mercoledì 9 dicembre 2020

Cyborg 009


Era il 1964 quando un gruppo eterogeneo di personaggi apparve per la prima volta sulla rivista Monthly Shōnen King della Akita Shoten entrando, da lì a poco, nei cuori di milioni di appassionati di tutto il mondo ed essere amati ancora oggi. Creati dal Maestro Ishinomori dal loro debutto ai Guerrieri Cyborg hanno dedicato serie e film d'animazione di cui una, la seconda realizzata a fine degli anni '70, approdò anche da noi con la mitica sigla di Nico Fidenco.
009 si risveglia 
dopo l'operazione
L'organizzazione Black Ghost usa nove persone come cavie per mettere a punto armi umane letali come le bombe atomiche ma meno pericolose e più controllabili con lo scopo di venderle a trafficanti di armi e paesi in guerra. Di varie nazionalità, etnie ed età, oggi verrebbero definiti “politicamente corretti”, nascono così i cyborg “00number” ognuno dotato di abilità particolari. Parlare nel dettaglio di tutti i nove protagonisti renderebbe l'articolo una lunga lista quindi dedicherò loro delle schede sulla pagina Facebook, aggiungendo alle storie anche qualche considerazione personale.
009 incontra i suoi compagni
Tuttavia una breve presentazione dei personaggi è indispensabile.
001 è un neonato con dei potenziamenti al cervello che gli conferiscono grande intelligenza e poteri come telepatia e telecinesi; 002 è in grado di volare con dei reattori installati nei piedi; la bella 003 viene dotata di sensi estremamente sviluppati; 004 è equipaggiato con varie armi in ogni parte del corpo; 005 ha una forza erculea; il paffuto 006 può emettere fiamme dalla bocca per spostarsi anche sotto terra; 007 può trasformarsi in animali e persone; 008 è messo a punto per le operazioni marine ed infine 009 con l'acceleratore molecolare può muoversi fino a match 3.
Disgustati per ciò che gli avevano fatto i Black Ghost il gruppo si ribellerà scappando assieme al dottor Gilmore, lo scienziato a capo dello staff della messa a punto, iniziando la loro battaglia contro l'organizzazione. Dopo aver sconfitto i vari sicari che gli mandano contro i cyborg giungeranno in Vietnam per scoprire che i Black Ghost fomentano il conflitto per testare le loro armi e poterle poi vendere ad entrambi gli schieramenti, oggi è una cosa che non sembra molto originale ma voglio ricordarvi che è il '64.
Una delle macchine dei Black 
Ghost in Vietnam

Lo stile, soprattutto all'inizio, è quello tipico di quegli anni: stilizzato e tondeggiante per rendere le scene d'azione il più dinamiche possibile. Alcune prospettive e proporzioni non sono tenute minimamente in conto per poter creare un effetto grafico particolare, un esempio si ha con l'occhio di 009 che non è coperto dal ciuffo: nei primi capitoli è enorme e si ha l'idea che sia quasi centrale sul viso visto che la pupilla era praticamente tonda, questo perché doveva rendere l'idea che fosse una specie di lente anche se presto l'autore avrebbe preso a disegnarlo in un modo più tradizionale.
Con il tempo lo stile dell'autore si farà via via più definito fino ad essere molto simile a quello della serie animata che è giunta da noi, anche se ritengo che in quel caso, così come nella parte finale del manga, sia molto presente la mano degli assistenti e dello staff.
Il modo in cui Ishinomori rende alcuni personaggi oggi potrebbe essere considerato sconveniente se non addirittura offensivo, l'aspetto di 008 per esempio, che è africano, è lo stereotipo del nero di quegli anni con delle labbra enormi quasi grottesche. L'offesa non era certo l'intento del Maestro, semplicemente si adeguava a quegli stereotipi e basta leggere il manga per rendersi conto del suo messaggio contro guerre, discriminazioni e razzismo.
Le storie spaziano della fantascienza classica dove gli eroi affrontano enormi automi dalle varie
Un avveniristico automa dagli
anni '60
sembianze, avveniristiche armi dall'uso improbabile per un lettore odierno, alcune civiltà nascoste ed alieni fino ad ispirarsi alla fanta-archeologia. Questo è uno degli aspetti più affascinanti del manga, il Maestro si è spesso ispirato alle teorie sulle rovine megalitiche presenti sulla Terra ed alla mitologia.
Il fumetto ha attraversato diverse vicissitudini editoriali, non perché non riscontrasse successo, tutt'altro, anche se l'idea del Maestro Ishinomori era di concluderlo velocemente il successo ottenuto fu tale che i lettori non glielo permisero. Ci provò per ben due volte. La prima chiudendo una storia dicendo che i guerrieri cyborg erano scomparsi e che nessuno ne sentì più parlare e le lettere dei fan lo spinsero a riprenderne le avventure fino a concluderle, o almeno a provarci, con la morte di 009. Come si può immaginare il pubblico non accettò questa scelta e dopo lettere di suppliche, minacce di rapimento del figlio e telefonate di ragazze in lacrime per la morte del loro Joe ecco che, esattamente come Doyle per Sherlock Holmes, cedette e continuò le avventure dei nove cyborg.
Misteriose creature
marine

Iniziò così un lungo percorso della serie che attraversò svariate testate e diversi editori che andavano da “saghe”, archi narrativi composti da più episodi, fino a storie autoconclusive o di due o tre episodi con protagonisti tutto il gruppo o solo alcuni di loro. Ed è in questo periodo che Ishinomori lancia “la saga degli angeli” in cui 009 e 007 s'imbattono in misteriose creature del tutto identiche ad angeli della mitologia cristiana che si dichiarano al servizio del “Creatore” dell'umanità e venuti per giudicarla. Con l'apparizione di un UFO sulla scena i cyborg capiscono di potersi trovare di fronte a degli alieni che hanno guidato l'evoluzione dell'umanità ma anche a quella che potrebbe essere veramente una divinità, sulle prime insicuri sul da farsi decidono però di combattere e dimostrare che anche l'imperfetta razza umana ha diritto di vivere e per fare questo 001 dichiara che li doterà di nuovi poteri. Qui Ishinomori decise di sospendere la
La misteriosa dea
Ishtar 
pubblicazione per un po' per organizzare quella che sarebbe dovuta essere la saga più lunga e conclusiva di “Cyborg 009” partendo con la pubblicazione nel 1971 con “La guerra contro gli dèi” che, nei suoi piani, doveva esserne la continuazione e portare all'ambita conclusione con la guerra contro entità divine.
Purtroppo non andò così.
I lettori non gradirono lo stile narrativo utilizzato, anzi si lamentarono e non gli si può dare torto, infatti la narrazione procede senza una vera storia diventando, dopo un inizio “normale”, così visionaria da sembrare a casaccio. Ciò spinse l'autore ad accantonare momentaneamente la sua idea per studiarla meglio anche se la storia dei guerrieri cyborg non terminò e dopo una pausa ripresero in attesa di vivere quella che sarebbe stata l'avventura finale. La pubblicazione riprende con le saghe, una ispirata all'Edda ma con grandi libertà (basti pensare che Thor è un tipo in armatura che usa delle pistola laser), cicli brevi di alcuni puntate ed episodi autoconclusivi, in questo modo arriviamo sul finire degli anni '70 quando è prevista la nuova serie e design ed ambientazioni mutano per conformarsi a quelle dell'anime, come il loro rifugio sottomarino ed il Dolphin 2, il mezzo di trasporto della squadra. Gli antichi nemici risorgono con il nome di “Neo Black Ghost”coinvolgendo i protagonisti in nuove avventure e scontri, anche se bisogna dire che il Maestro tende a riciclare l'aspetto di alcuni personaggi.
Evoluzione dello stile
dell'autore nel corso degli anni

La serie prosegue così fino agli anni '80, al suo termine, continuando ad alternare principalmente storie autoconclusive dedicate ai personaggi e che affrontano vari temi alcuni molto interessanti, in una storia 001 viene rapito da una donna che è alla soglia della pazzia per la morte del figlio appena nato, sfruttando i suoi poteri mentali Ivan le mostra una visione di tutta la sua vita vedendo il figlio crescere, sposarsi e darle dei nipoti fino a vegliarla sul letto di morte. Una volta spentasi la donna rinasce mentalmente emancipata dal suo dolore pronta a continuare la sua vita, dimenticando la sua triste esperienza.
Vi chiederete “Ehi, ma la saga finale? Quella degli dèi e gli angeli?”. Purtroppo non vide mai la pubblicazione, il Maestro Ishinomori continuò a lavorarci fino alla morte nel '98 ma era convinto che l'epicità della storia non si adattasse bene al fumetto e voleva realizzarla in forma di romanzo.
Purtroppo non finirà mai di lavorare a quella che a livello internazionale è la sua opera più conosciuta ma ciò non ha significato che la sua idea cadesse nel dimenticatoio.
Anzi.
“Cyborg 009” è stato pubblicato integralmente in Italia dalla J-Pop su 27 volumi, al tempo li pubblicava anche in cofanetti di tre volumi.

3 commenti:

  1. Non conoscevo i travagliati finali di questa opera.
    Caspita, i fan sono sempre stati pericolosi, allora... Qui addirittura hanno ceduto persino ai loro ricatti (o alle loro minacce...) non so quanto sia giusto.
    Però da un lato forse ciò ha decretato il successo totale di questo titolo...
    Peccato per la supersaga conclusiva, ma forse... meglio così.

    Moz-

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    1. E pensare che il finale dove 009 muore nel rientro nell'atmosfera sarebbe stato molto bello.
      La supersaga conclusiva è stata realizzata postuma, conto di parlarne prossimamente.

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