Fukushima Daiichi sorge nella città di Okuma nella prefettura di Fukushima, chiamata 1F (la pronuncia giapponese sarebbe ichi efu) dai dipendenti e residenti della zona divenne nota a livello mondiale quando l'11 marzo del 2011 il Giappone fu scosso dal terremoto del Tohoku.

L'epicentro in mare del sisma generò il più potente tsunami mai registrato nel paese, la notizia fece il giro del mondo soprattutto quando i media riportarono dei danni alla centrale con esplosioni e rilascio di materiale radioattivo dai reattori diventando il disastro nucleare più grave dai tempi di Cernobyl con l'evacuazione di oltre 180.000 persone dalle città nel raggio di 20 chilometri. I danni causati dallo tsunami ed i lavori di bonifica della 1F avrebbero richiesto anni di lavoro e la ricerca della manodopera iniziarono praticamente subito, un operaio che è anche un mangaka, nonostante non fosse conosciuto e la principale fonte di reddito fossero lavori stagionali, racconta in questo reportage a fumetti la sua esperienza lavorativa con lo pseudonimo di Kazuto Tatsuta, cognome ispirato ad una stazione della
L'autore Kazuto Tatsuta
linea Joban distrutta dallo tsunami, pubblicato nel 2016 dalla Star Comics. Si può pensare che per un operaio sarebbe stato semplice trovare lavoro, in realtà le cose non sono così semplici e solo dopo un anno di attese e richieste tramite agenzie di collocamento l'autore avrebbe finalmente iniziato a lavorare scoprendo che le cose erano ancora più complicate. Le ditte con cui si firmava il contratto facevano parte di una vera ragnatela di contraenti, sub contraenti, appaltati e sub appaltati al punto che la posizione in questa “gerarchia” andava ad incidere sensibilmente sullo stipendio del dipendente anche a parità di mansioni. Inoltre gli operai erano tenuti in standby per qualche settimana creandogli non pochi problemi visto che i soldi di vitto ed alloggio giornalieri venivano comunque decurtati e finivano per indebitarsi con il datore di lavoro, qualche volta venivano impiegati con qualche lavoretto per poterli permettere di avere un piccolo introito ma altri decidevano di lasciare ancora prima di cominciare. A tutti questi disagi si aggiungeva la convivenza con tante altre persone, la prima ditta per cui lavorò Tatsuta giunse a stipare gli operai in una stanza, ma soprattutto si poteva finire a svolgere altre mansioni rispetto quelle per cui ci si era presentati ed assunti. Prima di essere assegnato al lavoro nei cantieri del reattore Tatsuta, assieme ad altri colleghi, si occupava di preparare lo stabile che doveva accogliere gli operai per prepararsi e recarsi nei cantieri, pulendo i locali, riempendo di gasolio i generatori per la corrente, controllarli con il contatore geyger al ritorno del turno di lavoro e verificare le scorte di protezioni ed equipaggiamento monouso. Il lavoro sul campo era sì meglio pagato ma per legge un operaio non poteva assorbire più di 20 millisievert, l'unità di misura che indica la quantità di radiazioni assorbite, per anno quindi benché più remunerativo era anche per ovvi motivi più breve.

Calzature in 
dotazione
Operai al lavoro
Il reportage mostra il rigoroso protocollo di sicurezza cui gli operai
erano sottoposti prima di recarsi al cantiere a partire dai continui cambi di uniforme, tute indossate su altre tute a cui guanti e maschere con i filtri venivano direttamente sigillati con il nastro adesivo prima d'indossare quelle monouso facendoli nuotare letteralmente nel proprio sudore.
Oltre al lavoro nella centrale Tatsuta fa anche una panoramica sulla condizione del posto, come la difficoltà di trovare una casa assieme a dei colleghi dovuta al fatto che i proprietari non affittavano volentieri agli operai della 1F visto che per la natura dell'impiego non sarebbero stati contratti a lungo termine, oltre ad una certa paura che il frequentare la centrale potesse contaminare il mobilio.
Vediamo come gli abitati del luogo cercano di ricostruire le proprie vite dopo la calamità, soffermandosi su alcune sue impressioni personali l'autore racconta come le notizie false sul livello di radioattività di piante ed animali, smentite in più occasioni, danneggiasse il commercio dei prodotti caseari per cui era famosa Fukushima. Questo sulle notizie fasulle è un argomento che sarebbe stato interessante avesse approfondito, ne circolavano tante su vari argomenti ed uno su tutti era sugli strumenti impiegati dagli operai per rilevare le irradiazioni cui erano sottoposti durante la giornata, i dosimetri, secondo le quali le aziende li fornissero settati in modo da dare misurazioni più basse.
Le mansioni di Tatsuda
prima di essere 
assegnato al cantiere
Tatsuta si presterà personalmente in ospedale per fare una misurazione su tutto il corpo, pagandola di tasca sua, rivelando che erano solo chiacchiere senza fondamento. Quando si tratta di bufale tutto il mondo è paese.
Altro argomento che sarebbe valsa la pena approfondire è quello degli infortuni, l'unico accenno lo abbiamo sui colpi di calore, molto frequenti lavorando in estate con addosso tre divise sigillate, o sulle emicranie dovute all'eccessivo serraggio delle cinghie della maschere che potevano causare anche mancamenti.
In quest'ultimo caso i motivi si possono capire leggendo il manga, si vedeva lo spirito di cameratismo che si formava in una squadra e l'autore non voleva dare una brutta idea del posto preferendo dare più risalto al lavoro degli operai, categoria in cui si riconosce molto più che mangaka, per rendere omaggio a loro mostrando i lenti ma progressivi miglioramenti delle operazioni di bonifica. Certo, ci dice in un paio di occasioni che sono successi degli incidenti e che alcuni problemi possono scaturire da distrazione, lui stesso si troverà una caviglia con un valore anomalo per via di un calzino spostato mentre indossava gli stivali perché non aveva indossato il calzare in plastica sopra. Inoltre temeva che se fosse stato riconosciuto come autore del fumetto sarebbe stato escluso dal lavoro alla 1F, nonostante usasse pseudonimi per personaggi e ditte e non mostrasse niente di riservato a livello aziendale, e per questo si può capire perché abbia deciso di focalizzarsi su una visione d'insieme il più possibile positiva.


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