mercoledì 25 settembre 2024

Demon Days

 


Peach Momoko è un'autrice giapponese che ha saputo conquistarsi un nutrito seguito di estimatori in America prima con storie brevi e copertine per le principali case editrici di comics fino a firmare un contratto in esclusiva con la Marvel, nella miniserie del 2021 “Demon Days”, di cui è autrice completa, reimmagina alcuni personaggi della Casa delle Idee come appartenenti al folklore giapponese.

Mariko

La storia ha un impronta molto classica in cui la giovane Mariko Yashida, nome ben noto ai Marvel Fan, deve scoprire se stessa tramite il classico “cammino dell'eroe”, con il pezzo di un'armatura mascellare ed un tanto, un pugnale lungo, consegnatele dalla nonna adottiva parte alla volta del monte Kirisaki, luogo interdetto agli esseri umani. Nel suo cammino Mariko s'imbatterà in avversari soprannaturali ed alleati, come il lupo Logan legato ad una donna samurai cacciatrice di mostri vissuta secoli prima, e la maschera ed il tanto risveglieranno in lei poteri per combattere assieme ricordi sopiti che le rivelano, man mano che procede, chi è realmente.

Come vedete quindi ricco di cliché, c'è da tenere presente però che il target di riferimento è principalmente un pubblico di giovani che magari non hanno mai letto comics e questo potrebbe essere un nuovo modo per avvicinarli a personaggi che probabilmente
conoscono solo tramite film e serie animate.

La cosa molto interessante è il vedere la reinterpretazione dei personaggi dell'autrice, ben riconoscibili anche al lettore meno esperto, che integra nell'immaginario nipponico trasformandoli in yokai, anche se non in accezione completamente negativa sarebbero mostri come i tipici oni, gli orchi giapponesi, e i kami, spiriti che vengono adorati come divinità. Ma il punto fondamentale è lo stile di Peach Momoko, con bellissimi acquerelli realizza disegni eleganti arrivando ad ispirarsi, in alcuni casi, ai disegni di artisti storici nipponici.


Alcuni potranno trovare questa miniserie qualcosa d'inconciliabile fra le due tipologie di fumetto ma io trovo sempre interessanti esperimenti simili, l'autrice modifica l'aspetto dei personaggi in modo che siano sì riconoscibili ma anche ben integrati con l'immaginario nipponico rivelando la loro identità con oggetti che indossano o anche i nomi, con una minimale conoscenza di alcuni termini, appresi ovviamente grazie ad anime e manga, si possono cogliere diverse citazioni.

mercoledì 18 settembre 2024

Conversazioni sul fumetto

 


Se siete appassionati di fumetti quando vi ritrovate con i vostri amici per una serata la conversazione verterà sicuramente sulle vostre storie preferite, sugli autori che amate (o odiate) e perfino sul linguaggio utilizzato da certi scrittori e su come sia invecchiato oppure ancora attuale. Ecco, immaginate una conversazione simile fra due giganti del fumetto quali Will Eisner e Frank Miller. Il primo ha lavorato nell'ambiente fin dagli anni '30 ed è riconosciuto come uno dei più influenti autori che a contribuito a creare l'industria, il secondo è stato un grande innovatore del linguaggio del fumetto non solo rilanciando personaggi classici quali Daredevil (Devil, se preferite) e Batman ma anche con opere personali che sono entrate nell'Olimpo dei fumetti.

Non è una specie di doppia intervista ma è proprio una lunga chiacchierata fra i due maestri,

registrata nel 2002 e pubblicata nel 2005 poco dopo la morte di Eisner, in cui parlano di argomenti molto interessanti, suddivisi in capitoli per rendere la lettura più pratica, che vanno dal loro metodo di lavoro all'immagine professionale del fumettista. Questo tema ricorrerà spesso nelle loro conversazioni, quello dell'autore di fumetti è sempre stato visto come il fanalino di coda dell'editoria e questo fino a qualche anno fa quando il lavoro di ottimi professionisti, fra cui loro, non l'hanno portato ad un livello più alto. Se negli anni '30 a lavorare nei comics erano principalmente ebrei il motivo era proprio che erano considerati il settore più infimo dell'editoria e dell'illustrazione ed a causa delle discriminazioni razziali chi voleva lavorare in quel campo non aveva altra scelta.

Contiene un sacco di aneddoti sul mondo del fumetto vissuti dagli autori, le lotte per il giusto riconoscimento del proprio lavoro, anche a livello economico, e la possibilità di creare un sindacato di disegnatori, ognuno dei due con approcci completamente diversi, e il tentativo fallimentare di Eisner di creare un salotto di fumettisti come in Europa in cui potessero confrontarsi su idee e progetti.

Si confrontano sul loro metodo di narrazione così diverso, Eisner associa il suo al teatro e Miller al cinema ed è una considerazione molto interessante che rispecchia benissimo il loro metodo di narrare le storie.

Un volume ricco di notizie interessanti che servono anche per apprezzare o almeno conoscere il metodo di lavoro di questi mostri sacri del fumetto.

mercoledì 11 settembre 2024

Cose fragili

 


Antologia in cui sono raccolte alcune poesie e racconti in prosa di Neil Gaiman in cui spazia fra vari generi, onestamente ne ho trovati alcuni più riusciti di altri.

Quello con le premesse più originali è senza dubbio “Uno studio in smeraldo”, un'interessante quanto curiosa fusione fra le ambientazioni di Sherlock Holmes e quella del mito di Cthulhu di Lovecratf e nonostante le premesse davvero poco convincenti funziona alla grande integrando ed amalgamando i due universi narrativi in uno completamente nuovo e del tutto credibile. Come il titolo lascia intendere è una rivisitazione de “Uno studio in rosso”, primissima storia di Doyle su Sherlok Holmes, ma con lacune sostanziali differenze che i fan del detective più famoso della letteratura noteranno sicuramente. All'interno sono citati altri riferimenti ai romanzi classici di fine XIX secolo come simpatici articoli pubblicitari.

La storia che mi è piaciuta più di tutte, però, è “Il sovrano del Glen”, con protagonista Shadow è un piccolo sequel di “American Gods” ed ovviamente per apprezzarlo bisogna averlo letto. Sono passati due anni dagli eventi del libro e continuando il suo viaggio per il mondo senza meta Shadow arriva in Scozia dove viene reclutato per un lavoro da un viscido dottore, si tratta di fare il buttafuori ad una festa privata che si svolgerà nel week-end scoprendo di essere stato coinvolto in un rituale di sangue. Quelli che, secondo Wendsday, sono i più potenti. Si mantengono le atmosfere di “American Gods” in cui simbologie, sogni, folklore e religione si fondono e Shadow deve capire chi è in base al suo retaggio di sangue.

Gaiman affronta anche il genere della fantascienza con “Golia”, un racconto realizzato su commissione per l'uscita del primissimo capitolo di “Matrix” al cinema e pubblicato sul sito del film poche settimane prima dell'arrivo nelle sale ed il protagonista racconta della sua esperienza in cui tempo e realtà iniziano a sfaldarsi intorno a lui. Ci sono alcune libertà sulla storia ma va tenuto conto che non poteva fare troppi spoiler per lasciare i lettori con la curiosità, inoltre era di molto precedente all'evoluzione successiva del franchise.

Molto carino è il racconto scritto dall'autore come regalo per la figlia maggiore, e pubblicato nelle antologie con il suo permesso, intitolato “L'uccello del sole”, per protagonisti ha i membri dell'Epicurean Club, uno di quei circoli esclusivi in cui i ricchi membri si divertono a gustare animali esotici e strani. I personaggi sono caratterizzati in modo buffo ed ironico e satirizzano i comportamenti dei tipici ricconi annoiati, colpevoli dell'estinzione degli unicorni si lamentano di non aver più ormai prelibatezze da gustare nonostante la gran quantità di coleotteri ed insetti conosciti ed ancora da scoprire. Uno dei membri, il più vecchio e male in arnese, gli rivela l'esistenza dell'uccello del sole di Suntown, vicino a Il Cairo, e nonostante alcune riserve gli convince a partire in una storia in bilico fra il comico, il satirico ed un po' di sano mistero.

Molto interessante il progetto ancora in corso d'opera de “I tarocchi vampiri”, brevi raccontini, anche di poche righe, legati ognuno ad una figura degli Arcani Maggiori con tema centrale appunto i vampiri. Per completare le 22 figure ne mancano sette, il progetto prevede che poi le carte vengano illustrati da Rick Berry, illustratore e pittore che ha realizzato carte per Magic e la primissima copertina in arte digitale nel 1985 per “Neuromante” di William Gibson.

Nell'introduzione Gaiman racconta degli aneddoti sulla realizzazione dei vari racconti inserendo un breve racconto inedito che era stato realizzato per essere inserito in “American Gods” ma rimasto escluso, l'autore lo ha però utilizzato in modo originale.

mercoledì 4 settembre 2024

Silver Surfer - Parabola

 


Galactus arriva sulla Terra presentandosi alla razza umana dichiarando di essere giunto dallo spazio per affrancarla dalla loro condizione terrena invitandoli a vivere seguendo i loro impulsi, questo scatena il caos in tutto il mondo e il predicatore televisivo Colton Candell approfitta della situazione per autoproclamarsi profeta di quello che appare all'umanità come un vero e proprio dio per ottenere maggior potere sulle masse dei credenti ma Silver Surfer, antico araldo del Divoratore di Mondi, comprende che il suo vecchio padrone ha in mente qualcosa per potersi nutrire dell'energia del pianeta senza però infrangere la sua promessa di non distruggere la razza umana.

“Parabola” è stata la prima collaborazione fra autori con concezioni del fumetto diametralmente opposte fra loro, Moebius, autore icona del fumetto europeo, collabora con Stan Lee per la realizzazione di una storia sul un personaggio di un fumetto americano, decisamente più mainstream e lontano dai suoi lavori precedenti. Oggi non è una novità ma al tempo fu un vero evento.

Il Sorridente realizza una storia seguendo il “metodo Marvel” che l'ha reso famoso scrivendo la trama e lasciando a Moebius la piena libertà per le impostazioni delle vignette ed il ritmo della storia, pubblicata nel 1988 sembra essere ambientata in un prossimo futuro slegata dal Marvel Universe tradizionale in cui non esistono i supereroi oppure in un periodo in cui sono scomparsi, ma non è fondamentale per la storia.

I due personaggi principali vengano rappresentati come divinità, fin dalla loro prima apparizione negli anni '60 erano associati a creature ultraterrene soprattutto Galactus, sempre dipinto come privo di emozioni volto a nutrirsi per sopravvivere nonostante la distruzione che porta. D'altronde le linee guida che Jack Kirby ricevette da Stan Lee per la realizzazione del numero fu “I FQ affrontano Dio”, e seguendo queste semplici parole il Re creò il Divoratore di Mondi ed il suo araldo argentato. Come lascia ben intendere anche il titolo ci sono molti riferimenti alla religione, purtroppo la storia risulta un po' datata sotto alcuni aspetti quindi non è una lettura che mi sentirei di consigliare a chi si sta approcciando da poco al personaggio, a meno che non ne siate veri fan, oppure abbiate una conoscenza del Marvel Universe e del periodo in cui fu pubblicata la prima volta.

I disegni... bè, che si può dire dei disegni? È Moebius. E questo già basterebbe. Mi limito a dire che ha

reso Galactus granitico, regale e più freddo che mai verso i mortali senza però sembrare qualcosa di già già visto negli anni precedenti, ed alla solidità di Galactus contrappone l'eleganza e la morbidezza di Surfer anche mentre è semplicemente in piedi sulla sua asse.

La storia è stata stampata da noi varie volte nel corso degli anni, più recentemente nella linea dei “Marvel Must Have” della Panini ma vi consiglio di cercare l'edizione sempre della Panini del 2014 che ha un formato più grande del classico comic book e permette di apprezzare meglio i disegni.