mercoledì 8 luglio 2020

Nube di Passeri


È il 1861, sono passati sette anni da quando le navi da guerra americane obbligarono il Giappone ad aprire i confini che negli ultimi due secoli e mezzo erano rimasti chiusi per volere del clan Tokugawa una volta saliti al potere divenendo la dinastia in cui veniva tramandato il titolo di Shogun.
Nel romanzo si respira l'aria pesante del tempo, nobili e samurai non vedono di buon occhio i “barbari” che rischiano di contaminare la loro cultura basata sull'ordine con usanze millenarie fatte di etichette e cerimonie, inoltre gli stranieri più progrediti e meglio armati sono visti come l'avanguardia di un'invasione vera e propria e anche i sostenitori dei Tokugawa nutrono poca fiducia nel vacillante Shogun. Il conflitto appare imminente, che sia contro i “barbari” oppure una guerra civile i daimyo si stanno preparando ad una battaglia. L'ostilità verso gli stranieri non è condivisa dal nobile Genji del clan Okumichi e signore del feudo di Akaoka, salito da poco al ruolo di capo del clan in seguito alla morte del nonno. Giovane e bello la gente ha la convinzione che sia uno dei tanti signorotti effeminati buoni a nulla interessati solo a svaghi, in realtà ha una mente pronta ed arguta. Nonostante Akaoka sia un piccolo feudo il clan Okumichi è molto stimato e tenuto in grande considerazione rispetto ad altri signori di feudi più grandi, i samurai sono rinomati per essere forti e valorosi e lo zio di Genji Shigeru, avendo quasi eguagliato Musashi Myamoto per numero di duelli vinti, è considerato il più forte guerriero dei tempi moderni. Il motivo principale, però, è la credenza che per ogni generazione un membro del clan abbia il potere di vedere il futuro, per molti è solo una diceria o una superstizione ma in realtà Genji è veramente il depositario del dono della sua generazione così come il nonno e lo zio delle proprie, ognuno di loro con intensità e chiarezza differenti. Il giovane daimyo segue le volontà del nonno che lo ha educato e preparato per gestire il periodo di crisi che il clan e l'intero Giappone dovranno affrontare, continuando l'apertura all'occidente attendendo, all'inizio del libro, l'arrivo della nave che porta la seconda spedizione di missionari cristiani, religione proibita fino a pochi anni prima dai Tokugawa, invitati dall'America.
Oltre all'appoggio incondizionato di Shigeru Genji può contare sulla collaborazione e la fiducia dei suoi sottoposti come Hidé, che aiuterà a saldare i debiti di gioco riportandolo sulla retta via trovandogli una buona moglie e trasformandolo, con la sua fiducia, in un samurai degno di questo nome, oppure alleati come Heiko, la geisha più bella ed ambita di tutta Edo divenuta sua amante e principale confidente e saranno importantissimi alleati anche due dei missionari suoi ospiti giunti in Giappone mossi da motivazioni più personali della fede, Emily Gibson è una giovane donna che spera di poter trovare in quel paese una pace che a casa non riusciva avere e Mathew Stark è un pistolero all'inseguimento di un uomo per vendicarsi.
Antagonista principale di Genji è Kawakami, capo della polizia dello Shogun si può definire l'esempio del giapponese che non vuole accettare che i tempi siano cambiati, guarda con disprezzo tutto ciò che è in qualche modo legato agli stranieri compresa la “libertà di religione” dell'individuo che predicano i missionari. Inoltre nutre un rancore personale verso il clan Okumichi, rancore che affonda le radici in una battaglia combattuta contro i Tokugawa duecentocinquanta anni prima.
Autore è il giapponese americano di prima generazione Takashi Matsuoka, questo è il suo primo romanzo e ci mostra quanto sia legato alla propria identità nipponica con descrizioni minuziose di usanze, abbigliamento e classi sociali mostrandoci come fosse importante per la società del tempo l'ordine e la gerarchia al punto che il semplice capriccio di un nobile può decretare la morte di un paesano se questo non s'inchina tempestivamente al suo passaggio.
Scritto con uno stile leggero il romanzo scorre via con velocità, belle le descrizioni del Giappone feudale che si affacciava ad entrare nell'era moderna scoprendo di quanto in realtà fossero piccoli creando uno scontro generazionale fra chi l'accettava e chi no, ed ogni capitolo è composto da paragrafi dedicati a personaggi sempre diversi.
Tramite Genji vediamo una marcata critica all'isolazionismo del Giappone che l'ha lasciato tecnologicamente indietro rispetto al mondo, chiuso anche culturalmente ed incatenato a lunghe cerimonie, continue formalità ed a spargimenti di sangue scatenati per una parola detta con il tono sbagliato. Con quelli dei missionari ci approcciamo alle usanze della società nipponica tutta impronta sull'ordine, la leggerezza e gli spazi aperti. Appena sbarcati ed incontreranno il loro ospite al porto agli occhi degli orientali Emily appare brutta con delle dimensioni grottesche che la fa apparire sgraziata nei movimenti, dal canto loro scambieranno per schiavi i portatori dei risciò. Quando Emily arriverà nel feudo di Akaoka e vedrà Nube di Passeri, il castello degli Okumichi, da appassionata di Ivanhoe resta interdetta, per lei il castello era una costruzione imponente di solida roccia con torri, ponte levatoio e fossato e non un palazzo con solo la base in pietre ammassate senza malta, pagode in legno e tegole di terracotta brunita da cui prende il poetico nome.
Inoltre gioca con le sue due culture, quella di sangue e quella di adozione facendo delle interessanti similitudini, durante un viaggio i protagonisti incontreranno un daimyo che con i suoi samurai sta mettendo in piedi un torneo di iaido, la tecnica di estrarre velocemente la spada dal fodero e colpire l'avversario, e per richiesta di Genji sarà Stark a partecipare dimostrandosi molto abile grazie alla sua esperienza come pistolero paragonando l'estrazione della spada a quello della pistola. E vista la storia di Stark si potrebbe benissimo considerarlo una specie di ronin.
“Nube di passeri” è stato pubblicato nel 2002, nello stesso anno la Sperling & Kupfer lo pubblicò in Italia, piccola curiosità sull'autore, lavorava in un monastero buddista ad Honolulu prima di lasciarlo per intraprendere la carriera di scrittore lavorando soprattutto per la televisione.

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