mercoledì 22 luglio 2020

Kimba, il leone bianco


È il 1950 quando in Giappone inizia la pubblicazione di “Jungle taitei” (“Il re della giungla”), una delle più famose, amate e fondamentali serie di Osamu Tezuka che realizzò ispirandosi al suo film Disney preferito “Bambi” unendolo alla grande passione per la natura e gli animali.
Negli anni '60 divenne la prima serie animata giapponese a colori, esportata in tutto il mondo il nome del protagonista principale da Leo venne cambiato in Kimba, da noi arrivò nel 1977 ed entrambe le edizioni del fumetto, tre volumi della Hazzard nel 2005 e la più recente della J-Pop in due, mantengono il titolo storico nostrano ormai entrato, con il nome del protagonista, nell'immaginario della nostra generazione.
Panja
Kimba è il figlio dell'orgoglioso e fiero Panja, leone bianco che manteneva la pace nella giungla difendendo gli animali più deboli dalle prepotenze dei più forti ma soprattutto dagli umani che li cacciano per addomesticarli. Nemico delle tribù indigene che vivono nella giungla e dei cacciatori di frodo, gli odia al punto di sbranare gli animali che si sottomettono a loro o anche solo ne accettano il cibo. Suo figlio Kimba, paradossalmente, nasce in cattività e nel tentativo di tornare in Africa approda ancora cucciolo ad Aden dove verrà accolto da Kenichi e suo zio Baffone
Zio Baffone incontra Kimba
conoscendo, grazie a loro, la parte migliore degli umani. Sarebbe vissuto per sempre con loro ma il destino lo richiamava nella terra delle sue origini, l'Africa, accompagnando Kenichi in una spedizione scientifica alla ricerca della pietra moonlight, pietra d'importanza fondamentale per gli studi sulla deriva dei continenti. Vi ricordo che era il 1950. La spedizione fallirà e per salvarsi Kimba assieme a Kenichi e Mary, una sua compagna di scuola molto altezzosa ed un po' prepotente, si nasconderanno nella giungla dove il leoncino verrà riconosciuto come il principe a lungo perduto.
Kimba in pantaloncini
Dimostra il suo valore guidando gli animali contro l'attacco di una tribù indigena, acclamato come nuovo leader dovrà comunque affrontare vari conflitti per arrivare al suo ruolo di re della giungla uno dei quali è Bubu il guercio, un leone dalla criniera nera vecchio rivale di Panja. Conscio che anche gli animali devono cambiare per sopravvivere arriverà a parlare il linguaggio degli uomini per poter comunicare con loro arrivando a far costruire una scuola per insegnarlo, abbraccerà il suo lato più selvaggio quando sarà costretto a confrontarsi con la crudeltà degli uomini ma non abbandonerà mai la sua idea di convivenza pacifica.
Divenuto adulto Kimba avrà due cuccioli dalla sua compagna Laia, un maschio ed una femmina chiamati Rune e Rukkio. Leoncino coraggioso degno erede del padre ed incuriosito dal mondo degli uomini Rune decide di partire per vivere fra di loro come fece il genitore e tornare arricchito ed essere, un giorno, un buon re. Al contrario di lui però avrà a che fare con il lato cattivo dell'umanità, il truffatore privo di scrupoli Adam Dandy lo sfrutterà per fare soldi grazie alla sua capacità di parlare esponendolo in un circo.
Si può credere che i toni siano leggeri ed in effetti non mancano trovate comiche, come un personaggio che per la sorpresa salta per tutta la lunghezza della pagina rompendo le vignette, ma in realtà la storia è molto drammatica. Gli animali catturati sono trattati spesso in modo molto violento, sebbene fosse in qualche modo edulcorato dallo stile caricaturale e dalla mancanza di sangue non risulta meno spregevole.
Il percorso di Kimba per divenire re della giungla sarà molto difficile e lo vedrà prendere decisioni dure e subire gravi perdite, un'epidemia colpirà gli animali mietendo molte vittime e solo l'intervento degli umani di passaggio per una spedizione potrà fare qualcosa. Spedizione scientifica nuovamente alla ricerca della pietra moonlight e che vede lo zio Baffone tornare in Africa ed incontrare il suo vecchio amico Kimba il quale, per gratitudine, decide di accompagnare.
Lo stile di disegno è quello più classico di Tezuka, tondeggiante e che più si avvicina a quello disneyano ed infatti vederemo spesso Kimba ed altri animali camminare eretti sulle zampe posteriori e maneggiare oggetti come se avesse le mani. Strizzando un occhio ai film d'animazione c'è anche una scena in cui gli animali organizzano un'orchestra oppure, per spartire equamente le risorse, costruiscono un vero e proprio ristorante dove barattano cibo fra di loro.
Kimba e Rune
Lampe, il cattivo per
eccellenza di Tezuka
Come è noto Tezuka si diverte ad inserire all'interno dei manga personaggi di altri suoi fumetti come fossero attori, lo Zio Baffone apparve in “Metropolis” nel '49 ed è forse il più noto dell'autore e Kenichi fu protagonista de “la nuova isola del tesoro”. Fra gli antagonisti spiccano Hamegg e Lampe, apparsi anche loro in “Metropolis” diventeranno gli archetipi dei “cattivi” ricoprendo ruoli anche ne “La storia dei tre Adolf”.
Essendo degli anni '50 nel fumetto vengono rappresentati gli indigeni in un modo che oggi sarebbe criticato e considerato offensivo, Tekuza rende graficamente quelli che per il suo tempo erano stereotipi o luoghi comuni ma senza intenzione discriminatorie. Il Dio dei Manga, e non mi stancherò mai di dirlo, è sempre stato contro ogni tipo di razzismo e basta vedere uno qualsiasi dei suoi lavori, animati e non, per rendersene conto.
Concludo con una piccola osservazione, negli anni '90 ci fu una bella polemica per l'incredibile somiglianza fra “Jungle taitei” e “Il re leone” della Disney, onestamente non voglio mettermi a fare paragoni ma ritengo che per onestà intellettuale sarebbe stato giusto citarlo anche con un "ispirato a Jungle Taitei di Osamu Tezuka" nei titoli di coda.

Nessun commento:

Posta un commento