Prima recensione di un libro di
fantascienza. E non c'è miglior modo di cominciare che parlarvi di
Phillip K. Dick facendolo con quella che viene definita un'opera
“minore” anche dall'autore, pubblicato nel 1963, anno successivo
a “La svastica sul sole”, e per quanto ritenuto in poco conto
questo romanzo breve racchiude tutta la sua dialettica unita ad un
tema originale.
Dopo una guerra fra Stati Uniti e Cina
la razza umana è ormai ridotta all'orlo dell'estinzione a causa di
una bomba della Cina che ha reso sterile la maggior parte della
popolazione mondiale, in aiuto del pianeta arrivano da Titano i vug,
alieni dall'aspetto simile a delle grandi amebe con poteri PSI che
collaborano con i terrestri sovrintendendo a livello amministrativo
le varie comunità. Nonostante gli umani trovino il modo di allungare
la vita tramite un intervento chirurgico ad un secolo dalla guerra
poco è cambiato, la popolazione mondiale si aggira intorno ad un
milione di persone e sono divisi in due categorie: i Vincolati ed i
non-vincolati. I primi sono i più ricchi che detengono la proprietà
di intere aree urbane, dalle più piccole come cittadine di periferia
alle più grandi come New York, i secondi vivono in questi luoghi
ormai semi deserti e mantenuti in ordine da intelligenze artificiali.
In questo mondo si può immaginare come le morti e le nascite siano
eventi d'importanza nazionale, un continente enorme come gli Stati
Uniti è ormai poco differente da un piccola città dova praticamente
tutti si conoscono e voci e notizie si diffondono a gran velocità.
I vug introducono per i Vincolati un
gioco di cui sono grandi appassionati chiamato Bluff, divisi in
gruppi il gioco ha l'importanza sociale fondamentale di far ruotare
soldi, atti di proprietà dei Vincoli e soprattutto coppie in modo
che alcune di loro possano avere la tanto agoniata “fortuna”. E
cioè una gravidanza che porta alla coppia di giocatori vincite e
benefici.
La storia si apre con Peter Garden,
protagonista principale, che ha appena toccato il suo punto più
basso di sfortuna perdendo la moglie e il suo vincolo più
importante, a casa ubriaco ed amareggiato per la perdita e per non
aver mai avuto “fortuna” nonostante sia stato sposato con tutte
le donne del gruppo affiorano le sue tendenze autodistruttive e
suicide. Ad aggravare il problema nel gruppo di gioco entra “Lucky”
Luckman che ha acquisito la proprietà persa da Peter, considerato il
più grande giocatore di Bluff del pianeta e già proprietario dei
Vincoli della costa est vuole allargare il suo regno anche su quella
ovest. Riuscito ad ottenere una nuova moglie per la quale non sente
una grande affinità la sua situazione si complica per la simpatia
che prova per Patricia McClaine, una non-vincolata madre di ben tre
figli (e per questo famosa in tutto il mondo), e per la figlia
diciannovenne di lei Mary Ann. La donna è una Psi con abilità
telepatiche e per questo anni prima fu espulsa dal gioco,
assolutamente proibite da regolamento, sebbene dal carattere acido e
sprezzante riconosce una certa simpatia verso il suo Vincolato ed
accetta d'incontrarlo per un caffè nonostante entrambi siano
sposati. Pete non ricorderà niente di quell'appuntamento per un
totale vuoto di memoria di ben sei ore ed una volta tornato a casa
scoprirà che Luckman è stato assassinato, la morte di un uomo così
importante smuove non solo le autorità terrestri ma anche quelle dei
vug. L'essere il principale sospettato accrescerà lo stress emotivo
di Peter che continuerà ad abusare di alcool e farmaci, alimentando
le sue tendenze suicide.
Se avete mai letto i romanzi o i
racconti di Dick saprete che in essi riversava le sue paure e questo,
complice anche la brevità del romanzo, trasuda di paranoie. Le si
notano subito dalle tendenze autodistruttive del protagonista,
alimentata da alcolici e farmaci la sua semi perenne depressione lo
porta ad uno stato confusionale ed allucinatorio in cui sente di non
potersi più fidare della realtà. E noi lettori con lui. Non manca
nemmeno la cospirazione, tema ricorrente nella sua scrittura che qui
raggiunge un intreccio narrativo che si evolve assieme alla
percezione della realtà di cui ne il protagonista ne noi lettori ci
possiamo fidare. I poteri PSI accentuano questa sensazione con
telepatia e preveggenza che sembrano annullare ogni possibilità di
privacy e libero arbitrio, per toccare un livello estremo della
psicocinesi che potrebbe benissimo aver ispirato scene di “Akira”.
Interessante la caratterizzazione del
Bluff, chiara citazione al Monopoli giocato con soldi veri e
rappresenta un'allegoria sia del gioco compulsivo sia di come le
classi più alte siano troppo impegnate a badare ai propri affari, ad
accumulare possedimenti e beni per per occuparsi di ciò che accade
introno a loro.
Quindi, viste queste premesse, la
definizione di “minore” è certamente ingiusta. Forse non al
livello dei suoi romanzi o racconti più famosi ma di sicuro non meno
interessante e forse anche più
efficace in alcuni punti.
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