mercoledì 20 ottobre 2021

Mezzanotte a Černobyľ

 


Sono ormai passati trentacinque anni dall'esplosione del reattore numero 4 di Černobyľ e in questo lungo lasso di tempo in molti hanno cercato di ricostruire i reali motivi del più grave incidente nucleare della storia dell'umanità, il giornalista Adam Higginbotham pubblica l'esito della sua inchiesta in cui fa luce su tutta una serie circostanze che, tristemente, rendevano un incidente solo una questione di tempo. Per dare un'immagine più chiara al lettore l'autore racconta episodi della storia sugli studi dell'energia nucleare spiegando il funzionamento degli atomi, come si creano gli isotopi e le differenze degli effetti delle particelle alfa, beta ed i raggi gamma, i più insidiosi e mortali. Di fronte a questa incredibile potenza della natura siamo come uomini primitivi che si approcciano al fuoco, se da un certo punto di vista personalmente apprezzo, quasi ammiro, chi si dedica allo studio per comprenderne il funzionamento da un altro non posso che biasimarne la leggerezza e l'ingenuità di alcuni di loro.
In quegli anni in URSS chi ricopriva ruoli di dirigenza era scelto in base alla fedeltà al partito piuttosto che sulle competenze ed era normale trovare in queste posizioni leccapiedi saliti al potere tramite adulazione, per evitare complicazioni, e soprattutto rimproveri, non esitavano a falsare i dati sullo svolgimento di lavori ed attività riportando ai propri superiori risultati che erano in verità molto lontani dall'essere raggiunti e la lunga burocrazia rendeva distribuzione di risorse e mezzi estremamente lenta al punto che supermercati e negozi non erano riforniti regolarmente.
Per ovvi motivi quel periodo è stato chiamano “Era della Stagnazione”e si possono quindi immaginare le difficoltà che si trovò difronte Viktor Brjuchanov nel 1970 quando fu incaricato di costruire la centrale, di cui era già stato nominato direttore, e la cittadina che avrebbe accolto i dipendenti con le famiglie. Quando capì che non avrebbe mai potuto rispettare le scadenze cercò di dimettersi ma gli fu negato, rassegnato cominciò i lavori con quello che aveva costretto a fare a meno di alcuni materiali fra cui quelli ignifughi.
Attraverso documenti desecretati, interviste e ricostruzioni Higginbotham racconta degli studi dell'Unione Sovietica e degli incidenti, anche gravi, accaduti fin dagli anni '50 ed insabbiati dal governo, in piena Guerra Fredda anche il più lieve veniva trattato come un segreto di stato per la propaganda e nonostante tutto furono i primi a giungere a sviluppare un reattore per l'uso civile arrivando alla creazione del reattore RBMK. Differentemente dagli altri in fase di studio per produrlo erano sufficienti pezzi realizzabili nelle fabbriche già esistenti, visto che non erano necessarie attrezzature specifiche era meno costoso e diventò il più utilizzato nelle centrali sovietiche. Manovrarlo si rivelò estremamente difficile e l'utilizzo portò alla luce una quantità di difetti sempre maggiori che nessuno riuscì mai a risolvere rendendolo estremante pericoloso, pur sapendo benissimo tutto questo le autorità non si sognarono mai di revocarne l'utilizzo soprattutto per motivi propagandistici. Considerando tutto questo non solo sembra che la tragedia del 25 aprile fosse inevitabile ma che tutto sommato sia andata pure bene.
L'autore descrive anche la vita a Pripjať, del lavoro alla centrale e sul suo funzionamento soffermandosi sui nomi più noti dell'evento, narrandoci alcuni aspetti delle loro vite private e mansioni. La ricostruzione dell'incidente fa venire i brividi, se avete visto la serie della HBO sappiate che per quanto d'impatto ed accurata potesse essere molti aspetti sono stati semplificati o addirittura edulcorati soprattutto per quanto riguarda gli operai ed i vigili del fuoco intervenuti durante quell'inferno.
Più preoccupate di mantenere il segreto le autorità sovietiche agirono con lentezza, anche quando gli effetti divennero evidenti perfino nei paesi confinanti furono restii ad ammettere cosa era accaduto veramente e le notizie frammentarie non fecero altro che aumentare la paura della popolazione e dei cittadini europei. Il voler nascondere un evento di quella portata mostrava la totale ignoranza, anche se follia sembra una descrizione migliore, non solo del governo ma anche di tecnici ed accademici su come gestire un'emergenza, le operazioni di contenimento e bonifica furono portate avanti in modo maldestro senza tenere conto della pericolosità delle radiazioni mandando soldati dell'esercito e della protezione civile allo sbaraglio senza attrezzature e protezioni. Chi comandava era privo di un'idea precisa di come organizzare le operazioni e le poche regole di sicurezza stabilite venivano spesso volutamente ignorate dai superiori, tanto non era la loro salute quella in pericolo. Basti pensare ai liquidatori, usati come carne da cannone per poi essere comodamente dimenticati per decenni.
E tutto questo fa sorgere molte considerazioni sul nucleare, il fabbisogno di energia aumenta di giorno in giorno ed Adam Higginbotham parla anche di come sia una risorsa importante in alternativa alle centrali che utilizzano carbone. Ero bambino ai tempi dell'incidente e ricordo bene il clima di paura che si era generato anche qui da noi e questo mi ha reso molto scettico, se non proprio contrario, sull'impiego di questa risorsa per l'uso civile ma alla luce di questi fatti più degli incidenti a preoccuparmi è la noncuranza dei responsabili nella costruzione delle strutture che, per risparmiare qualche spicciolo, sarebbero capaci di mettere a rischio le vite di dipendenti e cittadini.

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