mercoledì 16 settembre 2020

La grammatica di Dio

 


Stefano Benni si è spesso cimentato nei racconti brevi, la sua carriera inizia proprio con quelli che poi sarebbero stati raccolti in “Bar Sport”, ed in questa antologia d'inediti pubblicata nel 2007 da Feltrinelli ci narra storie che parlano di miseria umana ed allegria spaziando in vari generi.

In un ristorante di lusso con un'atmosfera molto romantica marito e moglie, ormai uniti solo dall'odio reciproco, si rinfacciano i loro tradimenti segnando il punteggio, apparentemente sembra essere una commedia ma ci trasmette tutta la freddezza di un rapporto finito che viene trascinato con l'unico intento di ferirsi a vicenda mostrando agli altri solo l'apparenza di qualcosa che ormai, se è mai esistita, non c'è più. Così come una commedia assume toni tragici un uomo che inizia a maltrattare il suo cane vedendosi sempre adorato dall'animale si evolve proprio in modo comico, infatti nonostante i continui tentativi di abbandonarlo se lo vede rispuntare sempre sull'uscio amorevole e scodinzolate facendolo letteralmente disperare. S'ispira a due grandi classici della letteratura narrandoli in chiave moderna ma in generi differenti, da “Alice nel paese delle Meraviglie” abbiamo la storia di una ragazza allo sbando che racconta in prima persona il suo vagare per la città incontrando personaggi che sovrappone a quelli del libro in un'atmosfera quasi onirica, da “l'Orlando furioso” invece si diverte a costruire un dramma comico e demenziale in cui il povero ed eccentrico camionista Orlando soffre le pene d'amore dopo l'abbandono della sua sposa Angelica ed i suoi amici, versioni moderne dei comprimari fra cui troviamo anche Astolfo, cercano di aiutarlo con metodi molto fantasiosi. Tratta anche il tragicomico dal sapore molto amaro, un 93enne sempre trascurato dalla famiglia finisce ricoverato in ospedale perdendo di volta in volta l'interesse in tutto quello che lo circonda, ormai annoiato a morte e deperito fisicamente cerca di morire anche per mettere in difficoltà il dottore che è più interessato alla propria carriera, con un chiaro riferimento all'eutanasia e all'accanimento terapeutico contro la volontà del diretto interessato. Dai toni più leggeri ma altrettanto comica nella sua tragicità è la storia di un uomo che trova una consolazione dalla propria solitudine nell'acquisto compulsivo di cellulari, felice di sentirsi parte di un gruppo ai suoi occhi “VIP” ben presto la situazione degenera nel peggiore dei modi frantumando tutte le sue apparenti felicità incolpando di tutto i cinesi, rei di aver fatto chiudere il verduraio al cui posto hanno aperto il negozio di telefonia da dove è partito tutto. L'autore da un versione grottesca e miserabile dei politici italiani, la maggioranza al governo, identificabile con quello di Berlusconi, con la complicità dell'opposizione decidono di organizzare una guerra civile per far riguadagnare fiducia nella politica ai cittadini studiandola come un reality show organizzandola il più possibile in modo da pilotare anche il numero di vittime. La mia preferita è “L'Orco”, una fiaba in chiave realistica cruda e terribile in cui mostra un traffico di ragazzini per ricchi depravati. Grazie al linguaggio ed ai nomi usati per descrivere i personaggi sembra di leggere di streghe ed altri cattivi delle fiabe che vivono nel mondo reale dipingendolo però ben più terrificante di quello immaginario. Fra i vari temi trattati da Benni nell'antologia il principale è senza dubbio la solitudine fisica ed emotiva, ogni personaggio è a suo modo solo ad affrontare la propria vicenda spesso utilizzandola come una corazza, una protezione per le proprie responsabilità o una giustificazione per le loro azioni.

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