È il 1950 quando in Giappone inizia la
pubblicazione di “Jungle taitei” (“Il re della giungla”), una
delle più famose, amate e fondamentali serie di Osamu Tezuka che
realizzò ispirandosi al suo film Disney preferito “Bambi”
unendolo alla grande passione per la natura e gli animali.
Negli anni
'60 divenne la prima serie animata giapponese a colori, esportata in
tutto il mondo il nome del protagonista principale da Leo venne
cambiato in Kimba, da noi arrivò nel 1977 ed entrambe le edizioni
del fumetto, tre volumi della Hazzard nel 2005 e la più recente
della J-Pop in due, mantengono il titolo storico nostrano ormai
entrato, con il nome del protagonista, nell'immaginario della nostra
generazione.Panja |
Kimba è il figlio dell'orgoglioso e
fiero Panja, leone bianco che manteneva la pace nella giungla
difendendo gli animali più deboli dalle prepotenze dei più forti ma
soprattutto dagli umani che li cacciano per addomesticarli. Nemico
delle tribù indigene che vivono nella giungla e dei cacciatori di
frodo, gli odia al punto di sbranare gli animali che si sottomettono
a loro o anche solo ne accettano il cibo. Suo figlio Kimba,
paradossalmente, nasce in cattività e nel tentativo di tornare in
Africa approda ancora cucciolo ad Aden dove verrà accolto da Kenichi
e suo zio Baffone
Zio Baffone incontra Kimba |
Kimba in pantaloncini |
Dimostra il suo valore guidando gli
animali contro l'attacco di una tribù indigena, acclamato come nuovo
leader dovrà comunque affrontare vari conflitti per arrivare al suo
ruolo di re della giungla uno dei quali è Bubu il guercio, un leone
dalla criniera nera vecchio rivale di Panja. Conscio che anche gli
animali devono cambiare per sopravvivere arriverà a parlare il
linguaggio degli uomini per poter comunicare con loro arrivando a far
costruire una scuola per insegnarlo, abbraccerà il suo lato più
selvaggio quando sarà costretto a confrontarsi con la crudeltà
degli uomini ma non abbandonerà mai la sua idea di convivenza
pacifica.
Divenuto adulto Kimba avrà due
cuccioli dalla sua compagna Laia, un maschio ed una femmina chiamati
Rune e Rukkio. Leoncino coraggioso degno erede del padre ed
incuriosito dal mondo degli uomini Rune decide di partire per vivere
fra di loro come fece il genitore e tornare arricchito ed essere, un
giorno, un buon re. Al contrario di lui però avrà a che fare con il
lato cattivo dell'umanità, il truffatore privo di scrupoli Adam
Dandy lo sfrutterà per fare soldi grazie alla sua capacità di
parlare esponendolo in un circo.
Si può credere che i toni siano
leggeri ed in effetti non mancano trovate comiche, come un
personaggio che per la sorpresa salta per tutta la lunghezza della
pagina rompendo le vignette, ma in realtà la storia è molto
drammatica. Gli animali catturati sono trattati spesso in modo molto
violento, sebbene fosse in qualche modo edulcorato dallo stile
caricaturale e dalla mancanza di sangue non risulta meno spregevole.
Il percorso di Kimba per divenire re
della giungla sarà molto difficile e lo vedrà prendere decisioni
dure e subire gravi perdite, un'epidemia colpirà gli animali
mietendo molte vittime e solo l'intervento degli umani di passaggio
per una spedizione potrà fare qualcosa. Spedizione scientifica
nuovamente alla ricerca della pietra moonlight e che vede lo zio
Baffone tornare in Africa ed incontrare il suo vecchio amico Kimba il
quale, per gratitudine, decide di accompagnare.
Lo stile di disegno è quello più
classico di Tezuka, tondeggiante e che più si avvicina a quello
disneyano ed infatti vederemo spesso Kimba ed altri animali camminare
eretti sulle zampe posteriori e maneggiare oggetti come se avesse le
mani. Strizzando un occhio ai film d'animazione c'è anche una scena
in cui gli animali organizzano un'orchestra oppure, per spartire
equamente le risorse, costruiscono un vero e proprio ristorante dove
barattano cibo fra di loro.
Kimba e Rune |
Lampe, il cattivo per eccellenza di Tezuka |
Come è noto Tezuka si diverte ad
inserire all'interno dei manga personaggi di altri suoi fumetti come
fossero attori, lo Zio Baffone apparve in “Metropolis” nel '49 ed
è forse il più noto dell'autore e Kenichi fu protagonista de “la
nuova isola del tesoro”. Fra gli antagonisti spiccano Hamegg e
Lampe, apparsi anche loro in “Metropolis” diventeranno gli
archetipi dei “cattivi” ricoprendo ruoli anche ne “La storia
dei tre Adolf”.
Essendo degli anni '50 nel fumetto
vengono rappresentati gli indigeni in un modo che oggi sarebbe
criticato e considerato offensivo, Tekuza rende graficamente quelli
che per il suo tempo erano stereotipi o luoghi comuni ma senza
intenzione discriminatorie. Il Dio dei Manga, e non mi stancherò mai
di dirlo, è sempre stato contro ogni tipo di razzismo e basta vedere
uno qualsiasi dei suoi lavori, animati e non, per rendersene conto.
Concludo con una piccola osservazione,
negli anni '90 ci fu una bella polemica per l'incredibile somiglianza
fra “Jungle taitei” e “Il re leone” della Disney, onestamente non voglio mettermi a fare paragoni ma ritengo che per onestà intellettuale sarebbe stato giusto citarlo anche con un "ispirato a Jungle Taitei di Osamu Tezuka" nei titoli di coda.
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